“C’è ancora domani” di Paola Cortellesi ha sdoganato il tema delle violenza contro le donne al cinema, riuscendo a raggiungere un pubblico non più di nicchia ma ampio e variegato anche per età. I progetti in questa direzione si sono quindi moltiplicati dopo il successo del debutto della regista italiana e hanno coinvolto giovani talenti al lavoro con esperti del cinema, come nel caso del progetto di OffiCine-IED che per il 25 novembre ha dedicato la realizzazione di due cortometraggi al tema della violenza economica. Si intitolano “Viola” e “2054” i due corti che, verranno diffusi a partire dal 25 novembre e nei festival internazionali.
Viola
Storia delicata ma piena di forza quella di “Viola”, che vede protagonisti Marina Massironi, Gigio Alberti, Francesco Buttironi e Laura Martinelli. Fra i quattro in scena si stabilisce un gioco efficacissimo basato tutto sul non detto, da cui emergono dinamiche di controllo e sminuimento esercitate dagli uomini sulle donne.
Viola e Carlo (Massironi e Alberti) sono una coppia sposata da molti anni, felice, benestante, con un unico figlio, Ascanio (Buttironi), da poco laureato ma già con una carriera avviata. È lui che ha organizzato la cena per presentare ai genitori Elena (Martinelli), la sua fidanzata, una giovane donna con una carriera altrettanto avviata, molto indipendente e sicura di sè. Sarà Elena la prima a destabilizzare i ruoli: i suoi scambi e sguardi con Viola contengono tutto l’imbarazzo dello spettatore attento che percepisce chiaramente la dinamica di potere di cui Viola è una rassegnata vittima.
Senonché le alleanze al tavolo cambiano drasticamente nel corso della cena: non un colpo di scena inaspettato ma un desiderio realizzato, quando le due donne svelano il gioco del potere maschile e si consegnano spazio reciprocamente. Diventa sempre più evidente quella forma sottile ma potente di violenza economica, dove le scelte finanziarie e lavorative delle donne sono subordinate ai desideri degli uomini. Il film mette in luce le conseguenze emotive di tali dinamiche, mostrando la frustrazione e l’isolamento di Elena, ma anche la possibilità di resistenza e autodeterminazione femminile, suggerita dal gesto finale di Viola e dalla decisione di Elena di riprendere il controllo della situazione. Bello pensare che, potenzialmente, si tratterebbe di suocera e nuora, volendo andare a scomodare ulteriori stereotipi.
2054
La fantascienza è il genere del secondo corto, “2054”, che vede protagonista Angela Finocchiaro accanto a Eleonora Giovanardi e Dario Leone. Ambientato nel futuro, racconta la storia di Michela, calciatrice di successo, e del suo rapporto con l’avatar di sua madre Lina, un’intelligenza artificiale programmata per mantenere viva la sua presenza. Improvvisamente e inaspettatamente, visto il passato da femminista della madre reale, l’avatar inizia a criticare la figlia per le sue scelte di vita, come il fatto di stare molto tempo fuori casa per la carriera, mentre il compagno si occupa del figlio piccolo e della casa. Si farà strada l’idea di una possibile manipolazione dei ricordi digitali della donna da parte della società di manutenzione, con implicazioni inquietanti.
Una violenza che non sai riconoscere
Due trame interessanti per riflettere da diversi punti di vista sul tema della violenza economica: da un lato, attraverso spunti generazionali che mirano a scardinare gli stereotipi attraverso lo sguardo di due donne apparentemente lontane ma allo stesso tempo simili per intelligenza e sensibilità. Dall’altro lato, il tema del senso di colpa che emerge dalle aspettative sociali in merito alla conciliazione tra carriera e famiglia. Dalle relazioni personali alla società, sono molte le pressioni che spingono le donne a rinunciare alla propria indipendenza economica e lavorativa, raccontate attraverso gli sguardi di queste regie, un più delicato, l’altro più stravagante.
“Viola” e “2054”, regia rispettivamente di Marco Masante e Alice Gnech con Edoardo Maione, godono della partnership istituzionale di Fondazione Libellula che dal 2020 promuove la cultura per prevenire e contrastare ogni forma di violenza sulle donne e di discriminazione di genere, oltre alla media partnership di iO Donna, e all’importante sostegno di Fandango, il tutto realizzato nell’ottica di mettere in atto nuove forme di mecenatismo culturale che permettono il finanziamento dei percorsi formativi dei giovani talenti. Progetto culturale di IED, Istituto Europeo di Design, OffiCine-IED, in collaborazione con Sammontana, nasce infatti con lo scopo di costruire una rete di soggetti interessati a scommettere sui giovani e la loro formazione nel mondo del cinema.
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