In Italia, una donna su tre ha subito nel corso della propria vita atti di violenza per il semplice fatto di essere donna. Violenza fisica, economica, nel linguaggio. Sono tutti i volti di un fenomeno che per essere contrastato richiede un impegno comune. Un ambito su cui sempre più aziende si impegnano con programmi, campagne e azioni mirate per supportare chi subisce violenza e sensibilizzare l’intera popolazione. Non sempre e non tutti, infatti, approcciano a questo tema con la dovuta consapevolezza.
Percezioni divergenti sulla violenza
Secondo una recente ricerca realizzata da JOINTLY, B Corp® italiana specializzata in soluzioni di welfare e corporate wellbeing, c’è una percezione diversa della violenza di genere tra uomini e donne. All’interno dell’ambiente lavorativo, le donne riconoscono più facilmente le micro-aggressioni e altre forme di violenza sottile, mentre gli uomini tendono a sottovalutarle.
E questo accade anche tra i più giovani: pur essendo più consapevoli del problema, non ritengono che il controllo coercitivo e le micro-aggressioni siano comportamenti particolarmente rilevanti. Anche le aziende che attivano politiche normative o informative per contrastare episodi di violenza, spesso lo fanno senza un approccio sistematico e senza personale appositamente formato.
Il tema è stato al centro del progetto “Pari. Insieme contro la violenza di genere” coordinato da Feltrinelli Education e con il coinvolgimento di organizzazioni come: AstraZeneca e Alexion, ATM, Fastweb, Generali Italia, Gruppo Feltrinelli, Italgas, Kering Foundation, Prysmian, Saipem, Snam e Trenord. Realtà unite dall’obiettivo comune di sviluppare un nuovo modello per affrontare la violenza di genere nel mondo del lavoro. Il processo porterà alla stesura di un manifesto che orienterà le azioni da intraprendere, dentro e fuori dal network.
Fincantieri e i roadshow itineranti
Tra le organizzazioni scese in campo per contrastare la violenza contro le donne, c’è Fincantieri che ha recentemente lanciato il programma “Respect for future”. L’iniziativa si compone di una serie di roadshow territoriali e arriverà a coinvolgere oltre 10.000 persone con iniziative di formazione e sensibilizzazione volte a diffondere una cultura che promuova il rispetto di genere sul luogo di lavoro.
Dopo l’evento inaugurale tenutosi a Trieste, “Respect for future” ha fatto tappa nello stabilimento di Castellammare di Stabia e ha visto la partecipazione di Gabrielle Fellus, fondatrice dell’associazione I Respect, esperta di sicurezza, autodifesa e prevenzione del fenomeno del bullismo, che ha illustrato il metodo creato dalla sua associazione per sostenere e aiutare le persone che manifestano disagio e vulnerabilità, e di Paolo Giulini, presidente del Centro italiano per la promozione della mediazione, criminologo e responsabile del protocollo Zeus, che si occupa di rieducazione dei maltrattanti.
Fincantieri ha anche attivato un programma di prevenzione e protezione in collaborazione con Differenza Donna, mirato alla creazione di una rete di ascolto e supporto alle donne vittime di violenza, formata dai dipendenti stessi; ha istituito le cosiddette “antenne” all’interno dei propri stabilimenti e ha aderito a Generiamo cultura, un progetto promosso da Federmeccanica, Assistal, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm, finalizzato a contrastare la violenza di genere e prevenire le molestie nei luoghi di lavoro.
ABI e FEduF, insieme per l’educazione finanziaria
Con la consapevolezza che la dipendenza economica è spesso la prima forma di violenza a cui sono sottoposte molte donne nonché il cappio che impedisce a molte di loro di liberarsi da condizioni di violenza fisica e sottomissione, sono diversi gli istituti bancari che stanno prendendo posizione sul tema. A partire da Abi, Associazione bancaria italiana e FEduF, Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, che con il dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri hanno presentato l’iniziativa “Parole di inclusione – Contro la violenza economica, tu non sei sola”.
Otto brevi podcast da ascoltare (disponibili a questo link o su Spreaker) e una brochure dedicata raccontano in modo semplice e chiaro cosa si intende per violenza economica, quali fattori la alimentano e come fare scelte finanziarie autonome. Il tutto, promuovendo il numero del servizio pubblico antiviolenza e stalking 1522 e fornendo informazioni sulle iniziative a cui partecipa Abi per il reinserimento economico delle donne vittime di violenza, come: il rimborso dei crediti in accordo con le organizzazioni sindacali di settore e il microcredito di libertà promosso con il dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri, Ente nazionale per il Microcredito, Federcasse e Caritas Italiana.
