#Restiamoacasa, con lo smart working arriva anche lo smart dressing

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Smart working, il concetto di lavoro agile in questi giorni si è tradotto in home working, ovvero: lavorare da casa. E se ai più suona come un invito alla massima comodità, non ci si deve comunque dimenticare che si sta lavorando e si deve poter mantenere il giusto atteggiamento e focus.

Pensiamo alle numerose attività che ci portano ad ‘incontrare’ virtualmente i nostri interlocutori per ragioni professionali: una videocall con il cliente, un webmeeting con l’ufficio, un webinar, una lezione a distanza con i propri studenti. Qui c’è un aspetto legato anche al modo in cui veniamo visti.

Ma ci sono anche situazioni in cui lavoriamo da soli e senza doverci collegare con nessuno, come scrivere un articolo, preparare una presentazione, studiare report per discuterne poi con il capo, fare un lavoro di back up amministrativo, con un file excel e delle cuffiette.

woman-in-orange-crew-neck-t-shirt-sitting-on-brown-wooden-3762368La verità è che per i molti abituati ad andare in ufficio, a scuola, in studio, il lavorare da casa fa scattare una sorta di chiusura, non solo dal punto di vista della postura (il linguaggio del corpo è molto importante), ma anche dell’attenzione verso il proprio abbigliamento. Ecco che il pensare a come vestirsi sembra diventare l’ultimo dei problemi, mentre è forte la tentazione di infilarsi nelle prime cose a portata di mano, come tute, jeans strappati, pigiamoni, t-shirt vissute, calzettoni.

Attenzione: i vestiti influiscono sull’umore, sulla concentrazione e motivazione. Perché inconsciamente ‘assorbiamo’ le qualità di ciò che indossiamo. Capi troppo rilassati o ‘consumati’ potrebbero farci sentire rilassati o ‘consumati’ a nostra volta. Anche se non ce ne accorgiamo. I capi sbagliati possono anche deconcentrarci o addirittura deprimerci. Al contrario indossare i capi giusti può farci sentire più centrati e renderci più performanti, e numerosi studi condotti in campo psicologico lo dimostrano.

Vestirsi, lavarsi, curarsi, mantenendo una certa continuità, per affrontare le nostre attività lavorative, aiuta a mantenere il giusto atteggiamento che ci servirà anche dopo, quando usciremo dalla quarantena e ci ritroveremo a condividere di nuovo spazi fisici e non virtuali.

woman-in-grey-jacket-sits-on-bed-uses-grey-laptop-935743E poi un abbigliamento troppo sotto tono, non influisce solo su noi stessi, ma anche sugli altri. Studi hanno infatti evidenziato che ciò che indossiamo può creare uno spirito di emulazione inconscio. Quindi se nelle videocall prevalgono barbe ricresciute, capelli malamente pettinati, golf ammaccati, camicie stazzonate, è possibile che ciò indurrà anche gli altri nelle future call ad adeguarsi man mano ad uno standard più basso (circolo vizioso).

Se nel gruppo prevalgono persone, che pur coerenti con il contesto di praticità ed informalità si mostrano più attente e curate, ecco che ciò potrebbe creare un circolo virtuoso in cui le persone cominciano a prestare una maggior attenzione sul proprio abbigliamento e al modo in cui si presentano.

Qualche consiglio per tutti

E’ sempre consigliabile curarsi dalla testa ai piedi. Anche se in videocall probabilmente si vedrà solo il mezzo busto, meglio evitare di rimanere in pigiama nella parte sotto. Proprio per le ragioni evidenziate prima, questo essere ‘spezzati’ in due parti non fa sentire davvero centrati. Basterà un pantalone sufficientemente confortevole ed un paio di sneaker ai piedi anziché le ciabatte.

Si possono evitare le giacche da ufficio o la cravatta (a meno che non si tratti di call in un contesto decisamente importante), e sicuramente non è il caso di indossare giacche doppiopetto. Però per chi vuole il comfort esistono giacche in materiali più comodi come il jersey, tessuto leggermente elasticizzato, che si adatta di più al corpo pur mantenendo una sua forma. Oppure se decidete per una camicia, un maglioncino o un cardigan aperto, questi dovranno definire bene le spalle (evitando linee flosce o cascanti), avere colletti ben sostenuti e non deformati, abbottonature adeguate e non in tensione.

Prestare attenzioni agli occhiali: che non scivolino sul naso (crea disagio in chi ci guarda) o ‘taglino’ lo sguardo (l’immediatezza del contatto visivo è importante).

Tutti questi accorgimenti aiutano a ‘star su’, sentirsi a posto e focalizzati sulla produttività giornaliera, apparire professionali.

Consigli per lei

woman-in-black-shirt-using-macbook-3747411Capelli ben raccolti o pettinati, un po’ di correttore e crema colorata uniformante. Un rimmel per aprire lo sguardo e labbra bene idratate con una pomata specifica (le labbra secche comunicano affanno o fatica). Non è necessario sfoggiare make up particolari se non è nelle proprie corde, ma un incarnato curato e uno sguardo luminoso sì. Ciò conferisce freschezza ed energia.

Evitare orecchini ingombranti se si indossano le cuffiette e gli occhiali: troppa confusione intorno al viso non premia mai.

Consigli per lui

videoconferenzaBarba fatta o comunque curata, evitando camicie con micro-fantasie o righe nei toni del grigio e del beige perché segnano il viso, spengono lo sguardo e depotenziano l’immagine.

La camicia azzurra invece vince sempre. In alternativa una maglietta polo in tinta unita e con colletto sufficientemente rigido.

Sarà anche importante badare allo sfondo del collegamento: meglio privilegiare ambienti neutrali, evitando possibilmente camera da letto e cucina (e nel caso, ordine totale alle proprie spalle!), o spazi comuni a rischio di via vai mentre si è in call.

Infine, orientare lo schermo del portatile o tablet in modo tale che l’ inquadratura del viso non subisca eccessive inclinazioni o strane prospettive dal basso per chi ci guarda: è importante invece un efficace contatto oculare, ed una prospettiva il più naturale possibile.

  • federico marcellino |

    Avrei delle idee di come vestirsi durante lo smart working

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