I greci la chiamavano filantropia. L’amore verso l’essere umano. Ed è quello che Veronica Bocelli, vicepresidente della Andrea Bocelli Foundation, vive e trasmette insieme a suo marito nei progetti di solidarietà presenti in Italia e nel mondo. Un impegno coinvolgente, dinamico, fatto di relazioni, di viaggi, di grandi speranze, ma anche di dolorose esperienze per aver talvolta dovuto selezionare iniziative e attività, mettendo da parte persone e realtà che avrebbero avuto bisogno di una mano. E’ l’amore per gli altri, il desiderio più nobile di restituire parte di quel che si è ricevuto. Non è facile, come invece potrebbe sembrare. Ci vuole anche una buona dose di coraggio, per farne un impegno quotidiano da affiancare al lavoro, alla famiglia, alle tournèe in giro per il mondo.
Da dove nasce l’idea e il progetto di Andrea Bocelli Foundation?
«Non c’è stato un “punto zero”, un evento in particolare: è stata la spontanea conseguenza di un progetto più ampio, esistenziale, di Andrea e mio. È una soluzione percorribile, emersa dell’esigenza via via sempre più chiara di non disperdere il patrimonio di relazioni e il legame di fiducia maturato da Andrea e dalla nostra famiglia con tante persone, nel mondo. Quello della solidarietà è un valore che i miei genitori mi hanno aiutato a comprendere ed a frequentare fin da quando ero una bambina. L’ipotesi di realizzare una fondazione si è fatta strada dal sostrato di esperienze di volontariato e di filantropia che Andrea ed io abbiamo avuto, con regolarità, già negli anni ‘90. Fino al 2011 mio marito ha partecipato a tante iniziative di solidarietà nel mondo, molte delle quali importanti ed efficaci, ma senza poter seguire davvero da vicino i singoli progetti, fino alla loro completa realizzazione. Abbiamo semplicemente maturato la convinzione che quanto facevamo non era abbastanza strutturato, duraturo, stabile, organico. Così ha preso corpo, nel 2011, quel “laboratorio vivo” che è ABF, un intermediario filantropico in grado di dare piena garanzia a chi, aderendovi, crede nella missione e nei progetti selezionati»
Come selezionate le azioni umanitarie da intraprendere?
«La mission di ABF (“Empowering people and communities”) è l’orientamento primario, per individuare al meglio un corretto raggio d’azione. In completa autonomia, o in partenariato, cerchiamo di ideare e realizzare progetti di sviluppo socio-economico che abbiano un orizzonte di medio-lungo termine. Al centro dei nostri progetti ci sono dunque le persone e le comunità. Per questo, quando scegliamo di operare in un luogo, per noi è importante il dialogo con le stesse, per comprendere bisogni, necessità, aspirazioni. Ad Haiti, così come in Italia, abbiamo scelto di intervenire in comunità dove il senso di appartenenza, di solidarietà, di cooperazione costituisse una solida base, in grado di essere valorizzata attraverso i nostri progetti, mirati a opportunità di crescita e di sviluppo. Credo che sia basilare concepire progetti d’ampio respiro, puntando sull’educazione. Educazione che, nel rispetto del prossimo, nella trasmissione di valori positivi, è il motore della società. Faccio mie le parole di Andrea, nel rimarcare come sviluppare e migliorare l’istruzione sia la risposta più efficace, per l’autoaffermazione di persone e comunità di appartenenza. L’educazione (musicale e non) contribuisca a realizzare l’unica grande rivoluzione auspicabile e possibile, quella interiore. La Andrea Bocelli Foundation cerca, commisuratamente ai propri mezzi, di fare la propria parte»
C’è una storia che l’ha colpita in particolare più delle altre?
