“I cittadini del 2050 hanno optato per l’utilizzo delle criptovalute e tutta una serie di nuove monete virtuali che rappresentano un vero e proprio stile di vita: impactcoin, che si legano all’impatto positivo generato dall’individuo; environmentcoin, che premiano la tutela dell’ambiente; educoin, che misurano il livello d’istruzione, e molti altri strumenti legati a complesse formule di rating dei cittadini che sono abitualmente accettati come mezzi di pagamento da negozi, aziende, individui e nazioni.”
A parlare è Cristina Pozzi, direttamente dal futuro. Da un futuro immaginato, ovviamente, fantasticato, da Cristina che si occupa di innovazione tecnologica in veste di imprenditrice, formatrice, advisor e angel investor per diverse startup. Quando nel 2017 ha pubblicato il libro 2050: guida (fu)turistica per viaggiatori nel tempo, già da qualche anno cavalcava l’onda tecnologica, come ama dire lei che pratica anche surf. Nel 2016, infatti, con Andrea Dusi aveva fondato Impactschool, un progetto che con seminari e laboratori gratuiti rivolti agli studenti, e percorsi di formazione per aziende e professionisti, ha lo scopo di educare all’innovazione e creare consapevolezza sui suoi impatti sociali ed etici nelle nostre vite.
Cristina e Andrea collaboravano insieme già da molto tempo, ed erano reduci da un’esperienza importante e totalizzante: nel 2006 avevano creato insieme Wish Days, società che realizzava cofanetti di experience gift il cui marchio, Emozione3, è stato acquistato proprio nel 2016 dal principale competitor, la multinazionale SmartBox. “In quei dieci anni abbiamo provato e sperimentato circa 40 marchi diversi, oltre a Emozione3, cercando soluzioni innovative per mettere a frutto gli asset che avevamo. Già da qualche anno io e Andrea eravamo tornati a dedicarci allo studio, guardavamo a quello che accadeva all’estero, investivamo in alcune startup di cui ci interessava il lavoro per avere stimoli per la nostra impresa. Poi mi accorgevo che quando tornavo in Italia e raccontavo quello che avevo visto, la reazione generale era rispondere che tanto era fantascienza, lontana dal realizzarsi. Io invece vedevo chiaramente che non solo l’avrebbero sperimentata i nostri nipoti, ma probabilmente anche noi direttamente. Da qui è nata l’urgenza di divulgare il più possibile, di contribuire a creare la consapevolezza che serve per affrontare i cambiamenti che ci troveremo di fronte.”
Dall’avere l’idea al realizzarla il passo è stato breve. Continua così il racconto di Cristina: “Quando abbiamo venduto, e ha cominciato a pioverci addosso la fatidica domanda “dopo cosa farete?” ci siamo resi conto che sapevamo già cosa volevamo fare: avevamo un blog in cui facevamo divulgazione sulle nuove tecnologie che incontravamo, dovevamo solo strutturare di più l’idea. È così che abbiamo iniziato a concretizzare Impactschool”. Ed è così che i fondi economici del primo progetto sono stati rimessi in (virtuoso) circolo, e il loro coraggio imprenditoriale, già ampiamente premiato, li ha spinti a partire senza un preciso modello di business ma seguendo un’urgenza chiara e lucida.
Ad oggi Impactschool ha realizzato più di 170 eventi tra workshop, talk e conferenze, su tematiche come l’intelligenza artificiale, la blockchain, la stampa 3d, le biotecnologie, il coding, la robotica e tutte le implicazioni etiche e sociali dei cambiamenti che comporteranno. A questi eventi, e al dibattito portato avanti dalla school sui social e un magazine online, collabora un gruppo di Ambassador qualificati, costantemente in aggiornamento. “I nostri percorsi sono rivolti a studenti dai 14 anni in su. Ho notato una differenza sostanziale tra i più giovani e gli universitari, ma non so ancora se farne una questione generazionale o se si tratta di un cambiamento di mentalità naturale con la maggiore età: i più piccoli sono aperti al cambiamento, al futuro, sono ottimisti, mentre gli universitari sono pervasi da un senso di sfiducia, delusione, paura. Naturalmente parlo in generale, ma è importante per noi adesso passare il concetto che il futuro da una parte ha delle opzioni disponibili, ma dall’altra è indirizzato dalle scelte del presente. Se vediamo un futuro nero, faremo scelte che ci porteranno a concretizzarlo così come lo vediamo. Ecco perchè la formazione è importante: offre gli strumenti per leggere le opzioni disponibili in tutta la loro varietà”.
Forse per questo Cristina ha scritto il libro futuristico citato all’inizio: per condividere la sua visione ottimista, spiegandola, arricchendola di dettagli fantastici ma estremamente realistici, e sempre con chiarezza e leggerezza. “The future is open source” è il claim di Impactschool. “Per noi significa questo: il futuro è di tutti e tutti hanno il diritto ma anche la responsabilità di collaborare per contribuirvi. Chi con suggestioni e ideali, chi facendo piccole o grandi azioni ogni giorno”. Dal 2050, è tutto.