Per garantire la massima accessibilità ai contenuti, sul sito di Abi è disponibile la guida contro la violenza economica anche in lingua inglese. L’iniziativa è stata realizzata con il supporto del Centro nazionale del Libro parlato dell’UICI, l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti ETS-APS, in collaborazione con le associazioni dei consumatori.
Banca Ifis, in supporto degli orfani di femminicidio
Sostenere gli orfani di femminicidio e le famiglie affidatarie è una delle azioni messe in campo da Banca Ifis con Associazione Edela, no profit che si occupa di tutelare il diritto allo studio, di attivare interventi psicologici e legali e di organizzare incontri di sensibilizzazione nelle scuole.
L’organizzazione sostiene anche S.O.S Bambini con un progetto di housing sociale dedicato alle famiglie monoparentali (mamme sole con bambini) in difficoltà e ha aderito a Women4Cyber Italia, organizzazione nata per colmare il divario di genere dei professionisti della cybersecurity. Infine, promuove il superamento del gender gap anche nel mondo dello sport, come sponsor ufficiale della Sampdoria Women, squadra femminile del club, promossa dal 2022 nel campionato di serie A e come special Partner dell’Umana Reyer Venezia sia maschile che femminile.
Mapei Stadium, in campo contro la violenza di genere
Punta l’attenzione sulla violenza di genere nel mondo dello sport anche Mapei Stadium con l’iniziativa “1-1 parole al centro. Contro la violenza sulle donne” sostenuta da Comune di Reggio Emilia e Associazione Nondasola. L’incontro aperto alla comunità e preceduto dall’istallazione dell’opera Parole, Parole, Parole dell’artista reggiana Elena Mazzi, ha visto la partecipazione di quattro atlete impegnate a promuovere l’inclusività nel mondo dello sport, a partire dal linguaggio.
Ad aver raccontato la loro esperienza sono state Antonella Bellutti, medaglia d’oro alle Olimpiadi 1996 e 2000 nel ciclismo su pista, oggi attivista che collabora con Assist, Associazione Nazionale Atlete di cui fa parte; Milena Bertolini, commissaria tecnica della Nazionale italiana Femminile di calcio dal 2017 al 2023; Lara Lugli, pallavolista dalla carriera ventennale dalla Serie C all’A1, protagonista di una storia di sport e diritti femminili e Rachele Somaschini, pilota di rally campionessa in carica del Campionato Italiano Rally femminile, affetta da fibrosi cistica. Tutte convinte che lo sport, per quanto foriero di bias e discriminazioni di genere, possa essere uno straordinario veicolo di educazione contribuendo a contrastare qualsiasi forma di violenza.
Marazzi Group e la guida all’autodifesa
Punta sull’autodifesa Marazzi Group con un corso dedicato alle proprie dipendenti, parte del programma di formazione “People-ness”. Obiettivo del corso, organizzato in collaborazione con Difesa Donna, è mostrare alle partecipanti come riconoscere e gestire le situazioni di pericolo, sia a livello mentale che fisico, utilizzando tecniche di autodifesa verbale e strategie adatte a ogni età e condizione fisica.
Oltre al corso, Marazzi Group ha organizzato due eventi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: “Chi rimane”, conferenza-spettacolo sul tema delle vittime di femminicidio a cura dell’associazione Non è Colpa Mia” e “In silenzio per rompere il silenzio”, una marcia silenziosa per i giovani delle scuole secondarie di secondo grado, promossa dall’Unione Comuni del Distretto Ceramico.
Italo, valorizzare le competenze
L’autodifesa è una delle iniziative messe in campo anche da Italo, con il percorso di formazione “TRAINing GIRLS – Sicure in partenza” che a oggi ha coinvolto oltre 700 donne. Inizialmente rivolto a tutte le dipendenti, è stato poi esteso alle ospiti delle case rifugio di Telefono Rosa.
Oltre aver aiutato le donne a difendersi fisicamente, Italo ha portato la cultura del rispetto di genere anche nelle scuole con diversi incontri formativi, e ha sostenuto ONG e associazioni sul territorio. In particolare, nel 2024 ha scelto di sostenere “REAMA”, il progetto italiano di Pangea, che si compone di 34 centri antiviolenza, 12 case rifugio, 30 avvocate specializzate in violenza di genere, oltre a diverse associazioni che lavorano sulla prevenzione nei propri territori e contribuiscono all’inserimento lavorativo.
