Divario salariale, inferiore tasso di occupazione e minor presenza nei ruoli apicali: è a questo che pensiamo quando sentiamo parlare di gender gap. Ma il divario di genere interessa molti altri aspetti, compresi i redditi da pensione. Si parla infatti di gender gap pensionistico per indicare il fatto che le donne percepiscono, in genere, una pensione decisamente più bassa rispetto agli uomini. Si tratta della diretta conseguenza del divario salariale (il cosiddetto gender pay gap). Stipendi più bassi (il gender pay gap oscilla tra il 10 e il 16%) corrispondono infatti a minori contributi previdenziali che si traducono, in Italia, in pensioni inferiori di circa il 36% rispetto a quelle degli uomini come ha rivelato un’analisi condotta dal consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps.
Un divario che cresce progressivamente
Nonostante negli ultimi decenni l’occupazione femminile sia cresciuta, i dati dell’Inps mostrano come negli ultimi 20 anni, in termini nominali, il divario di genere nelle pensioni è cresciuto in maniera costante passando da da 3.900 euro nel 2001 a 6.200 euro nel 2022. L’indagine, che fa riferimento all’anno 2022, mostra come nonostante le donne rappresentino il 52% dei pensionati (su un totale di 16,1 milioni), hanno percepito solo il 44% dei redditi pensionistici. Per la precisione 141 miliardi, con un importo medio mensile pari a 1.416 euro.
l motivo di questa differenza va ricerca, come scrive Inps, nel fatto che le donne “sono prevalentemente rappresentate nelle classi di reddito pensionistico più basso (fino a 1.500 euro mensili) mentre oltre il 70% dei percettori nella classe più alta (oltre i 3.000 euro mensili) è di genere maschile.
Pochi risparmi e poche informazioni
Il rapporto tra donne e pensioni è stato analizzato recentemente anche da un’indagine condotta dall’Università di Milano Bicocca insieme a Alleanza Assicurazioni e First Cisl. La ricerca ha intervistato 200 persone, divise equamente tra uomini e donne, ponendo a tutti la stessa domanda: se tornassi indietro nel tempo a quando avevi 20 anni, che consigli finanziari ti daresti? Dalle risposte è emerso che il primo rammarico per le donne è proprio il mancato risparmio previdenziale. Il 33% delle intervistate ha infatti ammesso che vorrebbe aver “risparmiato di più”. Segue, con il 20% delle risposte, il desiderio di “avviare un piano di accumulo mensile”.
Mentre rispettivamente il 15% e il 10% delle intervistate hanno ammesso che avrebbero voluto informarsi di più riguardo ai temi finanziari e attivare una pensione integrativa. In generale, dalle risposte emerge la maturata consapevolezza di quanto sia importante studiare e informarsi per avere una conoscenza autonoma in materia di economia e finanza così da “non delegare la gestione dei soldi ad altri” (6% delle risposte).
La differenza con gli uomini
Di tutt’altro tenore sono state invece le risposte degli intervistati uomini. La maggior parte di loro – 35% delle risposte – si auto consiglierebbe infatti di “investire prima”. Nello specifico il 15% dei rispondenti uomini è convinto che avrebbe fatto bene a puntare sugli immobili, il 10% sull’oro, azioni ed Etf e molti ammettono che avrebbero dovuto evitare il fai da te.
Il tema del risparmio non sembra quindi in cima alle preoccupazioni maschili. Il motivo? Lo spiega chiaramente Emanuela Rinaldi, professoressa di Sociologia dei percorsi culturali all’Università Bicocca e autrice della ricerca: «Le donne manifestano apertamente la preoccupazione per non aver adottato comportamenti virtuosi in passato. Mentre per gli uomini, che probabilmente hanno percorsi lavorativi più regolari, meglio retribuiti e pensionisticamente più solidi, questi aspetti non appaiono rilevanti. Forse sono persino scontati».
Conoscenze finanziarie ancora per poche
A fare la differenza tra uomini e donne, oltre a un lavoro più regolare e meglio retribuito, è anche il livello di competenza ed educazione finanziaria. Tra le donne che hanno risposto al sondaggio è infatti emerso che le poche (circa il 31% del totale) che avevano svolto un corso di educazione finanziaria, anche se di breve durata, avevano una conoscenza e una consapevolezza decisamente maggiore in materia di investimenti e quindi, più in generale, di gestione del risparmio. Alle donne continua però a mancare quella che la ricerca definisce una “visione più complessiva del benessere finanziario” fatta sì di risparmio ma anche di investimenti e sottoscrizione di polizze.
Maturare consapevolezza per le nuove generazioni
Secondo L’Edufin Index – l’Osservatorio sulla consapevolezza e i comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani, promosso da Alleanza Assicurazioni e Fondazione Mario Gasbarri con la collaborazione scientifica di SDA Bocconi, School of Management – nonostante un lieve miglioramento nel 2023, l‘alfabetizzazione finanziaria e assicurativa delle donne italiane rimane inferiore rispetto a quella degli uomini. Non solo. Il 30% delle donne si trova in una condizione di fragilità finanziaria, contro il 23% degli uomini.
Alla luce di questi dati, il fatto che la maggior parte delle donne intervistate abbia dichiarato di aver maturato la consapevolezza di quanto sarebbe stato importante interessarsi di finanza ed investimenti fin da giovane, rappresenta un segnale positivo. Da un lato infatti racconta come l’atteggiamento delle donne stia cambiando e vada finalmente in una direzione diversa dal delegare al compagno o al marito gli aspetti economico-finanziari. Dall’altro perché tutte queste madri, zie e amiche consapevoli e informate (se pur retrospettivamente) rappresentano per le bambine e le ragazze un’ispirazione e un incoraggiamento a non sottovalutare più la propria educazione finanziaria.
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