Quale Natale per chi è nel bisogno? Iniziative solidali di aziende e terzo settore

Il Natale nella visione comune è un periodo di gioia e condivisione, ma per chi vive ai margini di reti sociali o familiari è forse il momento più difficile dell’anno. La pressione culturale verso la celebrazione collettiva e l’idea di “famiglia perfetta” possono trasformarsi in una lente che amplifica il disagio, rendendo più visibili assenze e mancanze e accentuando il senso di solitudine. La marginalità si intensifica nel contrasto con la narrazione collettiva di vicinanza e abbondanza, e in questo contesto il bisogno di cura e connessione si fa più urgente. Chi può offrire sostegno e accoglienza, spesso diventa una risposta silenziosa ma preziosa a questa condizione.

Sia dal settore privato che da quello non profit, esistono iniziative pensate per colmare le lacune affettive e sociali che molte persone vivono in questo periodo. Il mondo non profit, in particolare, si concentra spesso sulla creazione di momenti di condivisione: pranzi comunitari, distribuzione di regali e attività che promuovono il senso di appartenenza, iniziative che cercano di trasformare il Natale in un’occasione di incontro e solidarietà.

Imprese e responsabilità sociale

Nel settore privato si contribuisce proponendo programmi di responsabilità sociale d’impresa che includono attività benefiche, donazioni e supporto logistico per eventi inclusivi. Spesso, aziende e associazioni collaborano per amplificare l’impatto di queste azioni, dimostrando che il Natale può essere anche un momento di rete e cooperazione. Tali interventi, piccoli o grandi, puntano a restituire calore e significato a chi altrimenti potrebbe vivere le festività in isolamento.

Nella sede di Vimercate di Haier Europe i dipendenti si sono dedicati al confezionamento di pasti per le famiglie bisognose, in un’iniziativa che coniuga solidarietà, team building e responsabilità sociale. Il progetto è realizzato in collaborazione con Rise Against Hunger Italia per una seconda edizione della giornata di volontariato in occasione del Natale: saranno 500 i kit alimentari confezionati da oltre 100 dipendenti, e verranno poi consegnati all’ONG attiva nell’area locale Area 51 di Rozzano, fondata da Gennaro Speria, conosciuto come Genny Lo Zio, che si occuperà di distribuirli alle famiglie.

La Camera di Commercio di Padova ha attivato un progetto di volontariato formativo di impresa alle cucine economiche popolari – Cep. In questi giorni 41 dipendenti hanno raccolto la sfida lanciata dall’ente, e sono impegnati in un’attività di formazione e servizio di 6 ore ciascuno, un percorso che si concluderà in gennaio. Durante l’orario di lavoro, saranno impegnati nell’accoglienza, nel servizio in cucina o ai tavoli, accanto alle persone fragili. Il progetto – realizzato in collaborazione con la fondazione Human Foundation – è stato promosso dalla Camera di Commercio e vede il coinvolgimento della Fondazione Nervo Pasini, che gestisce le cucine popolari, selezionata attraverso un bando.  «Gli ospiti – racconta suor Albina Zandonà – sono a tutti gli effetti “maestri” per le persone che si accostano a questa proposta, le loro storie hanno molto da raccontare a chi sa mettersi in ascolto. L’esperienza del Volontariato formativo d’impresa si sta dimostrando un’occasione di formazione umana significativa, che in qualche modo rovescia la logica: chi si mette a servizio delle persone vulnerabili riceve e impara proprio dalle persone che aiuta».

È giunta al quarto anno la collaborazione tra Deliveroo Italy e la Croce Rossa Italiana: grazie alle offerte dirette della piattaforma, sono stati donati oltre 1 milione di pasti alle persone bisognose. Il progetto ha l’obiettivo di affiancare la CRI in alcuni progetti finalizzati al contrasto della povertà alimentare, al supporto alle persone e alle famiglie più in difficoltà. Una partnership che ha visto la partecipazione attiva dei dipendenti di Deliveroo, impegnati nel confezionamento di pacchi di alimenti e di beni di prima necessità che i Comitati territoriali della Croce Rossa Italiana destineranno alle famiglie bisognose. I volontari sono stati dapprima coinvolti in una breve formazione da parte della CRI sulle attività condotte dal Comitato e, successivamente, hanno preso parte alle attività.

Il Natale del volontariato

Anche quest’anno si solvgerà la maratona di ascolto del Telefono Amico Italia: linee di ascolto attive h24 dalla Vigilia di Natale a Santo Stefano, per stare accanto a chi è in difficoltà, a chi è solo, a chi non può festeggiare il Natale o non ha nessuno con cui farlo. Quest’anno, con il progetto TAG – Telefono Amico Generation, saranno impegnati anche i volontari under 40, che rispondendo da remoto si preparano alla loro prima Non Stop di Natale.

