Con 36 punti a 22 la Nazionale italiana Atleti di Pallacanestro con sindrome di down ha vinto nuovamente i mondiali di pallacanestro a Guimarães in Portogallo. Questa è la terza vittoria consecutiva di una squadra giovanissima: oro ai mondiali lo scorso anno a Madeira e oro anche agli europei due anni fa. La squadra Iba 21 è nata due anni fa, quando la federazione del comitato paralimpico FISDIR ha aperto la nazionale di basket ai soli ragazzi down, mentre in precedenza era composta da atleti con varie disabilità.
L’allenatore Giuliano Bufacchi ha girato l’Italia in lungo e largo nell’estate 2017 per trovare i giocatori, con cui si è portato a casa il primo oro agli europei. “I sei ragazzi che compongono la squadra lavorano come veri atleti professionisti” racconta Bufacchi ad Alley Oop, “quello che ci differenzia è che abbiamo un approccio prettamente sportivo alla disciplina, insegniamo la pallacanestro a 360 gradi. Per me non sono ragazzi disabili ma atleti, io sono un allenatore di pallacanestro e non un assistente sociale. Chiaramente l’approccio tecnico e sportivo rispetta i loro limiti fisici e cognitivi, in cui io, a dire il vero, non mi sono ancora imbattuto“.
Il messaggio inclusivo che trapela dalle parole dell’allenatore romano è fortissimo. Non si fanno eccezioni: sono atleti e devono impegnarsi come veri agonisti, imparare a giocare come cestisti della nazionale. Cambi di direzione, tiri da tre punti, blocchi e schemi sia di attacco che di difesa.
Per il momento il gioco è tre contro tre a tutto campo, per due semplici motivi come spiega Bufacchi: “In primo luogo è più facile reperire i ragazzi, anche se a breve passeremo in aprile al 4 vs 4 e poi al 5 vs 5. Inoltre giocando tre contro tre imparano a immergersi completamente nel gioco, perchè tutti devono per forza avere un ruolo. Nessuno può fare numero. Il regolamento è lo stesso della FIP, ci sono solo poche eccezioni nei tempi dell’arbitraggio e le partite sono in 4 tempi da 6 minuti’.
Il numero di squadre di ragazzi down sta aumentando e da quest’anno è partito un campionato a livello nazionale. La speranza è che questa crescita diventi capillare in tutta Italia, per arrivare anche a organizzare campionati regionali e provinciali.
Per ora abbiamo comunque il nostro dream team nazionale, sempre accompagnato dai genitori come primi fan, felici di supportare questi ragazzi a rendersi autonomi e indipendenti nella loro vita. Andrea ha quindici anni e viene da Potenza Picena, ha una forte grinta e, come racconta sorridendo l’allenatore, “ha una gran tartaruga che mostra con orgoglio ai compagni“. Alessandro di Cantù invece ha 33 anni e Buffacchi lo definisce “il nostro lord, perchè vince con la sua tranquillità l’affetto dei compagni. Durante il giorno lavora in fabbrica e alla sera in un bar“. Anche Alessandro ha 33 anni, recanatese, lavora e si dedica allo sport nel tempo libero. Antonello dalla Sardegna invece è il capitano, ha 43 anni, una vera pietra miliare ed è un grandissimo motivatore. Infine Davide da Cagliari, 23 anni, un vero talento che ai mondiali ha collezionato molti punti, ed Emanuele, romano 34enne, il più tecnico fra tutti. Ha cominciato con il minibasket ed è arrivato fino all’under 20 giocando con i normodotati.
La squadra adesso si sta godendo un meritato riposo, perché febbraio e marzo saranno due mesi intensi dedicati alla preparazione per i Trisome Games in Turchia, il 31 marzo. A loro va tutto il nostro entusiasmo all’urlo: non c’è tre senza quattro!