Orfani di femminicidio, la legge c’è ma i fondi sono ancora bloccati

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Da una parte la mancanza, dopo oltre un anno, dei decreti attuativi per sbloccare i fondi. Dall’altra un decreto interministeriale in lavorazione per alzare gli importi degli indennizzi, previsti dalla direttiva Ue e entrati in vigore nel 2017. In mezzo le famiglie affidatarie, alle prese con il dramma degli orfani speciali, privati della madre per mano del padre, morto suicida o in carcere.

In Italia qualcosa si muove ma per le vittime secondarie di femminicidio il futuro resta incerto.  L’unica stima parla di “1600 orfani tra il 2000 e 2014, dei quali il 60% affidati ai parenti materni, lasciati soli dopo il trauma”, scriveva Anna Costanza Baldry,  docente, psicologa e criminologa premiata dal Presidente Sergio Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica, scomparsa il 9 marzo scorso.

La legge n.4 dell’11 gennaio 2018, entrata in vigore il 16 febbraio dello scorso anno, introduce per la prima volta tutele per gli orfani come l’accesso al gratuito patrocinio, l’assistenza medico-psicologica, la sospensione della pensione di reversibilità all’omicida, la possibilità di modificare il cognome. Sul fronte economico, il fondo per le vittime di mafia, usura e reati intenzionali violenti viene esteso agli orfani di crimini domestici, con 2 milioni di euro in più l’anno per borse di studio, formazione, inserimento lavorativo. La legge di bilancio stanzia, inoltre, 2 milioni per borse di studio e orientamento e 3 milioni a favore delle famiglie affidatarie.

Il problema è che sull’erogazione delle risorse è tutto fermo. “Siamo al lavoro per l’adozione dei regolamenti“, ci spiega Raffaele Cannizzaro, commissario per il Coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e reati intenzionali violenti. Per quanto riguarda invece gli indennizzi per le vittime di reati violenti, compresi gli orfani, “per fine aprile-inizio maggio sarà pronto il decreto interministeriale che moltiplicherà gli importi”, continua il commissario. I risarcimenti – ora al vaglio del Mef –  dovrebbero passare da 7200 a 50mila in caso di omicidio; da  8200 a 60mila euro se l’omicidio è commesso dal coniuge; da 4800 a 25mila per la violenza sessuale; 25mila euro per lesioni gravissime. Più 10mila per eventuali spese mediche assistenziali. “In tutto abbiamo risorse per 90 milioni“, ricorda Cannizzaro.

Al momento però per le famiglie le incognite sono troppe, i fondi pubblici per lo più bloccati e comuni e regioni si muovono autonomamente. Esempio virtuoso il Lazio, che ogni anno stanzia 5mila euro (10mila il primo anno) per ogni orfano, fino al compimento del 29esimo anno di età.