Durante il Natale 2023 si sono rivolte a Telefono Amico Italia 629 persone, uomini e donne in egual misura. Per quanto riguarda l’età, in prevalenza hanno chiamato adulti di età compresa tra i 56 e i 65 anni (22%), tra i 46 e i 55 (21%) e tra i 36 e i 45 (20%). Il problema più comune segnalato è stata la solitudine, il bisogno di compagnia (31%), seguito da problematiche esistenziali (11%) e difficoltà nelle relazioni familiari (10%). «La maggior parte delle persone che si rivolge a noi, soprattutto durante le feste, lo fa per solitudine – commenta Cristina Rigon, presidente di Telefono Amico Italia – e lo fa utilizzando il telefono, lo strumento che, grazie al calore della voce, riesce a dare un senso di vicinanza immediato agli altri. Spesso non ci pensiamo, ma il Natale, che per la maggior parte delle persone è il momento in cui ritrovare amici e familiari, per chi è solo è quello in cui il peso di questa solitudine si fa più opprimente o gravoso. Per noi è fondamentale esserci per tutte queste persone, accompagnarle durante le feste e provare ad alleggerire, anche solo per un attimo, questo carico». 

A Milano la Caritas Ambrosiana ha programmato per mercoledì 25 e giovedì 26 dicembre e mercoledì 1 gennaio l’apertura del Refettorio Ambrosiano in P.zza Greco, per accogliere i propri ospiti e condividere con loro questi giorni di festività. Per l’ccasione contribuiranno ad ogni serata 10 giovani volontari 18-35 anni, che hanno offerto la disponibilità a prestare servizio per servire il pasto serale. Altre attività connesse alle festività, saranno: aiutare i bambini a fare i compiti delle vacanze, giocare con loro, supportare nell’apprendimento della lingua italiana, riordinare spazi esterni, realizzare laboratori creativi, animare la notte di Capodanno, oltre a raccogliere e distribuire in regalo giochi, prodotti per l’igiene personale, prodotti per l’infanzia, dolciumi, indumenti nuovi eccetera.

Anche la Comunità di Sant’Egidio, con diverse sedi in Italia e nel mondo, prepara attività festive e pasti per anziani soli, persone senza fissa dimora, migranti e profughi, famiglie in difficoltà. Con la campagna solidale “A Natale aggiungi un posto a tavola”, grazie alla collaborazione delle compagnie telefoniche, di Rai, Mediaset, Sky, La7 e al sostegno di tanti, a cominciare dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, verrà offerto un pranzo per il 25 dicembre, con un pasto abbondante, un dono e il calore di una casa. Il 12 dicembre è stata presentata la guida ‘DOVE mangiare, dormire lavarsi’, giunta alla sua 35esima edizione, un compendio per orientarsi nel mondo della solidarietà, rivolto alle persone senza casa o che abbiano bisogno di aiuto. La guida è pubblicata a Roma, Napoli, Genova, Padova, Milano, in alcune città europee e a Buenos Aires. È distribuita gratuitamente dalla Comunità di Sant’Egidio per aiutare chi è in condizione di bisogno a individuare i servizi sul territorio. In 280 pagine sono elencati strutture e centri a cui rivolgersi per avere assistenza e accoglienza, come mense, dormitori, servizi di distribuzione alimentare, centri di ascolto.

Cosa vuol dire essere nel bisogno oggi?

Secondo l’ultima rilevazione Istat, nel 2023 la povertà assoluta in Italia ha coinvolto il 9.8% della popolazione, equivalente a circa 5.7 milioni di persone. Significativo l’incremento della povertà tra i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, un aspetto che mette in evidenza come il lavoro non sia più una garanzia contro la difficoltà economica. Questo fenomeno è legato all’inflazione elevata (+5.9% l’indice armonizzato dei prezzi al consumo) che ha colpito in modo sproporzionato le famiglie a basso reddito. Nonostante un aumento degli occupati (+2,1% rispetto all’anno precedente), i redditi non hanno compensato il costo crescente dei beni essenziali, mettendo molte famiglie in difficoltà.

Inoltre, come spesso accade in occasione di eventi e momenti speciali del calendario, i prezzi fluttuano anche a causa del Natale stesso: è stimato un aumento del +3,5% delle spese per il cenone, secondo quanto emerge da un sondaggio realizzato dal Centro Studi di Unimpresa. Ma se anche il Codacons e Altroconsumo denunciano l’aumento dei prezzi per i budget destinati ai regali e ai viaggi invernali, d’altra parte sono sempre di più le famiglie e le persone che faticano anche solo ad acquistare i beni essenziali. Quando si parla di disagio e povertà, bisogna ormai saper guardare oltre agli aspetti più evidenti ed estremi.

«Uno dei principali ostacoli che le persone fragili devono affrontare – ha dichiarato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio – è di natura economica e abitativa. Il costo degli affitti è altissimo, rendendo estremamente difficile per molte famiglie e anziani accedere a una casa. Inoltre, le fasce più povere, specialmente gli anziani, incontrano difficoltà nell’interfacciarsi con i servizi pubblici e privati. Questa situazione è spesso aggravata dall’analfabetismo digitale, che impedisce loro di utilizzare strumenti tecnologici ormai essenziali per accedere a informazioni, servizi sanitari, sociali e amministrativi. La burocrazia, già complessa, diventa così una barriera insormontabile per chi non dispone di competenze digitali adeguate. Infine, si registra una mancanza significativa di luoghi di supporto integrati. Questi spazi sono essenziali per fornire assistenza concreta alle persone in difficoltà, ma sono spesso insufficienti o inesistenti. La creazione di centri di prossimità potrebbe rappresentare una soluzione efficace per garantire un aiuto immediato e personalizzato a chi ne ha bisogno, contribuendo a colmare le lacune del sistema attuale».

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