INPSdown: la burocrazia diventa una barzelletta

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Le domande verranno riconosciute in base all’ordine cronologico.
Non è vero non ci sarà nessun ordine cronologico.
In ogni caso dovranno essere presentate a partire dal 1 aprile.

Nessuno scherzo. Davvero con queste contraddizioni è stato annunciato l’avvento del giorno X: da questa mattina (anzi, dalla mezzanotet scorsa) il portale Inps è stato preso d’assalto da lavoratori autonomi, freelance, artigiani, commercianti, centinaia di migliaia di persone, tutte sulla home page dell’Inps, nel tentativo di presentare la domanda per l’indennità di 600 euro prevista dal decreto Cura Italia. Come era prevedibile il sistema è andato in crash, ed è diventato subito tendenza l’hashtag #INPSdown.

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E così tra pagine di errore, meme e battute, ci si ritrova anche a compilare una domanda per ritrovarsi poi indirizzati sulla pagina profilo di qualcun altro, un risvolto pirandelliano persino comico, se non fosse che si stanno visualizzando dati sensibili di altre persone. Siamo davanti a un data breach che senz’altro passerà alla storia. Inutili le giustificazioni del presidente Tridico, che afferma: “Il sito dell’INPS ha avuto 100 accessi al secondo. Qualunque sito sarebbe crollato con 100 accessi al secondo“. Gli utenti gli sventolano immediatamente davanti la bandiera di PornHub chiedendo se non sia il caso di affidare loro la gestione della previdenza sociale.

whatsapp-image-2020-04-01-at-12-19-371Per chi è riuscito a compilare la domanda, si sappia che il presidente Tridico, intervistato da Rainews24, ha ribadito che non c’è un ordine cronologico per il pagamento della prestazione e che i pagamenti cominceranno il 15 aprile e proseguiranno per tutto il mese. Ma per le vittime del redirect alla fine il dubbio rimane: posso considerarla compilata la domanda oppure no? Qualcuno chiede al possessore del profilo più gettonato nei redirect, tale Luciano Vangone, di incassare tutto e offrire una cena collettiva a tutti gli eroi del “refresh”.

whatsapp-image-2020-04-01-at-12-19-376Era prevedibile questo blocco sul portale, dato che è pressapoco ciò che accade ogniqualvolta si aprono i cancelli per accedere a una qualche forma di sostegno istituzionale, e a onor del vero non è un problema solo del sito Inps. Già da ieri i destinatari dell’indennità scaldavano i motori social prevedendo la catastrofe digitale. E così oggi, armati di pazienza e rassegnazione, hanno affrontato con grande sarcasmo il fastidio di sentirsi sballottati nella burocrazia e ci hanno regalato tweet davvero spassosi. È il caso di dire che una boutade ci salverà. O forse un server più performante.

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