Il progetto REAMA prevede, tra le varie attività, anche il bilancio di competenza con l’aiuto di professioniste esperte, per far sì che le donne che hanno vissuto una situazione di violenza riescano a riscoprire le loro capacità e a valorizzarle.
Italo ha messo a disposizione per il bilancio delle competenze anche le proprie professioniste, provenienti da 35 diverse nazioni, rendendosi disponibile, in caso di compatibilità con le figure ricercate, a inserire all’interno della propria organizzazione aziendale le donne ritenute più idonee. Infine, per sensibilizzare i dipendenti sul tema ha organizzato un incontro nella sede centrale a Roma.
Ikea e la “red flag”
Tra le aziende che da tempo si impegnano sul tema della violenza di genere, c’è Ikea che per sensibilizzare i suoi clienti sull’esistenza del Numero Antiviolenza e Stalking 1522 ha scelto un iconico cartellino rosso, la “Red flag tag”. Partendo dal presupposto che la violenza di genere non sempre è visibile o facilmente identificabile, la campagna invita a riconoscere i primi segnali, chiedendo supporto e prevenendo l’escalation verso forme di abuso più gravi.
Tra i segnali identificati in collaborazione con Differenza Donna, associazione che gestisce il 1522, vi sono: frasi di intimidazione, svalutazione, controllo, isolamento sociale e colpevolizzazione. Espressioni come “Siediti e stai zitta”, “È colpa tua se reagisco così, tiri fuori il peggio di me”, “Con chi stai chattando? Dimmi chi è”, sono state sostituite al nome del prodotto a scaffale e accompagnate dal numero della help line.
La campagna, che parte dal presupposto che riconoscere la violenza è il primo passo per chiedere aiuto, fa seguito ai numerosi progetti già attivati contro la violenza di genere, tra cui l’arredo dei centri antiviolenza diurni, delle residenze per donne e i loro bambini e degli appartamenti a indirizzo protetto.
Airbnb, un fondo da 100 milioni
Con un fondo da 100 milioni di dollari entro il 2030, Airbnb si impegna a sostenere le organizzazioni che supportano donne e bambini esposti a violenza in Italia, Regno Unito, Irlanda, Spagna e Germania. Le realtà da sostenere possono essere segnalate direttamente dagli host. Tra le collaborazioni attivate c’è quella con la cooperativa sociale onlus La Grande Casa che riceverà una donazione dell’Airbnb Community Fund e con cui è stato organizzato un evento di sensibilizzazione. La Grande Casa fornisce supporto a donne e bambini in Italia che sono a rischio violenza di genere, offrendo loro un rifugio temporaneo e una rete di aiuto affinché possano ricostruirsi una vita.
Airbnb collabora inoltre con Donne in Rete (D.i.Re) che utilizzerà i fondi della piattaforma per supportare le donne a trovare la propria strada verso la libertà e l’indipendenza. D.i.Re. organizzerà anche seminari rivolti ai dipendenti e agli host di Airbnb in Italia per sensibilizzare rispetto alla propria attività e utilizzerà la piattaforma per i soggiorni legati ai progetti dell’associazione.
Anche molte altre organizzazioni in Europa riceveranno le donazioni della piattaforma, tra le quali: Women’s Aid nel Regno Unito, per offrire alloggi di emergenza gratuiti alle sopravvissute alle violenze domestiche, Safe Ireland, per sviluppare i progetti ‘Safe Home, Safe Pathways’ (“Casa sicura, strade sicure”), Mujeres Unidas contra el Maltrato, in Spagna, dove Airbnb offre alloggi temporanei gratuiti a donne e famiglie che hanno subito o sono a rischio di violenza di genere e HateAid, in Germania, che fornirà consulenza e supporto legale in casi di cyberviolenza anche per donne e ragazze.
Terziario Donna Confcommercio, difendere le donne ad alta voce
“La vita delle donne è un valore. Difendiamola insieme A VOCE ALTA”. Questo lo slogan scelto da Terziario Donna Confcommercio, gruppo che rappresenta oltre 250.000 imprese femminili del commercio, del turismo, dei servizi delle professioni, per prendere posizione contro la violenza di genere. La campagna è stata diffusa sui social e sul sito di Terziario Donna ed è stata accompagnata da uno stendardo rappresentante sette collage in bianco e nero con il volto di 250 testimonials a rappresentare l’impegno del sistema confederale. Una campagna che si è inserisce in una serie di iniziative finalizzate a promuovere l’imprenditoria femminile e a superare gli stereotipi, da sempre humus fertile per la crescita della violenza.