Calcio, le azzurre fuori in semifinale agli Europei. Ma il traguardo è storico

Si spegne l’azzurro del cielo di Ginevra. Dopo il successo ai quarti contro la Norvegia, l’Italia deve arrendersi contro l’Inghilterra: il vantaggio di Barbara Bonansea aveva illuso per 90 minuti + 5 di recupero. Poi due guizzi (uno al 96esimo e uno nel secondo tempo supplementare) hanno favorito le britanniche che domenica 27 luglio alle 18 a Basilea giocheranno la finale.

La semifinale

Peccato, perché le azzurre ci hanno provato in tutti i modi a replicare l’accesso a una finale europea dal lontano 12 luglio 1997 dove a Oslo si impose la Germania. Peccato, perché quel gol di Barbara Bonansea al 33esimo sembrava il prodromo per un’ennesima impresa in un percorso fin qui fantastico. Peccato, perché il pareggio dell’Inghilterra è arrivato al 96esimo, a un minuto dal triplice fischio che ha soffocato il nostro urlo di gioia. «Peccato, perché siamo state vicine al sogno», ha detto il ct Andrea Soncin a fine partita.

Sembravano spacciate, come ai quarti contro la Svezia in cui erano sotto di due gol e, invece, le Lionesses, campionesse d’Europa in carica, ribaltano una semifinale che all’Italia lascia tanto amaro in bocca. Il primo tempo si gioca con un ritmo basso che permette alle azzurre di gestire al meglio il proprio calcio. L’Inghilterra non spinge e non si fa quasi mai minacciosa, ne approfittano le nostre che trovano il gol del vantaggio ancora con uno strappo a destra di Sofia Cantore che mette una gran palla al centro sulla quale non arriva Cristiana Girelli, ma alle sue spalle arpiona Barbara Bonansea che poi calcia forte di sinistro sotto la traversa e l’Italia è avanti 1-0.

Nel secondo tempo il ritmo cambia, l’Inghilterra deve spingere per provare a recuperare. L’Italia soffre, fatica a ripartire, ma chiude su ogni tentativo britannico. Fino a quell’orrendo 96esimo minuto, quando Michelle Agyemang trova il pareggio dopo una respinta di Laura Giuliani. Ai supplementari le inglesi con la ritrovata fiducia spingono al massimo e prima colpiscono una traversa ancora con un numero fantastico di Agyemang e poi ribaltano la partita con Chloe Kelly che dal dischetto si fa intercettare il rigore da una superlativa Laura Giuliani, ma sulla respinta è la più lesta ad arrivare per il gol che regala alle inglesi un’altra finale.

Oltre i risultati sul campo

Andrea Soncin davanti ai microfoni Rai non si lascia abbattere: «C’è tanto orgoglio per quello che abbiamo fatto. Uscire così fa male, ma aver tenuto testa alle campionesse deve darci motivazione e fiducia per il futuro. Le ragazze stasera hanno lottato e forse meritavamo un finale differente. Dispiace, ma dentro di noi c’è tanto orgoglio».

Dentro questo gruppo c’è stata un’unità di intenti e di valori che ha permesso alle azzurre di entrare nelle case degli italiani, ancora una volta e forse per sempre. Ed è da qui che bisogna ripartite. Perché, a parte la gloria sportiva, è doveroso aprire un discorso anche per quanto riguarda la crescita del calcio femminile a livello economico. Il montepremi di questo Europeo è di 41 milioni di euro, da suddividere tra le 16 squadre partecipanti, ed è più del doppio rispetto all’ultima edizione. È ancora molto lontano dai 331 milioni di euro consegnati nel maschile, ma rappresenta un chiaro segnale del continuo aumento di interesse per il calcio femminile.

