Quali sono i soggetti scelti per rappresentare la storia e la cultura di un Paese sulle banconote? Dato che l’iconografia delle banconote ha lo scopo di esprimere i valori e l’identità del Paese di emissione, nonchè di permettere ai cittadini di attivare una risposta emotiva rispetto ai simboli veicolati, è importante mettersi in ascolto e osservare specificità e cambiamenti. Sono i ritratti i soggetti più diffusi: anche se negli ultimi anni si è osservata una tendenza a prediligere soggetti non umani e rappresentazioni astratte che riflettono valori e simboli di modernità e progresso, i volti celebrativi continuano a detenere lo spazio principale. È curioso dunque chiedersi quale sia la tipologia dei soggetti predominanti e il significato che veicolano.
Storicamente, i ritratti in questione sono stati quasi esclusivamente maschili: prevalentemente figure di potere e autorità, ma anche scienziati e artisti. Negli ultimi decenni è stata spinta la riproduzione di alcune personalità femminili, tuttavia le donne rimangono una presenza rara e marginale nel panorama del design monetario. Escludendo Elisabetta II, le donne risultano infatti presenti sul 5,6% delle banconote e sul 9% di quelle con i ritratti. Lo racconta Angelamaria Fiori nello studio realizzato per Banca d’Italia «Questioni di Economia e Finanza – I ritratti sulle banconote: studio sul divario di genere».
La diffusione dei ritratti femminili sulle banconote
Negli anni più recenti, si legge nello studio, alcune banche centrali hanno stabilito a priori l’uguaglianza di genere sulle banconote, in altri casi i ritratti femminili sono stati introdotti a seguito di partecipate campagne pubbliche che hanno chiesto un maggior riconoscimento del contributo delle donne. L’osservazione della realtà dei fatti però mostra ancora lo svantaggio femminile in questa rappresentazione, emblematica ma di grande impatto.
La ricognizione svolta da Fiori si è basata sulle funzioni di ricerca di una piattaforma dedicata alla numismatica, individuando le banconote emesse nell’intervallo temporale 2000-2023. Per ampliare la base dati sono stati inclusi anche i paesi che nel 2002 hanno adottato l’euro, per un totale di 2229 banconote censite per 171 paesi/aree/territori. Sono 61 i Paesi con almeno una donna non anonima su recto o verso, 51 se escludiamo quelli che rappresentano solo Elisabetta II.
La presenza femminile sulle banconote è risultata pari al 9,7% (217 banconote in totale), ma in numero rilevante si tratta di Elisabetta II: la troviamo presente su 97 banconote (15 paesi), di cui 93 come unica donna e 87 come unico personaggio rappresentato. Al momento risulta essere la persona più rappresentata al mondo su banconote e monete, e i motivi sono molti: la longevità nel ruolo, il fatto di essere comparsa sulle banconote ancora prima dell’incoronazione. Tuttavia tale record è meno interessante rispetto a quando il soggetto femminile rappresentato non è una regina, poiché in questo secondo caso si tratta, evidentemente, di una scelta deliberata.
Senza Elisabetta, quindi, le banconote con almeno una donna non anonima risultano 124, ovvero il 5,6% del totale. A un livello più approfondito, per escludere le ripetizioni (personaggi presenti su più tagli oppure restyling di biglietti già emessi), è stato raccolto il numero di soggetti diversi per entrambi i generi: il numero di soggetti femminili diversi è 85 (14,1 %), mentre il numero di soggetti maschili diversi è 511 (85,9%).
Un discorso a parte va fatto poi sul taglio delle banconote: quelle di taglio basso hanno una circolazione maggiore, quindi i personaggi rappresentati hanno maggiore visibilità; tuttavia è più rilevante essere ritratti su un taglio alto (infatti i sovrani, se non presenti su tutta la serie di banconote, sono sempre rappresentati sui tagli alti). La conclusione a cui giunge l’analisi di Fiori mostra che le banconote con ritratti femminili non si concentrano né sulle basse, né sulle alte denominazioni. E questa parrebbe una notizia positiva. Emerge che 46 paesi su 50 hanno emesso più di una banconota dedicata a una donna oppure hanno emesso un’unica banconota femminile, ma questa non rappresenta il taglio più basso. Quindi, pur non essendo note le motivazioni alla base delle singole scelte, è possibile affermare che un’ampia parte dei paesi considerati, nel celebrare una o più donne sulle proprie banconote, non abbia fatto un compromesso al ribasso.
