Scalare l’Everest a 50 anni: Anna Czerwińska, polacca, è stata nel 2000 la più anziana donna a compiere quest’impresa. E questo è soltanto uno dei suoi primati come scalatrice. La giovanissima Laura Dekker, classe 1995, a 15 anni ha compiuto il giro del mondo in barca a vela in solitaria. E Rosie Swale Pole è una runner che detiene un record assoluto, non solo femminile: la prima persona a fare il giro del mondo correndo. Un’impresa iniziata nel 2002 e durata 5 anni e 52 paia di scarpe.
Da sempre gli esploratori e coloro che si mettono alla prova in sport estremi sono dei punti di riferimento anche per chi conduce una vita normale. Una fonte di ispirazione che apre una breccia nella nostra ordinarietà e ci mostra come superare i propri limiti non solo sia possibile, ma immensamente appagante. Tanto più di ispirazione sono questi personaggi quando sono donne e mostrano alle bambine e alle ragazze, ma anche ai bambini, che ci possono essere dei modelli diversi da quelli che sembrano essere socialmente comuni per una donna. Donne fiere, forti, coraggiose, indipendenti nelle loro missioni solitarie, fiduciose nelle proprie capacità.
A queste donne si ispira la campagna She Moves Mountains. Ideata dal marchio sportivo The North Face, la campagna ha lo scopo di celebrare le imprese di donne di tutto il mondo, esploratrici e atlete che conquistano vette o vincono gare da record. Si tratta di una campagna globale, che in alcuni Paesi coinvolge direttamente delle associazioni o gruppi che svolgono un lavoro sul campo usando lo sport all’aperto come esperienza positiva di aggregazione e crescita personale, come nel caso della community Never Stop Milano.
L’idea è di utilizzare sui social l’hashtag #shemovesmountains per diffondere e dare visibilità alle imprese di donne di tutto il mondo, azioni grandi o piccole di esplorazione o sport nella natura, invitando anche le giovani generazioni a scegliersi un modello di ispirazione e raccontarne la storia. Il marchio mette a disposizione una piattaforma di storytelling in cui queste storie verranno condivise, accanto a quelle delle atlete selezionate da North Face. Ma la campagna non si rivolge solo ad atlete professioniste che pratichino agonismo, anzi lo scopo è proprio quello di valorizzare lo spirito di avventura e il sentimento di forza e self-empowerment che sta dentro a queste storie, come qualità che poi si riversano anche nella quotidianità e in ambito lavorativo, qualunque sia la professione svolta.
Ambassador della campagna sono l’alpinista Hilaree Nelson, le climber Ashima Shiraishi e Margo Hayes, e Fernanda Maciel, ultrarunner nonché sostenitrice di importanti cause umanitarie. Ma anche l’attrice America Ferrera e la scienziata Nasa Tiera Guinn Fletcher, modelli positivi per le donne al di fuori dell’ambito sportivo. Per l’Italia hanno aderito al progetto Francesca Marta Pavesi, sciatrice freestyle, e Valentina Bouwmeester Chiodo, appassionata di windsurf. Guardando le fotografie in azione di queste atlete e leggendo le loro imprese e i record che detengono, non si può non rimanere sorpresi e colpiti, ma soprattutto percepire la sensazione di possibile che le loro storie ci regalano, facendo sembrare più piccoli i problemi della quotidianità.
Alley Oop ha intervistato Fernanda Maciel, classe 1981, brasiliana residente in un piccolo villaggio sui Pirenei. La sua specialità è l’ultrarunning, sostanzialmente una corsa outdoor che può svolgersi in montagna o nel deserto, comunque su sentieri naturali. Oltre a questo Fernanda è un avvocato ambientalista, e più di una volta ha usato la corsa per promuovere cause ecologiche e umanitarie, come nel caso del suo progetto White Flow, che l’ha vista correre tra le favelas del Brasile, o in Nepal, o lungo il cammino di Santiago.
Fernanda, quali sono le skills che dalla pratica sportiva porti nella tua vita quotidiana?
Fiducia, disciplina, coraggio e rispetto. E poi consapevolezza e ascolto: devo sforzarmi di comprendere la montagna senza tralasciare le componenti fisiche, mentali, emotive e spirituali del mio corpo. Bisogna essere sempre centrati nel qui e ora, osservare il momento.
Quanti anni avevi quando hai capito che per te la pratica sportiva era così importante da non poterne fare a meno?
Praticavo ginnastica artistica all’età di 10 anni. La mia vita ruotava attorno a studio e allenamento. Poi sono cresciuta, ed è diventata lavoro e allenamento. Sapevo di non poter vivere senza sport, ma sapevo anche che dovevo fare cose diverse, lavorare come una persona normale. L’età poi non deve essere un limite. Ho visto una runner di 95 anni.
Sul suo impegno ambientalista poi afferma:
“Sono una fan degli sport outdoor perché insegnano alle persone valori positivi, come il rispetto della natura, e rendono più facile comprendere che gli esseri umani non saranno mai i proprietari della Terra. Forse possono pensare di esserlo, come se fossero degli animali intelligenti e potenti, ma la verità è che non lo siamo. Quando corro in condizioni estreme, sento in modo ancora più chiaro che non potrò mai avere il controllo dell’ambiente esterno.”
Per seguire la campagna si può iniziare facendosi ispirare dal video promozionale, o curiosare i contenuti con l’hashtag #shemovesmountains per scoprire molte storie nascoste nelle pieghe di una insospettabile quotidianità. A partire dalla nostra Francesca Pavesi, neolaureata alla Bocconi e appassionata di freestyle sci. C’è da sperare che a chi come lei sfida certe discese e salti, il soffitto di cristallo farà decisamente meno paura.