Chi è Cecilia Alemani, la prima donna italiana a dirigere la Biennale Arte di Venezia

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Il ruolo, la voce e la responsabilità della prima donna italiana a curare una Biennale di Venezia. “È un grandissimo onore poter assumere questo ruolo in una delle istituzioni italiane più prestigiose e riconosciute al mondo” dice Cecilia Alemani, classe 1977, nata a Milano e carriera di successo nella Grande Mela, dove vive ormai da 15 anni. “Come prima donna italiana a rivestire questa posizione, capisco e apprezzo la responsabilità e anche l’opportunità offertami, ripromettendomi di dare voce ad artiste e artisti per realizzare progetti unici che riflettano le loro visioni e la nostra società”. Ritenuto un atto non “più procrastinabile” dalla Fondazione, l’attribuzione dell’incarico di direttrice del settore Arti Visive ora assunto da Cecilia Alemani per la progettazione e cura della 59 esposizione d’arte del 2021, getta nuova luce sull’istituzione stessa.

In America, dove si è trasferita nel 2005, è stata la prima curatrice under 40 quando nel 2011 le venne affidata la direzione artistica della High Line di New York, il parco urbano sopraelevato costruito su una ferrovia merci abbandonata ai bordi del fiume Hudson. Con un’esposizione molto apprezzata dalla critica, nel 2017 Alemani ha curato il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Una mostra, intitolata “Il Mondo Magico”, nella quale ha presentato in un percorso rituale le opere di Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey, e una vasca di Giorgio Andreotta Calò, che spiazzava il visitatore facendo riflettere nell’acqua le travi del padiglione dell’Arsenale.

Laureata in filosofia estetica a Milano, un master in studi curatoriali per l’arte contemporanea al “Bard College” di New York, ha lavorato come curatrice indipendente collaborando con musei come la Tate Modern e il MoMA, istituzioni no profit come “Artists Space” e “Art in General”, fondazioni private. Brava, competente, riconosciuta a livello internazionale, è la prima donna italiana a cui è affidata l’intera progettazione artistica della prossima Esposizione. La quinta dopo le spagnole Maria De Corral e Rosa Martinez alla guida della Biennale Arte nel 2005, la svizzera Bice Curiger nel 2011, e a seguire la francese Christine Macel nel 2017.

Con Bice Curiger, che per la cura della 54 Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia scelse il titolo “ILLUMInazioni”, si rafforzava la speranza che una donna potesse mettere in luce i valori di un ruolo che in passato era stato sempre a prevalenza maschile. Al tempo della guida delle due curatrici spagnole Maria de Corral e Rosa Martinez, fece notizia la nomina di ben due donne al comando della celebre rassegna, e furono accolte come due nuove “professioniste dell’arte”.

Bice Curiger affrontò la questione nel contesto istituzionale individuando “punti di forza latenti e non riconosciuti, ma anche convenzioni che vale la pena sfidare”. In “ILLUMInazioni” mise in rilievo il finto suffisso “nazioni”, perché lontana dalla definizione conservatrice del concetto di “nazione”. L’arte per lei aveva il potenziale di sperimentare nuove forme di “comunità”, di negoziare differenze e affinità in maniera esemplare per il futuro. “Essa è il luogo per eccellenza della riflessione, dell’espressione individuale e della libertà, così come degli interrogativi fondamentali” scrisse, aggiungendo: “Un giardino da coltivare al di là delle mode e degli interessi specifici, un’alternativa all’individualismo e all’indifferenza”.

cecilia-alemani_courtesy-the-high-line_photo-by-liz-ligon_2_lLa nomina di Alemani rappresenta la fede in un’arte plasmata da gesti che tendono verso un riconoscimento delle competenze manageriali di una donna italiana. Il Ministro per i Beni e le attività culturali e il turismo Dario Franceschini ha sottolineato tutta la sua fiducia nella scelta del presidente della Biennale Paolo Baratta di affidare per la prima volta a una donna italiana l’intera progettazione artistica. “Sono certo che il progetto di Alemani sarà coraggioso e innovativo” ha affermato Franceschini. Aspettiamo di vederlo.

  • Michelangelo Speri |

    Vorrei contattare Cecilia per un idea inclusiva per la Biennale che verrà…

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