E se i padri “praticanti” fossero dei manager più efficaci?

img_2349La maggior parte degli articoli a supporto di una paternità “praticata” ne pubblicizzano gli effetti benefici sui bambini. Dalla recente ricerca di Oxford agli studi OCSE, è ormai chiaro e dimostrato che, se il padre è presente e affettuoso, il figlio cresce più sereno. Sembrano esserci invece pochi studi che osservano gli effetti della pratica della paternità sui padri stessi. Per esempio, in pochi sanno che le attività di cura dei bambini abbassano i livelli di testosterone nei padri e che giocare con i figli produce ossitocina, l’ormone con cui il cervello umano premia i nostri comportamenti.

Ma la scoperta più sconvolgente, quella che potrebbe cambiare il mondo del lavoro se tutti i padri, manager compresi, si dedicheranno più attivamente alla cura dei propri figli, viene da una ricerca congiunta di più università pubblicata dall’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America. La ricerca rivela infatti che – se nella madre la struttura di gestione emozionale del rapporto con i figli è filogeneticamente antica – con i padri la faccenda è più complessa: come se il sistema neurologico coinvolto nella paternità fosse  meno “naturale”, non obbligato e quindi più… “intelligente”.

La presenza attiva dei padri è insomma il frutto di un’evoluzione successiva a quella avvenuta nelle madri, e passa più per il ragionamento che per l’istinto, coinvolgendo parti del cervello che hanno un ruolo chiave nella sensibilità sociale. Per questo motivo, la pratica della paternità – se intensa e ripetuta al pari di quella “media” di una madre – sembra migliorare negli uomini la capacità di cogliere i segnali sociali e di instaurare e mantenere legami sociali: una competenza comunemente nota come intelligenza emozionale, che è oggi indicata come una delle capacità chiave per essere dei leader efficaci.

Il problema è che i padri, che hanno occasione di sviluppare questa dote grazie alla cura assidua dei figli, sono così pochi che lo studio americano si è svolto sugli unici campioni disponibili in quel momento: i padri appartenenti a coppie omosessuali. Ecco allora un ottimo motivo perché le aziende diano ai loro collaboratori generosi periodi di congedo di paternità: quale altro corso sarebbe altrettanto efficace nel migliorarne competenze chiave come l’empatia e l’intelligenza emotiva?

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Chi sono davvero i papà? Lo vogliamo scoprire con questo sondaggio.