I pregiudizi e le ideologie hanno già ampiamente dimostrato come possano essere pericolosi per il mondo. Così, personalmente, in questi giorni, in cui si sta discutendo di lotte civili e diritti/doveri delle persone, tento di cancellare i rumori di fondo che provengono dalle querelle quotidiane e ragionare su ciò che sta accadendo.
Lo scorso 25 febbraio il nostro Parlamento ha approvato la proposta di legge della senatrice del PD Monica Cirinnà sulle unioni civili. Aldilà del ridimensionamento che la legge ha subito rispetto alla sua forma iniziale e anche aldilà dell’esperienza personale che sta vivendo in queste ore l’onorevole SEL Nichi Vendola, credo che questo provvedimento faccia fare all’Italia un grande passo in avanti in termini di civiltà e di garantismo.
La legge Cirinnà, in effetti, non amministra la coppia, ma il singolo cittadino. Estende alle unioni civili norme sino ad oggi prerogativa esclusiva del matrimonio rendendolo davvero un fatto laico. Il punto è proprio questo: fino a ieri per andare oltre la propria famiglia di origine eravamo tecnicamente obbligati al matrimonio, ovvero al congiungimento civile o religioso con una persona del sesso opposto. Da oggi, invece, se voglio stipulare una sorta di contratto di mutuo soccorso con un amico/amica del mio stesso sesso, posso farlo. Vista in questa ottica, fuori da tutte le strumentalizzazioni di questi mesi da parte dei detrattori del provvedimento, e fuori dalla retorica romantica sull’amore, questa legge è valida e utile alla libertà di scelta di ogni individuo incrementandone il diritto alla autodeterminazione. Tutte le altre considerazioni, tanto quelle di natura etica quanto quelle di natura politica, personalmente non mi interessano, anzi, direi persino che mi annoiano. Mi annoia la prosopopea dei cattolici integralisti così come l’isterismo di un certo stile di omosessualità.