Otto creative, otto “clandestine”. Perché anche nel mondo della cultura le donne restano straniere, irregolari, meravigliosamente invisibili. A tirarle fuori dall’ombra, contro i pregiudizi, è il docufilm “Clandestine. L’altra Italia dell’arte”, realizzato dall’associazione “The making of” e parte di un progetto didattico-formativo più ampio vincitore del bando 2017 del Dipartimento Pari Opportunità per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne in attuazione della Convenzione di Istanbul.
Il corto, la cui anteprima è stata proiettata in Senato lo scorso 21 gennaio alla presenza delle senatrici dem Valeria Fedeli, Anna Rossomando e Valeria Valente, della viceministra all’Istruzione Anna Ascani e della sottosegretaria ai Beni culturali Lorenza Bonaccorsi, segue nei loro luoghi di creazione e ispirazione le otto protagoniste: la fotografa Agnese Purgatorio, la street artist Alice Pasquini, la pittrice e scultrice Cristina Crespo, l’artista Raffaella Formenti, la storica dell’arte e guida turistica Isabella Botti, la critica d’arte Bianca Tosatti, la “poetrice” Rosaria Lo Russo e l’archeologa Marcella Frangipane. Ne documenta il lavoro e ne indaga il pensiero. Perché, pur nella diversità di età e di talenti, ognuna di queste donne testimonia con la propria opera i piedi d’argilla su cui poggiano stereotipi e pregiudizi. E infatti un tratto le accomuna tutte: l’allergia a definirsi, a “contenersi” in un’unica etichetta.
È un doppio sforzo, quello messo in campo dal docufilm. Il primo è di estrazione dalle nicchie in cui la artiste si muovono: ancora oggi, secondo i dati forniti da Bonaccorsi, è donna appena il 18% degli artisti esposti, gallerie private comprese, pur essendo le ragazze la maggioranza degli allievi negli istituti artistici. Il secondo è di esposizione: davanti alla telecamera, ma soprattutto davanti alle studentesse e agli studenti che partecipano agli “atelier di parità sentimentale” collegati al progetto. Luoghi che si trasformano in fucine di rispetto, zone in cui l’espressione della creatività, femminile e maschile, diventa strumento di prevenzione della violenza di genere e sfocia in mostre ad hoc, aperte alla cittadinanza.
Saranno coinvolte diverse scuole di Roma, Lastra a Signa (Firenze), Campobasso e Montefiascone (Viterbo) dove sarà proiettato il documentario, ideato e diretto da Maria Paola Orlandini, presidente di The Making Of. “È il primo step – spiega – di una campagna di disseminazione del valore politico della creatività. Il femminicidio fa sempre i conti con un pregiudizio. Per le donne la libertà non è ancora un diritto, assomiglia a un premio. Bisogna dissodare il terreno perché non avvenga più”.
Si comincerà l’8 marzo al Teatro dell’Arte di Lastra a Signa, che ha già ospitato i laboratori di reading letterario e poetico tenuti da Rosaria Lo Russo, presenti la stessa Lo Russo e Crespo nonché l’ex senatrice Vittoria Franco. Il percorso espositivo collegato, a cura della storica dell’arte Claudia Ferrini, sarà aperto fino al 13 marzo e ospiterà opere, materiali, diari e otto contenitori personalizzati, ciascuno riempito in libertà dalle otto “clandestine”. Quale migliore metafora? La clandestinità vissuta come rifugio, spazio per avventure ed esplorazioni, ma anche subìta come “destino di genere” condiviso.