«Mi è difficile circoscriverne una. Mi hanno colpito la cura, la responsabilità, l’orgoglio delle migliaia di studenti che frequentano le nostre scuole ad Haiti e che per raggiungerle attraversano, scalzi, molti chilometri in mezzo alla foresta, per poi cambiarsi e presentarsi alla soglia della loro classe con la divisa immacolata. Mi hanno colpito la gioia, l’affetto dei bambini che vivono in uno stato di povertà assoluta nella baraccopoli di Citè Soleil, e che con i loro sorrisi disarmanti accolgo ogni giorno i camion cisterna ABF-Fondation St Luc per la distribuzione dell’acqua, quando si dice “l’acqua è vita”. Mi hanno colpito gli immensi sorrisi e la serietà e la voglia di imparare dei nostri sessanta meravigliosi cantori di “Voices of Haiti”, filiazione di un progetto di educazione musicale che coinvolge migliaia di bambini. Con questi giovanissimi colleghi di Andrea abbiamo già vissuto tante esperienze indimenticabili, sul palco e fuori dal palco, al punto che li sentiamo ormai parte della nostra grande famiglia. Mi hanno colpito anche i nostri ragazzi di Sarnano, che dalle finestre della loro provvisoria sede scolastica seguivano ogni giorno, con trepidazione, la ricostruzione della loro scuola. Mi ha colpito la loro gioia, la loro riconoscenza, quando poi hanno visto compiuta la promessa che avevamo fatto loro, quando sono potuti entrare per la prima volta nel nuovo edificio scolastico, una loro seconda casa, bella, sicura, moderna. Ogni incontro è stato ed è motivo di crescita, di arricchimento personale. Chi è, come noi, nella possibilità di donare, è in una condizione assai più semplice e comoda, rispetto a quella di colui che è nella necessità di chiedere, di ricevere un sostegno. Non passa giorno che io non mi stupisca di quanto sia un grande privilegio, poter fare del bene!»
Ci racconta il vostro impegno in favore della ricostruzione a Muccia, dopo il terremoto?
«Dopo la realizzazione della Scuola ‘Giacomo Leopardi’ di Sarnano, in provincia di Macerata, inaugurata nel maggio scorso e realizzata in soli 150 giorni, la Fondazione ha deciso di realizzare un nuovo edificio con il medesimo approccio, appunto nel comune di Muccia, a pochi chilometri di distanza dal secondo cratere del sisma. Si tratta di un progetto già in fase di realizzazione, concretizzato di concerto con gli uffici del Commissario Straordinario del Governo per la Ricostruzione, beneficiari, gli studenti della scuola materna e primaria di Muccia. La nuova struttura scolastica definitiva verrà donata, come nel caso di Sarnano, “chiavi in mano” all’amministrazione locale. Il progetto della nuova struttura prevede la costruzione di un’ala dedicata all’infanzia ed un’ala dedicata alla primaria, realizzando, oltre alle aule di insegnamento, anche spazi dedicati alla musica, all’arte e alle attività di gruppo sia per i bambini che per la comunità. La superficie è di quasi 1000 metri quadrati con spazi comuni ampi, concepiti per diventare aree di condivisione, da utilizzare per lezioni informali o lavori di gruppo, per leggere o semplicemente per socializzare. Mi preme dire un rinnovato e sincero “grazie” perché sono tanti i contributi arrivati in questi mesi da aziende e famiglie italiane, a testimonianza di una vicinanza e di un grande spirito di solidarietà. Anche grazie alla campagna sms solidale “Con te – Educare per Crescere” e al supporto concessi ad ABF da Rai Sociale, e a la “La notte di Andrea Bocelli”, andato in onda prima serata su Rai Uno il 9 settembre alle 21:25, sono stati raccolti circa 270 mila euro».
Qual è un suo sogno personale rispetto al volontariato? Quale pensa debbano essere le azioni da compiere anche a livello politico, nazionale e internazionale?
«La solidarietà, come dice sempre Andrea, è sostanzialmente gioia di condividere. Mi piacerebbe che tutti ne saggiassero davvero l’intensità, verificando la quantità di bene che puntualmente ritorna a sé. Il mio sogno è che quella del volontariato divenga una pratica “normale”, che rientri nel quotidiano di tutti, di ciascuno di noi. Nulla di più prezioso e impagabile del tempo: ancor più dei denari, spesso è efficace ed utile il tempo. Quanto alle azioni da parte delle istituzioni, se penso all’Italia, un problema cogente è quello della burocrazia. Snellirla sarebbe fondamentale, poiché oggi tendenzialmente dilata la tempistica di qualsiasi percorso, anche il più virtuoso. Per il resto, posso giusto ricordare, sommessamente, ciò che mio marito spesso sottolinea, e cioè come non esista sogno non realizzabile, se si è in tanti a sognarlo, non esista problema irrisolvibile, se si uniscono le forze. Vale per la politica, vale per la vita tout court: “insieme” è la strada migliore, è la parola magica».