Come spiegare il terremoto ai bambini e renderli più forti

“Mamma, ho paura del terremoto”, mormora Alice (3 anni) nel buio della sua cameretta. “Amore, tranquilla. Qui non c’è il terremoto. Ma lo sai cos’è il terremoto?” chiede la mamma dal momento che vivono in una città non colpita e che la bambina non ha mai visto un telegiornale. “Non lo so cos’è. Ma nonno quando è andato a dormire in Abruzzo lo ha sentito” risponde Alice.

Poche parole, captate probabilmente in una conversazione fra adulti, sono bastate a trasmettere la paura. Quanto più forte deve essere il terrore che provano i bambini, che sono stati svegliati in piena notte per fuggire fra le urla dei vicini e dei parenti?

Il terremoto è un evento traumatico molto forte, che costringe chi lo vive in prima persona, ad abbandonare le certezze: la propria casa, gli oggetti familiari, la sicurezza. Già noi adulti fatichiamo a trovare la razionalità in ciò che di brutto accade, ma ancora più complicato è cercare di spiegare ai bambini le situazioni drammatiche. Sono i bambini, infatti, i primi a vivere momenti di angoscia e paura. Non solo chi vive da vicino il dramma, ma anche chi lo guarda in tv.

Il lunedì successivo al terremoto del 30 ottobre, i miei alunni, che vivono ben lontani dall’epicentro, sapevano descrivermi tutto ciò che era accaduto, come se l’avessero vissuto in prima persona. I bambini hanno bisogno di sentirsi al sicuro, hanno bisogno di qualcuno che spieghi loro la realtà, cercando di evitare traumi. Ma spesso genitori e insegnanti si sentono impotenti di fronte ad eventi così poco spiegabili. Viene loro incontro la Protezione Civile, che con un progetto didattico delle sezioni di Bastia Umbra e di Pietralunghese ha realizzato un cartone animato su come comportarsi in caso di evento sismico a casa, a scuola e negli spazi aperti.

Non solo. Anche Save the Children, in occasione del sisma del Centro Italia, ha fornito consigli per la tutela dei bambini, sia per quelli coinvolti direttamente dal sisma, sia per quelli che hanno visto alla tv le drammatiche immagini.

Gli educatori, gli insegnanti e gli adulti, in generale, hanno il fondamentale compito di parlare ai piccoli e ascoltarli, per comprendere meglio la loro percezione dell’evento.
Seguendo le indicazioni, mi accorgo dell’importanza di rassicurare i bambini, innanzitutto, istruendoli sul da farsi, in caso di terremoto: questo li rende meno insicuri e infonde loro un senso di controllo sugli eventi. Un evento catastrofico può tramutarsi in un’opportunità per spiegare ai bambni l’importanza della solidarietà e dell’aiuto reciproco: questo li farà sentire meno soli. Quasi sempre i più piccoli traggono beneficio dalla ripresa delle attività abituali: nei centri colpiti, la scuola ricopre un ruolo fondamentale, assicura la continuità della comunità, assicura la socializzazione e il confronto. Sapere che chi soffre non è mai lasciato solo, attraverso la rete di volontari, psicologi, educatori, protezione civile e croce rossa, contribuisce poi al senso di sicurezza e protezione.

E poi c’è il mondo della fantasia e della creatività. Esistono delle storie adatte ai bambini, per spiegare il perché la Terra trema, come la leggenda indiana, secondo cui il nostro pianeta poggia su quattro elefanti, in equilibrio su una tartaruga e un serpente. Sicuramente, l’argomento, non è semplice, ma con le parole giuste, molto si può fare, per infondere sicurezza nei bambini, per far capire loro che, in qualche modo, la vita vince sempre e che tutti siamo in grado di superare momenti tristi, grazie alla resilienza e grazie alla solidarietà.