Violenza, ancora troppo sommerso nelle relazioni lesbiche

La violenza nelle relazioni lesbiche è ancora troppo spesso taciuta e non riconosciuta. L’allarme arriva dalla Linea Lesbica e Antiviolenza che, dal 2017, accoglie lesbiche, donne bisessuali, persone trans e non binarie che vivono situazioni di violenza nella loro relazione. Nel farlo si scontra con molti stereotipi, primo tra tutti quello secondo cui la violenza, nelle relazioni lesbiche, non esisterebbe. Per questo, in occasione del mese del pride, ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione, consapevole che il primo passo nel contrasto alla violenza è conoscerla e riconoscerla.

«Non è facile parlare di questa tipologia di violenza – racconta Irene Bilei, operatrice della Linea Lesbica e Antiviolenza – perché spesso viene strumentalizzata per negare la specificità della violenza maschile contro le donne. Ma al contrario, è proprio la pervasività sociale della violenza di genere a far sì che essa si riproduca anche nelle relazioni lesbiche. Non solo, ma spesso è proprio il contesto discriminatorio a creare i presupposti per la violenza di genere, dando vita a disparità di potere all’interno della relazione».

La campagna di sensibilizzazione: contro gli stereotipi e per rafforzare il ruolo della rete sociale

Per rompere il silenzio, la Linea lesbica e antiviolenza ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione, realizzata in collaborazione con la fumettista romana Francesca Amato (in arte Frad) e l’agenzia Comunicattive. Riproponendo il contesto delle “chiacchiere da bar” tra amiche, ogni striscia affronta uno stereotipo specifico, per smontarlo e per far emergere il ruolo fondamentale del contesto sociale nel riprodurre o interrompere la violenza nelle relazioni intime.

Tra le persone accolte dalla Linea Lesbica ci sono donne che sono state cacciate di casa da genitori lesbofobici, ritrovandosi in una condizione di dipendenza economica dalla compagna e quindi esposte a minacce e violenza. Ci sono persone trans per cui la minaccia di outing sul posto di lavoro o in altri contesti costituisce uno strumento di controllo e ricatto nelle mani della compagna. E ci sono persone che hanno introiettato la lesbobitransfobia al punto di riprodurla con giudizi e insulti alla propria partner.

Da quasi dieci anni la Linea Lesbica e Antiviolenza offre un canale di ascolto e supporto a tutte le donne bisessuali, le persone lesbiche, trans e non binarie che chiedono aiuto. Basata a Bologna, è nata all’interno dell’associazione Lesbiche Bologna e in collaborazione con la Casa delle donne, ma al suo interno ha operatrici che vivono in diverse regioni. Essendo una delle poche realtà su tutto il territorio nazionale ad occuparsi di questa tipologia di violenza, accoglie persone da tutta Italia. Oltre ad offrire colloqui individuali con operatrici esperte – telefonici o in videochiamata – la Linea Lesbica si occupa di sensibilizzazione e formazione, e da qualche anno organizza le “cerchie lesbiche antiviolenza”, spazi collettivi di discussione sulla violenza.

Ad aprile ha portato il tema della violenza nelle relazioni intime alla conferenza internazionale organizzata dalla European Lesbian Community, che quest’anno si è tenuta a Roma. Un momento di confronto importantissimo, che ha visto la partecipazione di più di 700 attiviste lesbiche da tutto il mondo, e che ha già dato i suoi frutti, portando alla nascita di un progetto antiviolenza in Moldavia.

È possibile contattare la Linea Lesbica e Antiviolenza il lunedì dalle 18 alle 22 o il mercoledì dalle 18 alle 20, chiamando il numero 391 3359732. Chiamare non comporta nessun obbligo di denuncia, e la decisione di intraprendere o interrompere un percorso di fuoriuscita dalla violenza è sempre di chi chiama. Il supporto è gratuito e vengono garantite riservatezza e anonimato.

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