L’Erasmus dimezza il rischio di disoccupazione

Sempre più giovani in viaggio di studio e cresce l’impegno dell’Ue in questa direzione, anche dal punto di vista dei finanziamenti per il Programma Erasmus fra gli atenei europei. D’altra parte si tratta di un investimenti per il futuro, considerato che l’esperienza Erasmus più che dimezza il rischio di disoccupazione per i ragazzi che l’anno fatta. Ma quanti sono gli studenti che per un anno accademico cambiano Paese? Il progetto, nell’anno accademico 2013-2014, secondo gli ultimi dati disponibili della Commissione Europea, ha coinvolto 272.497 studenti (oltre 3,3 milioni dal 1988 ad oggi) e che vede l’Italia quarto Paese per numero di studenti all’estero con 26.331 giovani. Contando che nello stesso anno il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca calcolava circa 1.624.208 iscritti all’Università. Una percentuale ancora molto bassa, se confrontata con quella di altri Paesi: in Lussemburgo, ad esempio, un laureato su quattro ha fatto l’Erasmus ma con numeri assoluti davvero esigui (434); in Finlandia, Estonia, Lettonia e Slovenia circa uno su dieci.

Gli studenti più numerosi sono, però, gli spagnoli con oltre 37mila programmi individuali, seguiti dalla Francia (36.759) e dalla Germania (38.257). Il Regno Unito viene, invece, dopo l’Italia e a distanza con 15.610 studenti. Nello spaccato di genere, gli ultimi dati disponibili a livello europeo risalgono al 2011 e indicano le ragazza ferme al 42% degli studenti “in mobilità”, mentre invece la percentuale femminile fra i laureati a livello europeo è ben più alta.

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L’Europa scommette sull’Erasmus

L’Europa scommette sul progetto Erasmus per formare i cittadini di domani e l’impegno è dimostrato dalle risorse crescenti che l’Ue investe in questa direzione. Il budget dal 2014 al 2020 è di complessivi 14,7 miliardi di euro con una crescita dai 2 miliardi del 2014 ai 3,5 di fine periodo. Un progetto che coinvolgerà 2 milioni di studenti, 450mila apprendisti e 800mila insegnanti, secondo le stime della Commissione Europea.

Una scelta che premia se si è studenti? Anche in questo caso i numeri danno la risposta: a cinque-dieci anni dalla laurea il rischio di disoccupazione dei ragazzi che hanno avuto esperienze di studio all’estero è del 56% più basso dei compagni che non hanno lasciato il loro Paese nel Sud Europa e del 14% più basso nella media europea. Buoni i dati anche per chi decide di fare l’apprendistato presso aziende: nel Sud Europa uno studente su 2 a fine periodo viene assunto dall’impresa, mentre in media in Europa si tratta di uno su tre.

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