Era il 2002 quando l’esperta di etichetta Jaqueline Whitmore lanciò una campagna negli Stati Uniti per incoraggiare un uso più rispettoso del telefonino nei vari ambiti lavorativi e sociali. Da allora il mese di Luglio è diventato il mese nazionale sull’educazione all’uso del cellulare.
Possiamo solo immaginare che da allora il numero di utenti – negli Usa e nel resto del mondo – sia solo cresciuto, che l’abitudine ad avere il telefonino con sè (a volte una vera simbiosi ) sia ormai un fatto compiuto e che di conseguenza il comportamento che ne deriva sia effettivamente più orientato all’immediato beneficio dell’utente che non all’attenzione al prossimo. Probabilmente certe (cattive) abitudini saranno così diffuse nei prossimi anni che ci porteranno a considerare l’interferenza di questi strumenti nelle relazioni interpersonali come qualcosa d’inevitabile e socialmente accettabile.
Ma quali sono i quattro errori da non fare?
1. Dare più attenzione al proprio smartphone che alle persone che sono con noi
In una riunione di lavoro è segno di sufficienza, poca serietà, poco interesse, o di sfida.
In una cena tra amici ci si perde la gioia della condivisione spontanea di racconti ed emozioni, tutti presi a controllare il cellulare.
Per non parlare della tristezza nel vedere le coppie a cena, dove entrambi sono impegnati con il proprio telefonino. Noia? Indifferenza? A cena con la persona sbagliata?
(suggerimento: provate a lasciare a casa il cellulare. Sicuramente sarete motivati ad una migliore comunicazione verbale)
2. Parlare al telefono come se non ci fosse un domani
Parlare animatamente ed in pubblico di questioni private e delicate, raccontare di faccende domestiche in telefonate fiume in spazi dove non ci si può sottrarre – penso ai mezzi pubblici, magari in orari di punta – è veramente un atto di violenza sul prossimo. E quelli che magari litigano al telefono mettendo in imbarazzo le persone sedute a fianco, e quelli che alzano il tono della voce come se si trattasse di un telefono senza fili, rendendo certi viaggi in metropolitana dei veri inferni…
(suggerimento: parlatevi fuori, per strada. Litigate pure, insomma, ma fatelo all’aperto)
3 . Fare i creativi con le suonerie
Non si tratta solo dei suoni di macarene, tanghi e motivi stile-Psycho, che possono essere divertenti come idea, ma risultare infantili, fastidiosi e perfino angoscianti per gli altri – specialmente se non si è abbastanza veloci a rispondere.
Penso anche al martellamento delle notifiche delle varie applicazioni, per cui tra messaggi whatsapp, mail, sms, feed vari, capita di avere davanti una persona con cui non riesci a concentrarti su una conversazione minima, dato l’insistente e variegato sottofondo sonoro.
(suggerimento: suonerie sobrie e silenziare le notifiche)
4 . La sicurezza non è un optional
In aereo, nei centri diagnostici, negli ospedali: l’uso del cellulare può generare interferenze e creare problemi all’attività delle apparecchiature, e qui basta solo attenersi ai cartelli che invitano allo spegnimento.
Per strada: non è nuova la notizia di persone talmente concentrate nella conversazione al telefonino da non riuscire a prestare l’attenzione – ed i riflessi necessari – per attraversare correttamente la strada, anche sulle strisce. Rimane un’incognita comportamentale se siamo occupati a parlare o a digitare, vediamo di meno e sentiamo di meno ciò che ci sta intorno, tanto che il rischio di finire addosso ad una persona o contro un palo sarebbe il minore dei problemi.
(suggerimento: tenete il telefono in borsa, decidete eventualmente di usarlo solo quando non siete in mezzo al traffico, o alla guida).
Con o senza mese dedicato, possiamo cercare di impegnarci per essere un po’ meno social virtualmente e un po’ più social realmente.