Togliamoci il dubbio una volta per tutte: il multitasking non esiste, non è fisicamente possibile per il nostro cervello.
Possiamo dedicare attenzione a una sola cosa alla volta, possiamo farne due solo se l’altra va in automatico, ossia “non richiede attenzione”, e quindi occupa porzioni di cervello differenti dalla corteccia prefrontale. La notizia sembra disastrosa: alla perenne ricerca di tempo extra, la possibilità di fare più cose insieme ci sembrava l’unica strada per la sopravvivenza. Ma è sempre il cervello a darci la soluzione.
Le ricerche scientifiche rivelano infatti che, quando cerchiamo di fare due cose insieme, la nostra mente sposta velocemente l’attenzione dall’una all’altra. Il focus va sulla prima azione, poi immediatamente sulla successiva, e il lobo frontale del nostro cervello decide a quale attività dare la priorità.
Potremmo quindi definirci, invece che multitasking, “multi-shifting”: ossia capaci di spostare (“shift”) velocemente la nostra totale attenzione da un’attività a un’altra.
In questo modo possiamo farne molte, e bene, in rapida successione. Il multishifting è dunque il “trucco” che, se lo sappiamo padroneggiare, può regalarci del tempo extra: tra cui anche, magari, il tanto ambito e ricercato “tempo per me”.
Per esempio, proprio usando il multi-shifting, e quindi dedicando la massima attenzione a una singola cosa anche solo per pochi minuti, ieri ho potuto:
1) Shift da 5 minuti (sotto la doccia): godermi alcune canzoni della nuova compilation di musica arrivata con amore dal Portogallo
2) Shift da 13 minuti: andare in motorino da un posto a un altro senza fretta, approfittando degli automatismi della guida per far vagare i pensieri
3) Shift da 10 minuti: prendere il solito caffè del mattino con il mio collaboratore Raffaele: momenti preziosi tra il personale e il professionale, che fanno iniziare bene la giornata
4) Shift da 15 minuti: ballare con i miei bimbi dopo cena, facendo a gara a chi era più funky e sentendomi libera, “come se nessuno mi guardasse” (e così era)
5) Shift da 20 minuti: sedermi in poltrona per leggere un libro e poi decidere che quei minuti potevo dedicarli alla mia mamma, che sta a Roma, e quindi telefonarle.
Ognuno di questi momenti e di questi gesti, durato tra 5 e 20 minuti, è stato un intenso “tempo per me”, in cui grazie alla possibilità di esserci totalmente ho ricaricato le batterie, sentendomi privilegiata. Quindi… viva il multi-shifting!