Quali ritratti e in quali Paesi
Già nel 2003 uno studio del prof. J.E.C. Hymans aveva rilevato che sulle banconote di 15 nazioni europee, fino al 1949 tra le personalità ritratte sulle banconote (51) non appariva nessuna donna; nel periodo 1950-79 le donne ritratte, su 76 personaggi totali, sono state 2; infine, nell’intervallo 1980-2004 le donne rappresentate, su 79 ritratti, sono state 10. L’Italia si inserisce in quest’ultimo segmento: alla dottoressa Maria Montessori è stato dedicato il biglietto da 1000 Lire emesso nel 1990, ritratto che andò a sostituire quello di Marco Polo.
Dalla ricognizione eseguita da fiori, emerge che il numero di banconote con ritratti femminili varia da 1 a 10 per singolo Paese. Si va dai 5 diversi soggetti femminili di Svezia e Scozia; ai 4 di Australia e Perù; 3 in Danimarca e Colombia; 2 in un totale di 10 paesi tra Asia, Europa e Americhe. Nell’osservare il rapporto uomo/donna emerge che l’Australia ha raggiunto il 50%, ovvero una perfetta uguaglianza di genere, così come la Svezia, limitatamente alle banconote della serie più recente.
Ma quali sono attualmente i personaggi femminili rappresentati? Nella ricognizione di Fiori sono state individuate 85 donne. La categoria più popolata (43) è risultata quella delle artiste: scrittrici e poetesse (di cui 2 premi Nobel), artiste visive, cantanti, attrici, artigiane, una danzatrice, una musicista. La seconda categoria più popolata (10) è quella delle attiviste in ambito sociale: oltre a due mediche umanitarie, il gruppo include donne che si sono battute per i propri diritti (per esempio, per il diritto di voto e per essere elette negli organi parlamentari), per i diritti civili, per i diritti delle detenute, per l’educazione delle fasce più deboli della società, dei bambini e delle donne. Quasi altrettanto popolata (9) è la categoria delle attiviste politiche, ovvero di donne che, in assenza di un ruolo politico ufficiale, hanno fornito un contributo importante (e sono quindi definite eroine) nell’ambito di un conflitto o della guerra per l’indipendenza del proprio paese.
Troviamo poi 6 esponenti delle scienze sociali e umane, tra cui 3 pedagogiste (tra queste, Maria Montessori), una storica, un’antropologa e una sociologa. Le categorie meno popolate sono quelle dei personaggi politici (4), delle scienziate ed esponenti delle scienze applicate (4), delle imprenditrici (2 più una già inclusa nella categoria delle attiviste sociali), delle religiose (2), delle regine (3) e dei personaggi storici del passato (2, di cui una regina del III e una del XII secondo d.C.).
Per fare qualche nome: su una banconota della Repubblica Dominicana troviamo le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal (1924, 1926, 1935 – 1960), attiviste politiche; su una banconota indonesiana campeggia Tjut Meutia (1870-1910), eroina nazionale nella lotta per l’indipendenza; in Malawi Rose Chibambo (1928-2016), che organizzò le donne malawiane nella lotta politica contro gli inglesi. In Nuova Zelanda, sul taglio da 10 dollari compare Kate Sheppard (1848-1934), attivista e suffragetta. La Norvegia ha scelto il Premio Nobel per la letteratura per la sua banconota da 500 corone: Sigrid Undset (1882-1949), una delle prime intellettuali, a livello internazionale, ad esporsi pubblicamente contro il nazismo.
Per avere un termine di confronto rispetto ai ritratti maschili, è stato fatto un campionamento casuale di 85 soggetti maschili tra i 511 totali. La categoria più popolata (più di un terzo del campione) è stata in questo caso quella dei personaggi politici, segue poi quella degli artisti (per più della metà scrittori e poeti, poi musicisti e pittori), degli scienziati ed esponenti delle scienze applicate, degli esponenti delle scienze sociali e umane oltre a 3 navigatori e un religioso. A differenza delle scelte per i personaggi femminili, nel campione non è presente alcun attivista in ambito sociale. Ma come puntualmente fa notare Fiori, «l’attivismo per i diritti delle donne in realtà permea anche altre categorie perché in passato, per ricoprire un ruolo attivo nella società fuori dall’ambito familiare e ottenere un riconoscimento, erano necessari alle donne una specifica consapevolezza della propria condizione di subalternità e un notevole impegno per cercare di superarla».
L’invisibilità delle donne nella Storia
Nel 2017 la Banca d’Inghilterra annunciò che il rinnovamento delle banconote sarebbe stato all’insegna di una maggiore presenza femminile, pertanto sulle banconote britanniche da 10 sterline venne raffigurato il volto della scrittrice Jane Austen (1775-1817), figura di spicco della narrativa preromantica e autrice di molti romanzi. Il ritratto andò a sostituirsi a quello di Charles Darwin. La notizia fu accolta con entusiasmo, da una parte perchè era la risposta a un’istanza che iniziava a emergere con una certa prepotenza da parte della società civile, ovvero di riconoscere più spazio e opportunità alle donne, dall’altra perchè Jane Austen è unanimemente riconosciuta per essere una delle maestre della letteratura inglese.
