Cosa resta dopo la violenza? Dopo il femminicidio? E’ il racconto della mostra fotografica “Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta”, dal 17 al 25 maggio a Milano, alla Biblioteca Sormani.
La mostra è composta dalle 30 foto del progetto “Le Conseguenze” di Stefania Prandi, fotografa e giornalista, che per Settenove ha anche scritto il libro omonimo, “un reportage lungo tre anni che racconta, attraverso le parole di chi sopravvive al femminicidio, gli esiti drammatici della violenza di genere”. Sono immagini e testimonianze dei cosiddetti “orfani di femminicidio” ma anche dei genitori delle vittime, dei fratelli e delle sorelle, dei nipoti. Di chi resta.
Dopo una trentina di tappe, la mostra viene esposta per la prima volta a Milano grazie all’impegno dell’associazione Libere Sinergie, in collaborazione con GiULiA Giornaliste.
Stefania Prandi è giornalista, scrittrice e fotografa freelance e da anni ha concentrato il suo lavoro sui diritti umani, sullo sfruttamento sul lavoro e sulla violenza di genere. Libere Sinergie è un’associazione di promozione sociale impegnata a livello nazionale nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di violenza e discriminazione contro le donne, mentre GiULiA è un’associazione di rilievo nazionale fra giornaliste professioniste e pubbliciste. Si pone due obiettivi principali, sui media e nei media: modificare lo squilibrio informativo sulle donne anche utilizzando un linguaggio privo di stereotipi e declinato al femminile; battersi perché le giornaliste abbiano pari opportunità nei luoghi di lavoro, senza tetti di cristallo e discriminazioni.
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