Non solo testi e immagini: i video sui social network stanno acquisendo sempre più spazio e attenzione. Secondo uno studio di Cisco, nel 2015 il 55% del traffico mobile era costituito da video, mentre secondo una stima nel 2020 raggiungeremo perfino il 75%.
Ma esattamente dove abbiamo utilizzato il 55% del traffico mobile globale guardando video?
Video per eccellenza: YOUTUBE
La piattaforma per eccellenza dedicata ai video è sicuramente YouTube, il secondo sito più visitato al mondo: al primo posto, neanche a dirlo, Google, e subito dopo di lui in terza posizione Facebook. Online dal 2005, è sicuramente il posto giusto per videoclip, trailer, tutorial, video divertenti, notizie e molto altro ancora, che possiamo caricare anche noi in prima persona. Si vocifera che presto YouTube rilascerà una app chiamata Youtube Connect che consentirà alla compagnia di lanciarsi nel mondo streaming, anche se di fatto gli streaming su YouTube si possono fare da diverso tempo ma sono noti prevalentemente ai professionisti. Sapevate che il Festival del Giornalismo di Perugia svoltosi a inizio aprile è stato trasmesso integralmente in diretta streaming su YouTube?
Streaming su PERISCOPE o non-streaming su TWITTER
Passiamo a Twitter. Anche sul social network “dell’uccellino” possiamo caricare video della durata di massimo 30 secondi da integrare nei nostri tweet. E da marzo 2015 possiamo affidarci a Periscope, l’app di Twitter dedicata alle riprese streaming. Mentre trasmettiamo possiamo vedere chi è live, quanti sono i nostri spettatori e questi possono interagire con noi, magari facendoci qualche domanda sul topic della ripresa. Noi ovviamente potremo rispondere a voce o spostando l’inquadratura secondo le richieste del nostro pubblico. L’unico problema di Periscope è che dopo 24 ore il video che abbiamo trasmesso viene cancellato, a patto di non averlo preventivamente salvato sul nostro smartphone.
Sempre di proprietà di Twitter è Vine, un’altra app che ci consente di girare mini filmati della durata di 6 secondi che si ripetono in loop, una sorta di “predecessore” delle gif che ora vanno tanto di moda.
Minivideo su INSTAGRAM
Anche su Instagram, oltre alle foto possiamo postare video; prima girati della durata di 15 secondi mentre da qualche settimana possiamo arrivare ad un minuto di ripresa. Il limite è che essendo Instagram un social network visuale siamo più propensi a cercare belle immagini, bei contenuti, mentre un video girato e postato su Instagram senza nessun tipo di editing può risultare esteticamente meno accattivante e quindi non avere il successo che potrebbe invece raccogliere una bella foto. E’ probabile che ci appassioneremo più alle curatissime video ads di Instagram piuttosto che ai video postati dai profili che seguiamo.
Carpe diem su SNAPCHAT
Sull’app Snapchat invece -gettonatissima dai giovani ma con un interesse sempre crescente del pubblico adulto- oltre a foto possiamo condividere anche video di massimo 10 secondi. I video, quasi istantanei, rimarranno disponibili per una massimo di 24 ore.
Cosa succede su FACEBOOK?
Anche su Facebook possiamo caricare video da mostrare ai nostri amici, ma recentemente Mark Zuckerberg ha offerto a tutti la possibilità di farlo in streaming tramite Facebook Live.
Aprendo l’app mobile di FB noterete infatti che fra l’icona della macchina fotografica e quella del “tagga amici” ce n’è una terza, che raffigura un omino con un’aurea attorno. Cliccando proprio su quell’icona avremo la possibilità di essere live per un periodo massimo di 90 minuti e di mostrare ai nostri amici quello che preferiamo. E’ utile ricordarsi che terminata la trasmissione il video rimarrà nella nostra timeline e qualora non soddisfatti del risultato potremo eliminarlo manualmente.
Streaming: facciamo il punto
Questo è il momento dei video live, ma quali sono le criticità in cui possiamo incorrere? Innanzitutto la privacy, spiega Fabrizio Ulisse, Online Video Expert. Con un video in streaming posso di sicuro inquadrare persone che non mi hanno autorizzato a farlo. Se trasmetto su Periscope il mio video sarà pubblico (anche se visibile per sole 24 ore), mentre su Facebook posso trasmettere indistintamente a tutti i miei amici (conoscenti quindi), magari dimenticandomi delle impostazioni sulla privacy che utilizzo di solito nei miei status. Secondo Ulisse gli streaming di Facebook avranno un futuro per chi sul social di Zuckerberg fa business, proprio perché si potrà trasmettere video in maniera professionale con una regia e non solo da smartphone tramite l’app (come farebbe un utente finale).
Cosa trasmettere? Lo streaming deve avere uno scopo, evitiamo le trasmissioni in cui non c’è un vero contenuto. Pensiamo a qualcosa che possa interessare chi ci segue: un concerto? Un evento? Una gita? Mentre su Periscope posso direzionare il mio streaming (che, ricordiamo, è sempre pubblico) a determinate persone che stanno seguendo un particolare hashtag, su Facebook tutti i miei amici potranno vedere ciò che sto trasmettendo quindi è utile non fare Live di istinto ma pensarci debitamente. Su Facebook Live ci stiamo rivolgendo a persone che conosciamo, mentre su Periscope a sconosciuti (magari anche a qualche troll) e a persone che hanno un interesse nei confronti di quello che stiamo trasmettendo.
Non aspettatevi di avere subito un pubblico durante uno streaming, aspettate che qualcuno accorra. Oppure seguite i consigli di Facebook annunciando che in un momento preciso inizierà il vostro Live. Attenzione anche al consumo di traffico dati, un video (soprattutto se di lunga durata) potrebbe farvi terminare i gigabyte a disposizione, insieme alla batteria.
Per chi trasmettere invece? Tutti leggiamo di continuo notizie e controlliamo i nostri profili social. Ricordiamo però che in orari lavorativi molto probabilmente chi ci segue (amici o semplici follower) non potranno guardare il nostro streaming (magari per via dell’audio che si diffonderebbe in tutto l’ufficio), quindi a seconda del giorno e dell’orario forse ci converrà preferire una semplice foto ad un video.