Ragazzi che trovano lavoro immediatamente dopo la scuola. Ragazzi che imparano giocando con le nuove tecnologie. Professori aggiornati. Un bambino che gioca con le bambole, una bambina che gioca a calcio in cortile: benvenuti nella scuola immaginaria dove ognuno è libero di esprimere i propri talenti. Tutti vorremmo una scuola che sappia valorizzare il talento e le diversità di ogni bambino e bambina, sappia motivare invece che punire, sappia valorizzare la tecnologia e non solo vietarla, sappia parlare con le imprese per preparare i ragazzi al lavoro e non progettare della formazione lontano dalle competenze richieste dal mercato del lavoro.
La scuola che vorrebbero i giovani italiani non è quella attuale come dimostrato da un’indagine condotta da InTribe in collaborazione con Il Salone dello Studente, in seno all’Osservatorio sul Digital Mismatch.
All’indagine (ancora in corso, si concluderà a marzo 2019) hanno ad oggi risposto 1.772 studenti delle scuole superiori di tutta Italia. Il quadro che emerge fa riflettere ma non stupisce: solo l’11% dei ragazzi raccomanderebbe la scuola italiana e chi non è soddisfatto lamenta principalmente la scarsa tecnologia nelle aule e il mancato aggiornamento di professori e programmi formativi. Questo ha un impatto anche sull’acquisizione di competenze tecnologiche che resta abbastanza scarsa nella scuola italiana. Il 62% degli studenti ritiene che la scuola non abbia aumentato le loro competenze tecnologiche, o lo abbia fatto in modo non sufficiente ad essere competitivi nel mercato del lavoro. Neanche i professori le posseggono e non sono aggiornati tant’è che il 78% degli studenti italiani ritiene di essere più aggiornato dei professori dal punto di vista tecnologico e digitale. Ovviamente il digitale si impara utilizzandolo, quindi, laddove necessario, il 32% degli studenti italiani dichiara di aver acquisito le competenze tecnologiche e digitali seguendo tutorial su YouTube.
Altra nota dolente è il rapporto tra studio e lavoro. Dall’indagine emerge inoltre che l’85% degli studenti italiani ritiene che la scuola non li prepari al mondo del lavoro. Questa percezione si spiega facilmente con il tasso di disoccupazione giovanile che cresce fino a raggiungere il 32,5% secondo gli ultimi dati Istat disponibili (Ottobre 2018).
La scuola che vorrei è una scuola innovativa, divertente, inclusiva e professionalizzante proprio come lo raccontano queste bambine e bambini.
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