Algoritmi e intelligenza artificiale per la salute dei più piccoli

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Capi di abbigliamento confortevoli e altamente tecnologici, dotati di sensori integrati nel tessuto, in grado di monitorare e raccogliere dati biometrici e parametri vitali.
Stiamo parlando di Wearable Biomedical System, abiti intelligenti con finalità mediche, e Comftech (che sta per Comfortable Technology) è considerata una delle startup più innovative in questo ambito.

“La vera sfida fu industrializzare i sensori tessili per matchare confort, sicurezza, qualità del dato, e non ultimo, prezzo. Non volevamo fare solo ricerca, volevamo arrivare ad un prodotto finito coerente anche nei costi, immettibile sul mercato ed utile. Il pragmatismo ha sempre fatto parte attiva della nostra mission.” Così commenta Alessia Molteni, docente in scienza e tecnologia dei materiali e amministratore delegato di Comftech.

immagineAlessia guida un team interdisciplinare di bio ingegneri, designer, softwaristi e ingegneri elettronici e collabora con una rete di medici, terapisti, associazioni e centri di Ricerca. “Abbiamo studiato ed investito molto per ottenere dei capi davvero confortevoli, che non limitano i movimenti e le attività quotidiane, ma che garantiscano anche accuratezza ed affidabilità del dato. Trovare l’equilbrio tra confort e qualità del segnale non è assolutamente banale, anche perché si tratta di un obiettivo da ricercare con specifiche diverse per ogni caso d’uso.”

Un tema molto sensibile e importante: il dato. Sì, perché non dimentichiamoci che lo scopo di questi abitini è preventivo e di monitoraggio e l’attenzione che Alessia e il suo team hanno per il dato, sia in termini di qualità che in termini di destinazione, è maniacale.

Ci racconta delle collaborazioni attive con società e enti che operano con competenze riconosciute in questo settore e dell’uso di algoritmi ed intelligenza artificiale impiegati: aspetti fondamentali se si vuole analizzare correttamente tutta la mole di informazioni raccolta dai sensori ed indirizzarli ai giusti destinatari. “Stiamo imparando cosa e come fare, ma soprattutto abbiamo imparato quanto delicato sia quest’ambito se vogliamo tutelare i nostri clienti; ci muoviamo solo laddove d’interesse per gli utenti e in un approccio estremamente pragmatico. Evitiamo l’effetto Wow….il famoso in medio stat virtus è sempre valido…”

Se finora il principale focus sono stati i bambini in età pediatrica, affetti da autismo e adolescenti, Alessia ci racconta che Comftech, si sta dedicando a sviluppare anche un sistema studiato ad hoc per l’adulto, per il settore fitness e sport. Specifiche applicazioni sono state realizzate per la Formula 1, il calcio professionistico e altri sport estremi e di squadra.

“È nostra convinzione che il mondo health e il mondo fitness sport stiano convergendo fortemente grazie all’interesse comune per il benessere psicofisico e per la prevenzione. Il mondo health vede nello sport e nell’attività fisica una strada per entrare nel quotidiano di una larga parte della popolazione e per “allenarla” a vivere meglio, il mondo sport ricerca nell’ health le competenze e la ricerca dell’affidabilità che possano dare un fondamento scientifico al nuovo ruolo che sta assumendo.”

5 brevetti, 2 clinical trials e l’ottenimento della certificazione come dispositivo medico, un importante apertura internazionale, ma che percorso ti ha portata fin qui? Chiediamo ad Alessia.

“Studi umanistici e poi un corso triennale all’Istituto Marangoni di Milano. I primi hanno affinato il mio senso critico, mi hanno introdotto alla disciplinata e appassionata ricerca costante del miglioramento, hanno contribuito a formare il mio pensiero che mi porta sempre a mettere l’uomo, forza e debolezze annesse e connesse, sempre al centro. Il secondo mi ha suggerito l’indagine e la ricerca del bello, che per me parte invariabilmente dalla conoscenza approfondita del materiale.”

Ricerca, dedizione, continua volontà di migliorare, tenacia e determinazione.
Queste battute finali di Alessia le rivolgiamo, in particolar modo, a tutte le ragazze che stanno leggendo e che si trovano a dover fare una scelta in ambito professionale.

“Sono imprenditrice di terza generazione, mia nonna prima e mia mamma poi, mi hanno insegnato quanto sia importante la passione per il proprio progetto , come sia rilevante averne una visione d’insieme, quanto sia strategico saperle trasmettere entrambe.”