Perché diventare imprenditrice ha insegnato la vita ai miei figli

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435 scuole in franchising in diversi Paesi del mondo, di cui 20 in Italia, oltre 100 milioni di euro di fatturato complessivo all’anno, circa 3mila professionisti come collaboratori, più di 137mila bambini e ragazzi come studenti. Sono i numeri di Kids&Us, network di scuole per l’insegnamento dell’inglese a bambini e ragazzi fondato nel 2003 da Natàlia Perarnau Comajuncosa in Spagna, a Manresa. “Dirigevo la mia scuola di inglese per ragazzi utilizzando il metodo di insegnamento tradizionale – racconta l’imprenditrice -. Quando nacque mia figlia Laia iniziai a parlarle in inglese per una decina di minuti al giorno. Con mia grande sorpresa, dopo pochi anni mi resi conto che Laia era in grado di capirmi e di costruire semplici strutture grammaticali in quella lingua. Iniziai a studiare l’apprendimento precoce e sviluppai un metodo innovativo destinato a studenti più giovani rispetto a quelli che, fino a quel momento, avevano frequentato la mia scuola”.

Natàlia Perarnau Comajuncosa

Nasce così Kids&Us, che parte senza un vero e proprio capitale iniziale: “Potevo contare solo su alcune entrate sufficienti a permettermi di investire nel mio progetto, sviluppandolo di mese in mese – spiega Perarnau Comajuncosa -. L’investimento più importante in questo progetto è stato in termini di tempo e dedizione. Ho imparato a fare cose che non avrei mai immaginato, tra cui usare programmi di grafica, inventare canzoni e occuparmi di marketing“.

Qual è stata la sfida più importante che ha dovuto affrontare e come l’ha superata?

Stavo per vendere alcuni locali per finanziare una scuola Kids&Us più adeguata e capiente, proprio nella mia città. Questo centro sarebbe dovuto diventare la nostra “flagship school”. A causa della crisi immobiliare il possibile compratore si tirò indietro, dopo che io avevo già acquistato il nuovo locale ed effettuato i lavori. Questo accadde a giugno, proprio all’inizio del lungo periodo estivo in cui la mia attività si interrompeva del tutto, così come le mie entrate. Inoltre, mio marito aveva lasciato il precedente lavoro per entrare a far parte del progetto. Da un giorno all’altro mi ritrovai a dover pagare mezzo milione di euro che, naturalmente, non avevo. Ipotecai nuovamente la casa e mi adoperai per inventare attività alternative in grado di garantirmi nuove entrate e consentirmi di pagare i miei debiti. È così che sono nati i centri estivi Kids&Us: dalla necessità.

Perché ha scelto il franchising per crescere?

Desideravo che il nostro metodo raggiungesse il maggior numero possibile di bambini. Per questo motivo nel 2005 abbiamo dato inizio all’espansione di Kids&Us attraverso le licenze e due anni dopo sono nate le prime scuole in franchising. Nel nostro caso il modello del franchising era l’unico in grado di rendere il metodo scalabile e replicabile.

Quali sono i suoi obiettivi nei prossimi 5 anni?

A livello professionale puntiamo a consolidare la nostra presenza nei mercati in cui siamo già presenti e, soprattutto, nel vostro Paese. Il nostro obiettivo è diventare il principale punto di riferimento in Italia nel campo dell’insegnamento dell’inglese rivolto a bambini a partire da 1 anno di età”.

Un consiglio alle donne che vogliono fare impresa.

Senza alcun dubbio avviare e gestire un’attività comporta notevoli rinunce dal punto di vista personale e familiare. Ma ho capito anche che, sebbene il tempo trascorso con i nostri figli sia molto importante, è la qualità di questi momenti ciò che conta di più. Inoltre, mi rendo conto che la mia esperienza professionale ha trasmesso ai miei figli l’importanza di lottare per i propri sogni. I miei figli hanno dovuto imparare a essere autonomi e per me questa è una conquista dal valore incalcolabile.
Consiglierei a tutte le donne imprenditrici di non cercare di diventare Wonder Woman ma di dedicare tempo e impegno a ottenere ciò che davvero apporta valore alla loro vita. Tutto il resto può essere delegato
“.