Potenza, avvocati in trincea: al Tribunale dei minori processo telematico a singhiozzo

Al Tribunale per i Minorenni di Potenza il processo telematico funziona a singhiozzo. A segnalarlo sono alcuni avvocati che si trovano nell’impossibilità di accedere ai fascicoli nonostante l’arrivo della quarta Pec, quella che dovrebbe attestare il caricamento degli atti da parte della cancelleria. Si tratta della ricevuta che, in condizioni ordinarie, consente alle parti di consultare in autonomia ogni documento depositato e di seguire in tempo reale l’andamento del procedimento.

Un anno di disservizi

Secondo quanto risulta ad Alley Oop – Il Sole 24 Ore, il malfunzionamento del sistema informatico sul quale viaggiano i fascicoli telematici risalirebbe a circa un anno fa. A riferirlo è una nota avvocata del Foro, che chiede l’anonimato per tutelare i procedimenti in corso: «Ho moltissimi procedimenti al Tribunale dei minori di Potenza, attualmente circa 20 in cui sono parte civile, tutrice o curatrice, e a metà di questi fascicoli non riesco ad avere accesso. Ho anche provato a rivolgermi al ministero della Giustizia, ma aprono un ticket e finisce là».

Secondo la professionista «tutti i colleghi del Foro hanno lo stesso problema ed è un fatto notorio». Dalle conseguenze giuridiche però insondabili. «Credo – dice – che si configuri come una lesione del diritto alla difesa e che in alcuni casi specifici di mancata trasmissione delle carte, ora a carico dei cancellieri, si possa chiedere in appello la nullità degli atti».

Il percorso del deposito telematico è, nella sua struttura, definito. L’avvocato crea una busta telematica che raccoglie ricorsi, memorie e documenti, la invia alla Pec istituzionale dell’ufficio giudiziario e riceve quattro ricevute: tre generate automaticamente dal sistema, l’ultima prodotta dopo il caricamento effettuato materialmente dal cancelliere. È quella quarta Pec a certificare che l’atto è entrato nel fascicolo digitale e che tutte le parti – giudice, curatore, tutore, controparte – possono leggerlo e scaricarlo. A Potenza, però, qualcosa si inceppa dopo questo passaggio.

La soluzione d’emergenza? Cancellieri che inviano i documenti

L’avvocata Marina Marconato, fuori distretto, riferisce che, pur ricevendo la quarta Pec, l’accesso ai fascicoli resta bloccato. «In cancelleria ci è stato detto che il sistema non funzionava e che gli avvocati non risultavano inseriti. Il cancelliere ci ha offerto la cortesia di inviarci lui i documenti dalla sua Pec e di richiamare periodicamente per sapere se ci fossero nuovi atti». Una soluzione d’emergenza che, però, rimette nelle mani dell’ufficio un’operazione che dovrebbe essere completamente automatizzata. Il sistema si inceppa anche se il codice fiscale dell’avvocato risulta formalmente associato.

A confermare le difficoltà è anche l’avvocata Alba D’Antonio, del Foro di Salerno, che segue un caso nel capoluogo lucano. «La mia esperienza è negativa: mi sono dovuta costituire a mezzo Pec e anche tutti gli atti successivi sono stati trasmessi tramite posta certificata perché non era possibile utilizzare il sistema del processo telematico. Lascio immaginare il disagio perché non riesco a vedere gli atti che vengono depositati, che devo perciò richiedere a mezzo Pec e poi ricevere, sempre tramite Pec, dalla cancelleria».

Il rischio di blocchi e ritardi nei procedimenti a tutela dei minori

Per i professionisti il punto non è solo tecnico. L’impossibilità di accedere ai fascicoli comporta effetti immediati: la necessità di contattare frequentemente la cancelleria per ottenere gli aggiornamenti, l’impossibilità di verificare in autonomia la completezza degli atti depositati da tutte le parti, la difficoltà di monitorare tempestivamente tutti i provvedimenti, il rischio che una comunicazione sfugga o arrivi con ritardo. Secondo gli avvocati, il problema non riguarda un singolo fascicolo ma un insieme di procedimenti che si sono trovati bloccati nella stessa modalità: accesso non attivo, avvocati non visualizzati dal sistema e documenti che devono essere trasmessi manualmente dalla cancelleria.

Un quadro che, per la natura delle materie trattate dal Tribunale dei minori – provvedimenti di tutela, segnalazioni dei servizi sociali, istanze urgenti a tutela dei minori ma anche sottrazioni alle famiglie, come nel caso della famiglia nel bosco abruzzese – amplifica l’impatto di questo disservizio.

La posizione del presidente

Dal Tribunale dei minori potentino arriva però una posizione diversa. Il presidente Arturo Pavese getta acqua sul fuoco: «Il nostro ufficio movimenta in via telematica migliaia di processi l’anno. Sono personalmente a conoscenza di pochissimi casi in cui vi sono stati problemi, rispetto ai quali l’ufficio si è subito attivato per trovare una soluzione. La percentuale dei casi problematici, per quanto a mia conoscenza, è bassissima». Pavese sottolinea inoltre che l’ufficio opera in una condizione di «gravissima scopertura di organico, intorno al 50%». La parola passa ora a Roma, al ministero della Giustizia, garante del corretto funzionamento del processo.

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