CR7 a scuola, proposta indecente?

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Lo sport, da sempre è catalizzatore di attenzioni, da parte degli adulti ed anche dei bambini. Gioco, svago, passatempo, e insieme passione che unisce e aggrega. Nel nostro Paese il più praticato e il più seguito è senza dubbio il calcio e nelle ultime settimane, ad attirare gli sguardi e la curiosità di molti tifosi è stato l’arrivo di Cristiano Ronaldo in Italia, un colpo di mercato da parte della Juventus F.C., in parte inaspettato.

CR7 per gli intenditori: questo il marchio del giocatore che ha fatto del suo nome un vero e proprio brand. Milioni di followers su instagram, Ronaldo ha collezionato palloni d’oro e trofei, sia nella Liga spagnola sia nelle competizioni europee, è il giocatore che fa sognare con i suoi colpi da campione, con la sua tecnica e le sue doti da atleta completo.

L’importanza dello sport è riconosciuta, ormai. Non è solamente un gioco: per i bambini in età scolare diventa una disciplina, un modo per crescere in modo armonioso e salutare, un modo per includere, per confrontarsi, per conoscere se stessi e i propri limiti. Il prof. Pierluigi Palmieri, docente universitario alla LUMSA, presidente dell’associazione “Credici”, promotrice di progettualità sullo sport, ha, di recente, lanciato una provocazione durante una sua intervista al Corriere dello Sport: “Se ne parla così tanto di Ronaldo che potrebbe diventare materia di studio a scuola”.

Ho subito pensato a mio figlio, un ragazzino di quasi undici anni, amante del calcio e l’ho immaginato con gli occhi spalancati, incantato ad ascoltare la storia del suo idolo, ed ho sorriso. Una proposta non proprio fuori dalle righe, se pensiamo che in altri Paesi, nelle scuole lo sport è già disciplina di studio, non solo un’ora settimanale da trascorrere in palestra.

Perché sarebbe interessante approfondire la storia dei campioni dello sport? iIn primo luogo, ogni sport ha una sua storia, affascinante e particolare, che lo rende unico e, cosi come la letteratura, può avere i suoi “poeti” e i suoi “filosofi”, secondo il prof Palmieri. Uomini e donne di sport possono essere considerati artisti nella loro disciplina e inoltre, lo sport potrebbe diventare uno spunto di approfondimento per lo studio di altre materie, come la geografia, la storia, le scienze, la biologia. Una sorta di sfondo integratore, di filo nascosto che collega persone a luoghi e luoghi a storie passate e recenti.

Se pensiamo agli eventi mediatici più seguiti, come le Olimpiadi o i Mondiali di calcio, sarebbe davvero interessante per gli alunni, integrare la storia dello sport con la storia dei posti in cui si svolgono le gare, oppure approfondire le particolarità paesaggistiche, o trovare ulteriori spunti di riflessione.

Lo sport come materia di studio e non solo. Sport come resilienza, come superamento degli ostacoli, come accettazione della sconfitta, come impegno, come motivazione. Quanti atleti possono essere citati, come esempio vivente di uomini e donne che hanno fatto imprese coraggiose? Oppure hanno superato situazioni insostenibili? Mi viene in mente Alex Zanardi, che ha affrontato ciò che chiunque ritiene un incidente gravissimo e irreversibile. Un pilota che perde entrambi gli arti inferiori a causa di un terribile scontro in gara. Alex non solo ce l’ha fatta, ma è diventato un testimonial importante, continua a praticare sport, a camminare con le sue protesi. Non si è arreso.

Ecco cosa insegna lo sport, a non arrendersi, mai. La fatica, il sudore, il dolore, la sconfitta, la caduta, gli infortuni. Lo sport è una metafora della vita stessa. Cadere e rialzarsi. Porsi degli obiettivi, programmare delle sessioni di lavoro per raggiungerli, accettare qualche battuta d’arresto e ritrovare lo slancio per ripartire. Lavorare in gruppo e per il gruppo, faticare e “fare assist”, difendere, attaccare, scoprire la pazienza, quella che serve per aspettare di migliorare, per competere, e magari vincere.

Uomini e donne di sport possono diventare davvero esempio e motivo di riflessione per i bambini e le bambine, perché la disciplina sportiva ha in sé dei valori inestimabili. Insegnare lo sport a scuola, raccontare ai ragazzi e alle ragazze le gesta dei “filosofi” e “poeti” del calcio, del tennis, del basket, dell’atletica potrebbe diventare davvero un momento emozionale e motivazionale, per arricchire ed ampliare le conoscenze delle altre discipline e per riflessioni e confronti di carattere psicologico e filosofico.

Insegnare “CR7” a scuola, dunque, non è una proposta impossibile, se pensiamo al valore che ha lo sport nella vita e a cosa può significare per chi lo ama e lo pratica e anche per chi lo segue con interesse.