D’altro canto, un’ipotesi molto diffusa sul perché le donne sulle banconote siano rare è che, a causa delle limitazioni imposte alla loro attività e presenza nella società in passato, queste abbiano offerto un contributo più limitato in tutti i campi fornendo, quindi, pochi esempi di eccellenza. Secondo questo pensiero, la forte asimmetria di genere non sarebbe quindi una sottorappresentazione delle donne, ma un’equa distribuzione di riconoscimenti in base al merito.
Il grande pericolo dietro a quest’affermazione, sta nel corroborare lo stereotipo secondo cui alle donne non appartenga il campo semantico del merito, ma solo quello della quota di genere forzata e imposta. Ma è vero esattamente il contrario: donne meritevoli ci sono, ci sono sempre state, ma non hanno raggiunto lo stato della visibilità per via delle barriere che hanno impedito loro storicamente di accedervi. Citando Caroline Criado Perez, lo studio afferma che «il ruolo subalterno assegnato alle donne ha costituito un insuperabile impedimento a che il loro contributo fosse apprezzato, valorizzato e ricordato, quando riconosciuto».
«In base a queste considerazioni» prosegue Fiori, «è più che lecito dubitare che il 5,6% di banconote con una figura femminile contro il 53,7% di figure maschili, oppure il 9% di ritratti femminili contro il 91% di quelli maschili, sia il risultato di una valutazione del contributo delle donne su base esclusivamente meritocratica».
Un esercizio collettivo: i casi di mobilitazione pubblica
Sulle banconote dei dollari statunitensi non è mai stata ritratta una donna, a eccezione di Martha Washington, moglie del primo presidente George Washington, presente sul certificato d’argento da 1 dollaro coniato nel 1886. Per ovviare a questa mancanza, nel 2012 è stata fondata un’organizzazione non profit, “Women on 20s”, per chiedere che il ritratto di Andrew Jackson sulle banconote da 20$, fosse sostituito da una donna. L’esito di un sondaggio on line fece ricadere la scelta su Harriet Tubman, afrodiscendente nata schiava e divenuta attivista anti-schiavista. La carica simbolica di questa scelta, sta anche nel fatto che Jackson, oltre a possedere una piantagione con cento schiavi, da presidente aveva firmato l’Indian Removal Act contribuendo in modo determinante alla deportazione dei nativi americani.
Nel 2015 il Dipartimento del Tesoro statunitense ha poi annunciato che sarebbe stata rappresentata una donna sulla nuova banconota da 10 dollari con lo scopo di celebrare un personaggio che risultasse esemplare “per l’esercizio inclusivo della democrazia”. Tuttavia il progetto ha subito ritardi, e al momento le date previste per l’emissione delle nuove banconote sono il 2026 per quella da 10 dollari e il 2030 per quella da 20 dollari. Come verranno scelte le donne ritratte?
Le banche centrali della Svezia, del Canada, dell’Inghilterra, hanno coinvolto i cittadini nella scelta dei soggetti da ritrarre. La Reserve Bank australiana ha recentemente dichiarato che l’immagine di re Carlo non avrebbe automaticamente sostituito sulle banconote da 5 dollari australiani la regina Elisabetta, la cui morte ha riacceso il dibattito in Australia sul suo futuro come monarchia costituzionale. Pertanto avverrà una consultazione con i gruppi indigeni per la progettazione di una nuova banconota che onori la parte più antica della storia del Paese.
Di certo i governi tutti riconoscono che i ritratti continuano ad avere un ruolo fondamentale: per il tipo di percezione emotiva che suscitano, promuovono la sicurezza e la fiducia che si dovrebbero associare al denaro come strumento di partecipazione attiva alla vitalità del proprio Paese. Perciò, accanto ad elementi architettonici e allegorici, i ritratti continueranno a essere l’aspetto preponderante del design delle banconote. Pretendere una rappresentazione più equa, far scoprire personaggi femminili poco noti e categorie sottorappresentate, è un passo importante per una democrazia sempre più consapevole e inclusiva.
Certo, occorrerà mettere in discussione alcuni criteri che finora hanno guidato la scelta delle persone da ritrarre. Ma come scrive Fiori nelle conclusioni dello studio: «Tali criteri non sono dati in modo irrevocabile: a differenza delle bandiere e degli inni nazionali, le banconote sono rinnovate con una certa frequenza, quindi […] possono seguire i mutamenti nell’anima delle nazioni che le emettono».
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