Gli adulti non leggono. O almeno, leggono molto poco. La soluzione? Catturarli da piccoli con la passione per i libri. I dati Istat, d’altra parte, sono sconsolanti: nel 2015, infatti, il 10% delle famiglie italiane, ha dichiarato di non possedere in casa alcun libro. Solo il 14% della popolazione italiana può essere definita “lettrice costante”, mentre il 60% di ragazzi fino ai 19 anni, ha dichiarato di aver letto solo un libro nell’ultimo anno.
Una risposta nell’immediato, a questo stato di cose, è “Libriamoci!”, un’iniziativa promossa dal Ministero dei beni Culturali, dal Ministero dell’Istruzione e dal MIUR, che intende avvicinare i ragazzi alla lettura, giunta alla terza edizione. Dal 24 al 29 ottobre, i dirigenti scolastici e gli insegnanti sono invitati ad organizzare iniziative ed eventi dedicati alla lettura “ad alta voce”, in forme svincolate dal programma di studio. L’obiettivo è proprio quello di catturare sempre nuovi lettori, di appassionare bambini e adolescenti alla lettura, attività che permette di sviluppare l’intelligenza creativa ed emotiva, la capacità immaginativa e relazionale. La lettura aggiunge un tassello fondamentale al personale cammino di alfabetizzazione di ogni studente.
Il Centro per Il Libro e la Lettura, coordinatore dell’evento, pur lasciando la massima autonomia di scelta degli autori e dei libri, suggerisce per quest’anno un tema importante come la “legalità” da approfondire. Così comei testi di Roald Dahl nel primo centenario dalla nascita.
Un’altra risposta alla mancanza di lettori arriva dal Regno Unito, dove la responsabile del dipartimento di lingua inglese di una primary school, Kornel Kossuth propone di inserire nel programma scolastico almeno un’ora di narrativa a settimana. C’è ben poco da stupirsi di fronte alla proposta: basta pensare che tra i libri letti da bambini e ragazzi, il 99% riguardano testi d’uso prettamente didattico.
L’ “ora di narrativa” sarebbe qualcosa di più che limitarsi a leggere. Scegliere un libro, leggere a voce alta, scambiarsi opinioni, impressioni, sottolineare frasi che colpiscono particolarmente, illustrare con disegni ciò che più è rimasto in mente: questo approccio “libero” potrebbe rivelarsi utile, nelle scuole, per avvicinare i bambini e i ragazzi alla lettura.
Insegnare agli alunni a leggere non è tutto. Bisogna insegnare loro ad amare la lettura. Questo è possibile quando la narrazione diventa gioco, piacere, esperienza. Si legge per entrare in un mondo immaginario, per vivere nuove “vite”, per vedere la realtà con altri occhi, oltre che per arricchire le conoscenze. E allora diventano necessarie le biblioteche, in ogni scuola, fin dalla prima infanzia. E non solo. Diventa necessario un luogo “magico” dove ogni alunno possa accostarsi alla lettura, un angolo dedicato, un “salotto” costruito anche dai bambini stessi, con materiale da riciclo, ad esempio.
E poi leggere è anche terapeutico: aumenta la capacità di empatia, di relazione e aiuta addirittura a curare i disturbi dell’umore e dell’ansia. Buona lettura, non solo questa settimana.