Marianne Mirage, “Vite private” è il nuovo album

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30 anni compiuti da pochi giorni, di cui almeno 20 dedicati alla musica. “Fa parte della mia vita da che ne ho ricordo. Il primo strumento è stata una chitarra che ho preso a 10 anni“, racconta Marianne Mirage, cantautrice di Cesena che il 18 ottobre ha pubblicato il suo secondo disco: Vite private, prodotto da Luca Mattioli per Sugar Music. “Ormai la mia anima sul palco la conosco ed è un’anima che ha bisogno di emozionarsi tantissimo. Il disco nasce da questa necessità” spiega ad Alley Oop. Da allora la passione per questa forma d’arte è rimasta immutata ma gli strumenti che suona si sono moltiplicati. L’ultimo è la tromba, una nuova sfida, nei confronti di se stessa e delle convenzioni: “mi piaceva l’idea che fosse uno strumento che avesse più a che fare con la voce che con le dita. Per suonare le note bisogna pensarle come un cantante, non a caso tutti i grandi trombettisti erano anche cantanti. Penso a Louis Armstrong e Chet Baker. In più mi piaceva l’idea che fosse uno strumento poco usato del mondo femminile. Per me è una sfida che si rinnova: diventare diversi rispetto a ciò che la gente si aspetta da te“.

copertina-discoL’album vuole restituire in musica prospettive intime e punti di vista “rubati” che messi in fila raccontano storie vere di vite vissute. Le tracce raccontano di solitudini e presenze, perdite e riconquiste, ma anche decisioni, partenze e cambiamenti.La dimensione intima – racconta – è quella che stavo cercando. È un disco che parla di segreti e verità. Non solo il titolo ma anche la copertina dice molto dell’album. La foto che abbiamo scelto non è stata preparata in studio, è stata scattata in modo autentico“. E molto del privato della cantante emerge dalle canzoni: i riferimenti alle serie tv che l’appassionano (House of Cards, Breaking bad), il film Il Padrino, e ancora le canzoni di Battisti e i vinili. “Ogni frase rappresenta una parte della mia vita o un momento a cui sono legata. Ancora oggi fatico a cantarle senza emozionarmi“.

tracklist-scritta-da-leiMolte cose sono cambiate dal 2017, l’anno del successo con Le canzoni fanno male, ma la cifra stilistica della cantante è rimasta immutata: niente rime “cuore-amore” (poi non sono nemmeno divertenti, come direbbe lei) e la passione nel mescolare lingue e generi nei suoi pezzi. A tal proposito dice: “ho viaggiato tanto e la definizione di cittadina del mondo mi si addice parecchio. Mi piace l’idea di non avere confini e certo la lingua non può esserlo. L’italiano per quanto sia una lingua bellissima corrisponde a un mercato musicale ridotto. Fatico anche a stare nei confini di un genere. L’album spazia dal pop all’r&b, dal soul alla musica cantautorale. Esiste la logica della bellezza ed è quella che dobbiamo seguire“. Marianne Mirage ha iniziato la sua carriera musicale da solista con la chitarra, girando i club e i teatri internazionali. E già all’epoca nelle sue scalette un brano gospel o un classico della soul music non mancava mai.

Il nuovo album è stato anticipato dal singolo L’amore è finito il cui video è un cortometraggio diretto da Fabio Resinaro che vede Marianne Mirage nei panni di attrice al fianco di Marco Giallini. Un ritorno al mondo del cinema dopo due anni. Nell’ottobre 2017 infatti la cantante scrive il brano The Place, che fa da tema all’omonimo film di Paolo Genovese e che viene candidata anche ai David di Donatello. Quello è l’anno della svolta: nel mese di febbraio partecipa a Sanremo e a maggio apre le date del tour italiano di Patti Smith, sua grande icona musicale che la invita anche sul palco per cantare People have the power.

56907856_2297658213628123_3150852243876478976_nDi quel momento ricorda: “aprire i suoi concerti è stata un esperienza che ha a che fare più con la parte onirica della vita che con la realtà: la mia prima canzone l’ho scritta pensando a lei, tra le pagine del suo libro Just Kids avevo messo una poesia“. E aggiunge: “Dopo questo bagaglio di esperienze “Vite private” per me era un disco necessario; ho voluto fermarmi e restituire qualcosa che fosse veramente ponderato e che sentissi mio“. Tra pochi giorni partirà il tour. Prima data a Milano il 15 novembre. Un momento caro alla cantante perché “esibirmi live è la dimensione musicale che preferisco: quando salgo sul palco le canzoni prendono forma, il pubblico le afferra e le fa sue. E il concerto diventa un’esperienza fisica che invece si perde nell’ascolto da casa“. Proprio durante le esibizioni live sarà venduto l’album che, segno dei tempi, uscirà solo in digitale e in vinile.

marianne-mirage2-odtMarianne Mirage ha una passione: i taccuini, piccoli quaderni che porta sempre con sé su cui disegna, scrive e poi conserva. Ormai lo sanno anche i fan e, confida, capita che glieli regalino. “Il disco è stato sempre dentro i taccuini prima che in qualsiasi altro posto. Continuo a scrivere molto sulla carta. Il telefonino non mi dà il tempo di pensare, la penna invece sì. E poi abbiamo già tutta la nostra storia nei telefonini, non voglio riporci anche i miei pensieri“, riflette. Quelli è meglio custodirli con la musica, se mai, che – spiega – “è il mio rifugio e la mia grande confidente“.