E’ di un paio di settimane fa la notizia del boom di divorzi che si è registrato in Cina dopo la fine della quarantena: un numero record di coppie, a quanto ha scritto un giornale online, hanno preso appuntamento negli uffici che gestiscono le pratiche di divorzio. L’aumento in realtà pare risenta anche del fatto che gli uffici erano rimasti chiusi per il periodo della quarantena e quindi alla riapertura hanno dovuto gestire un numero maggiore di pratiche. Tuttavia, il fatto che molte coppie possano non reggere a un lungo periodo di isolamento non stupisce.
La vita sociale, le relazioni, gli interessi, la professione rappresentano una linfa vitale per una coppia, che altrimenti non troverebbe nutrimento se non in se stessa. Nello strano e doloroso momento che ci siamo trovati improvvisamente a vivere, le coppie (conviventi) devono fare i conti solo con se stesse, private di stimoli e distrazioni esterne. In più, tutti noi ci troviamo in una condizione che non abbiamo scelto, quella dell’isolamento, e questo già di per sé è un elemento di stress notevole. Poi, la convivenza di 24 ore al giorno sotto lo stesso tetto, magari in spazi ristretti, con lavoro e spesso anche figli piccoli da gestire in casa, può essere un duro campo di prova anche per le coppie collaudate, diventa però deflagrante per quelle coppie che già vivevano un momento di difficoltà: le tensioni possono esplodere, l’insofferenza raggiungere livelli insostenibili, lo stress causato dalla situazione circostante può contribuire a provocare liti anche violente.
Proviamo a stilare una lista semiseria di consigli di sopravvivenza per coppie in quarantena:
- Rispettate gli spazi dell’altro, fate rispettare i vostri: la convivenza è più difficile se gli spazi fisici a disposizione sono ridotti. Case piccole, telelavoro, figli e casa da gestire (se tutto va bene e non si ha a che fare con preoccupazioni più gravi), insieme all’ansia e alle paure che ci accomunano non aiutano la serenità. Lo spazio che l’altro occupa, allora diventa spazio che toglie a me. Proviamo a concordare, invece, degli spazi seppur minimi che siano solo nostri e rispettiamo quelli dell’altro. Senza deroghe.
- Litigate e dimenticate: i momenti di nervosismo possono essere più frequenti, accettateli, sfogatevi o lasciate sfogare e passate oltre. Se siete nell’ambito di una coppia che funziona (in cui non ci sono normalmente eccessi d’ira, per esempio, ma scontri anche accesi ma paritari) allenatevi a non prendere sul personale ogni litigio. Quando discutete restate sul punto, su ciò che ha provocato la lite, non mettete in discussione l’altro. E fate in modo che la rabbia per futili motivi si sfoghi e sbollisca rapidamente. Se siete in due in casa (figli esclusi) che senso ha tenere il muso?
- Rimandate le decisioni sulla vostra vita di coppia: se prima della pandemia eravate in una fase di crisi sicuramente state vivendo un periodo difficilissimo. Ciononostante, cercate di mettere l’emergenza del quotidiano al primo posto: è già un gran lavoro portare a casa giornate equilibrate, forse non è il momento di voler risolvere i vostri problemi o di decidere una separazione. Datevi il tempo di farlo una volta tornati a una maggiore normalità.
- In questo momento siamo tutti sulla stessa barca, ma non reagiamo tutti allo stesso modo. Cercate di accettare, senza giudicarle, le reazioni del/della partner, così come le difficoltà. Sono come le vostre, o per lo meno sono il modo che il/la partner ha trovato per reagire a questo momento.
- Cercate momenti di piacere nelle vostre giornate, sia singolarmente che come coppia e come famiglia. Il fatto che passiate tutto il giorno insieme non vuol dire che state insieme. Spesso, con il lavoro, la casa e i figli da gestire, le giornate possono essere anche molto complicate. Il piacere di stare insieme va ricreato, nei limiti che le condizioni attuali compiono: cercate quel film che avete perso al cinema sulle piattaforme streaming e fate una serata sul divano con i pop corn (o con un analogo disponibile), dedicatevi a riordinare le foto delle vacanze trascorse insieme così avrete l’occasione di riguardarle, se avete figli trovate momenti di gioco che coinvolgano tutta la famiglia e che siano divertenti anche per voi. La vicinanza fisica non significa automaticamente intimità, lavorateci.
Vale la pena ricordare anche che, molto spesso, ciò che ci fa arrabbiare, ci innervosisce, ci allontana dal/dalla partner, è proprio ciò che ci fece innamorare, magari perché quella caratteristica lì, che non ci apparteneva, pareva ci completasse. Ecco, questo potrebbe essere un buon momento proprio per andarlo a riscoprire, quel polo di attrazione. E capire cosa vogliamo farne oggi.
Non è detto, infine, che la quarantena debba essere per forza così difficile. In realtà, molte coppie in isolamento stanno sperimentando anche il ritrovarsi, la capacità di sostenersi a vicenda in momenti difficili, che magari avevano sottovalutato, risorse che non pensavano di avere nella gestione della casa e dei figli e del lavoro. Una capacità di fare squadra, di concedersi anche singoli momenti di nervosismo o frustrazione senza sottolinearli e senza farli pesare, di stare insieme con la maggiore leggerezza possibile, quando fuori tutto è così pesante.
P:S: Tutto questo, ovviamente, vale in situazioni familiari funzionali. Il discorso cambia del tutto se siamo in famiglie che già vivevano o si trovano a vivere conflitti violenti, in cui ci sono stati o ci sono episodi di violenza domestica. In questi casi, la quarantena può diventare un vero incubo e, per le donne vittime di violenza domestica, anche solo chiedere aiuto è complicato. Ricordate però che i centri antiviolenza continuano a lavorare, cercate un modo per contattarli o per contattare il 1522 prima possibile.