Violenza contro le donne, violenza di genere, violenza sulle donne, femminicidi. Le parole non ci sono più, o forse non sono abbastanza. Il conteggio delle donne uccise, di quelle abusate, di quelle che subiscono e non sono ascoltate, di quelle che non riescono a far sentire la loro voce è in costante aumento. Non è un’emergenza, purtroppo, perché le emergenze sono momentanee e passano. Questa è la nostra quotidianità, è la vita ‘normale’ che ci passa accanto e che spesso non riusciamo a vedere.
Per questo serve parlarne, di più e in modi sempre diversi. Parte da qui, “da un moto di indignazione”, racconta Marco Manzoni di Studio Oikos, l’idea che è diventata un progetto, senza alcun fine di lucro, di una serata – con al centro la riflessione sul maschile odierno – che metta insieme più voci su un tema così importante e forte e che possa anche pensare di passare dal piano simbolico a quello pratico, con il coinvolgimento diretto delle istituzioni. Nasce così la serata ‘culturale e civile’ dal titolo provocatorio Sei mia, con la scritta cancellata nel logo, ideata da Manzoni (curatore di progetti culturali e scientifici che alla base del suo lavoro mette l’etica, la memoria e la spiritualità) insieme alla sociologa Carmen Leccardi, tra i relatori della serata che si terrà al Piccolo Teatro – Teatro Studio Melato di Milano il 23 marzo prossimo (qui il programma e l’iscrizione all’evento, gratuita).
“Il nostro è un invito a essere presenti – spiega Manzoni – sia per il mondo culturale e scientifico milanese che non si è mai molto esposto su questo tema, sia per la la società civile e le associazioni, che operano sul territorio”. Un confronto che metterà sul tavolo punti di vista e interpretazioni differenti sul fenomeno, con lo scopo “di mettere in luce l’importanza dell’ascolto reciproco e della valorizzazione delle differenze, che diventino una ricchezza e non un limite”. Portare il discorso su un piano di confronto culturale e di comprensione significa voler mettere in luce quanto il dramma della violenza contro le donne sia una questione culturale, che richiede un cambiamento di paradigma che la nostra società sta facendo fatica a favorire. “Non ci aspettiamo soluzioni o risposte miracolanti – spiega Manzoni – ma vogliamo dare un contributo all’opinione pubblica cittadina e vogliamo anche che questo momento rappresenti una chiamata simbolica a una nuova responsabilità maschile: i maschi sono troppo assenti, troppo distratti, troppo silenti su questo tema”.
La violenza contro le donne non ammette giusitificazioni. E le spiegazioni non devono servire a capire nel senso di giustificare: “Il male è ingiustificabile – ribadisce Manzoni – detto questo, ci dobbiamo interrogare sulle radici arcaiche di questo fenomeno che sempre è esistito senza rassegnarci, chiederci come possiamo oggi limitare questo fenomeno disumano e chiederci se ci sono anche altri fattori che nella nostra contemporaneità stanno influenzando gli episodi e la cultura della violenza, come per esempio il rapporto di potere tra i generi”.
Un’altra novità dell’approccio proposto riguarda il coinvolgimento diretto delle istituzioni culturali della città che “potrebbe e dovrebbe, nel nostro auspicio, diventare molto pratico: si è raccolto un ampio ventaglio di istituzioni intorno a questo progetto e noi speriamo che questa presenza sia significativa dal punto di vista progettuale, perché ognuno si attivi nel proprio campo e si faccia carico della sua parte di cambiamento culturale nella nostra società”, spiega Manzoni. Non da ultimo, la scelta del luogo: “Siamo in un luogo di eccellenza dell’ascolto e della parola che è il Piccolo Teatro, luogo deputato per ascoltare e ascoltarsi. E il teatro darà il suo contributo con letture di brani teatrali che permetteranno di approfondire le riflessioni sul tema”.
Noi di Alley Oop ci siamo occupati a più riprese di violenza contro le donne, anche con la pubblicazione dell’ebook #Hodettono, scaricabile gratuitamente a questo link.