Interesse che in Italia ha avuto due fasi differenti. Nel 2019 le azzurre nel Mondiale giocato in Francia sono riuscite a farsi conoscere da un pubblico più vasto e ora con questo Europeo sono tornate di prepotenza nel cuore di tutti gli italiani. Nel mezzo ci sono stati molti alti e bassi che non hanno permesso all’evoluzione del calcio femminile italiano di spingersi troppo in là. Diversamente è accaduto in Inghilterra dove le Lionesses hanno conquistato trofei e gloria nel 2022 con la vittoria del primo Europeo della loro storia e poi con il raggiungimento della finale nell’ultimo Mondiale (persa contro la Spagna).

Addirittura a Londra la linea di Overground (metropolitana di superficie) nel tratto che parte della stazione di Euston fino a Watford Junction, passando per lo stadio di Wembley è stata nominata “The Lioness Line”, questo il messaggio culturale che la città ha voluto consegnare nelle mani, anzi nei piedi, delle calciatrici inglesi. Non tanto per aver vinto l’Europeo in casa che era sfuggito ai colleghi maschi, ma soprattutto per testimoniare e ricordare la forza dell’impatto che quel successo ha ottenuto sul territorio britannico.

Il calcio femminile britannico

All’Inghilterra appartiene anche il primato di una crescita del calcio femminile davvero “impressive”. Basti pensare che le squadre femminili in Inghilterra sono passate da 5.632 del 2016/17 a 12.150 del 2023/24. Il pubblico alla finale di FA Cup a Wembley è passato dai 49mila dell’edizione 2022 a oltre 74mila spettatori in ciascuna delle ultime tre edizioni. La Women’s Super League, il massimo campionato nazionale, è cresciuta del 239% in presenza di pubblico, diventando la più seguita lega femminile del mondo con molte squadre che adesso giocano negli stadi di Premier.

L’Arsenal femminile, ad esempio, ha registrato una media di quasi 29.000 spettatori nella stagione 2024/25, rispetto a una media della WSL di 6.662. Ed è proprio in questa direzione che la federazione inglese sta studiando svariate strategie per attirare ancora più pubblico, Partendo dal presupposto che se le partite vengono disputate negli stadi “già famosi” è più facile portare spettatori, è fondamentale iniziare a sondare anche le esigenze di un pubblico diverso, più femminile e familiare. Negli stadi inglesi aumenteranno i servizi igienici per le donne e verranno considerate nuove opzioni per il ristoro non più solo orientate verso chi consuma alcolici ma anche verso i bambini.

Una buona notizia in questo senso è che il Brighton & Hove Albion FC sta costruendo uno stadio specificamente destinato alla squadra femminile, che dovrebbe essere pronto per il 2027. Inoltre, l’Everton ha deciso di riutilizzare il Goodison Park per la propria squadra femminile, dopo il trasferimento della squadra maschile in un nuovo stadio.

In Europa

In Europa a guidare la classifica dei profitti sono Barcellona Femeni e Arsenal Women, campione d’Europa quest’anno. Per le Gunners si parla di ricavi per €17,9 milioni, grazie a una crescita del 64% dagli incassi matchday e del 48% dai ricavi commerciali.
In Italia si insegue: i ricavi medi per club si attestano a 1,2 milioni di euro (+9% rispetto alla stagione precedente). Ma l’attenzione mediatica è in continua crescita. E questo momento va sfruttato al massimo per una delle sfide più importanti del calcio femminile, quella di creare un’eredità duratura.

Dopo il successo dell’Inghilterra agli Europei del 2022, la squadra ha sfruttato la propria visibilità per promuovere cambiamenti su temi come l’accesso delle ragazze al calcio nelle scuole ad esempio. E l’Italia protagonista di questo Europeo ha l’obietto di mantenere il pubblico, i partner commerciali, le emittenti televisive e i tifosi coinvolti e motivati.

Anche perché secondo le proiezioni di Deloitte, il calcio femminile entrerà tra i cinque sport più seguiti al mondo entro il 2030, con una fan base stimata in oltre 800 milioni (+38%) e un aumento del 30% nell’audience televisiva. Sempre un’analisi di Deloitte ha evidenziato che i 15 club femminili più importanti hanno generato complessivamente 116,6 milioni di euro nella stagione 2023/24, con un incremento del 35% rispetto all’anno precedente.

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com