In Italia, ogni giorno 19 bambini e bambine subiscono violenza o maltrattamenti. Nel 2023 sono stati 6952 i reati commessi contro di loro, con un aumento del 35% rispetto a 10 anni fa. Un incremento enorme, che racconta da un lato la crescita delle denunce e dall’altro invece l’insorgere di nuovi rischi come quelli che arrivano dal mondo virtuale. Ma che si tratti di mondo reale o virtuale, le vittime più numerose sono sempre loro: bambine e ragazze.
Lo confermano drammaticamente i dati elaborati dal servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale che sono contenuti nell’edizione 2024 del dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo”, presentato da Terre des Hommes a Roma alla Camera dei deputati, in occasione della Giornata internazionale delle bambine, proclamata per la prima volta dall’Onu l’11 ottobre 2012.
Bambine e ragazze le più colpite
Nel 61% dei casi infatti i reati contro i minori hanno una vittima di sesso femminile. «A spingere questa percentuale – si legge nel report – sono soprattutto i crimini sessuali». Violenza sessuale e violenza sessuale aggravata hanno infatti rispettivamente l’89% e l’85% di vittime femminili. Alte percentuali di vittime di genere si registrano anche per i reati di atti sessuali con minorenni (79%), detenzione di materiale pornografico e corruzione di minorenne (78%), prostituzione e pornografia minorile dove, in entrambi, le vittime sono al 64% bambine o ragazze.
Aumentano i reati tra i minori, soprattutto in famiglia
Se si guarda invece, più in generale, ai reati commessi contro i minori nel nostro Paese, i dati rivelano che i maltrattamenti in famiglia registrano l’incremento maggiore. Nel 2023 ci sono stati infatti 2843 casi: il doppio del 2013 e il 6% in più rispetto all’anno precedente.
«L’immagine della famiglia come luogo sicuro e accogliente, come nido in cui i bambini possono crescere per imparare a spiccare il volo, mostra più di una crepa e chiama in causa tutti i nostri sforzi affinché i genitori non debbano affrontare in solitudine una fragilità che appare sempre più evidente», ha affermato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes.
Altri reati che hanno avuto un aumento nel corso dell’ultimo anno sono state le violenze sessuali (912 casi, +1% dal 2022 ma +51% dal 2013) che risultano essere il secondo crimine più diffuso sui minori. Seguono poi la sottrazione di persone incapaci (+4%), l’abbandono di persone minori o incapaci (+3%), gli atti sessuali con minorenni (+3%), l’abuso di mezzi di correzione o di disciplina (+1%) e la pornografia minorile (+1%).
Il dossier Indifesa 2024
La consapevolezza che la violenza sui bambini sia soprattutto rivolta contro le bambine ha portato Terre des Hommes, nel lontano 2013, a realizzare la prima indagine pilota sul fenomeno dei reati a danno dei minori, puntando lo sguardo in particolare sulla condizione femminile. Il dossier, giunto quest’anno alle 13esima edizione, prende in esame la condizione di bambine e ragazze in Italia e nel mondo toccando diversi temi come le mutilazioni genitali femminili, l’accesso all’istruzione, il problema dei matrimoni e delle gravidanze precoci, salute mentale, discriminazioni nello sport femminile, empowerment e partecipazione, accesso alle materie stem e a internet e, ovviamente, l’aspetto della violenza.
Violenza sulle bambine come arma di guerra
Se guardiamo alla condizione delle più piccole nel mondo, emerge che oltre 3,1 miliardi di bambine, ragazze (e donne) vivono in Paesi dove i loro diritti non sono garantiti. Si tratta di limitazioni che riguardano moltissimi aspetti della vita, anche quelli più basilari, come la possibilità di scegliere quando e con chi sposarsi, il diritto di salvaguardare la propria salute intima e riproduttiva, fino a quello di parlare in pubblico come accade, per esempio, in Afghanistan. Ma a minacciare la salute sia fisica che mentale delle più piccole è anche all’estero la violenza sessuale che viene usata ancora troppo spesso come un’arma di guerra. Si tratta di numeri enormi visto che, come rivela il dossier, «tra il 2017 e il 2022 è aumentato del 50% il numero di ragazze e donne che vivono in Paesi afflitti da guerre, raggiungendo la cifra record di 614 milioni». Le guerre e i conflitti portano inoltre ovviamente con sé un aumento generale di tutti i tipi di violenza. Chi vive in scenari di crisi ha infatti una maggior possibilità di subire mutilazioni genitali, di abbandonare la scuola, di contrarre un matrimonio forzato o di vedere la propria salute riproduttiva messa in grave pericoloso.
Male la salute mentali delle adolescenti
Dal dossier indifesa 2024 emerge anche un dato preoccupante riguardo la salute mentale dei ragazzi e soprattutto delle ragazze italiane. Come già evidenziato dall’Organizzazione mondiale della sanità, queste ultime sono infatti vittime di un senso di malessere sempre più diffuso che sembra essersi acuito dopo la pandemia e che aumenta con l’età. Terre des Hommes insieme a scuola Zoo ha intervistato 2mila ragazze tra i 14 e i 26 anni provando ad indagare le origini di questo crescente disagio. Dalla ricerca è emerso che ben 9 ragazze su 10 “percepiscono forti rischi per la propria salute mentale. Una situazione che nel 76% dei casi sembra legata alla difficoltà di accettarsi e stare bene con il proprio corpo. A compromettere il benessere psicologico delle più giovani contribuiscono però anche le relazioni difficili con i genitori o la famiglia (73%) e le prestazioni scolastiche (66%). Il 50% delle intervistate vede inoltre come rischi le preoccupazioni per il proprio futuro, le relazioni complicate con amici o coetanei, la solitudine, la depressione e la violenza di ogni genere. Seguono i rapporti di coppia incostanti (43%), le relazioni con gli insegnanti (28%), il timore per la situazione globale (25%) e l’eco-ansia (17%).
Si tratta di paure e fonti di malessere che le ragazze pensano che potrebbero essere affrontate all’interno della scuola (75%) che secondo loro dovrebbe occuparsi di più di salute mentale. In alternativa, il 66,5% delle giovani propone uno psicologo gratuito fuori dalla scuola.
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