Teatro: per i più giovani strumento prezioso per riconoscere violenza e disparità di genere

E’ assolutamente normale controllare il telefono del partner”, “se la mia ragazza mi lascia davvero non dovrei reagire, non dovrei arrabbiarmi?” , “la parità di genere non si raggiungerà mai!”. A parlare sono loro, i giovani, gli adolescenti che si approcciano alla vita e alle prime relazioni di coppia ed elaborano le loro prime prese di coscienza. L’occasione, per riflettere, parlare, aprirsi, sono state alcune rappresentazioni teatrali sulla violenza contro le donne, rappresentazioni che, inserite in percorsi di studio o di approfondimento, fanno sempre scaturire riflessioni, spunti, emergere verità, condividere storie.

Il teatro può, quindi, scuotere le coscienze dei ragazzi e formarli alla parità di genere? A giudicare da alcune esperienze sembrerebbe proprio di sì. Sembrerebbe proprio che questa forma di arte costituisca uno dei mezzi più efficaci per coinvolgere i giovani e stimolare il dibattito.

Il teatro può aiutare a riconoscere la violenza

Il teatro – racconta Giulia Corradi, vicepresidente di M.a.s.c., regista e autrice – può avere un ruolo positivo; ad esempio dopo lo spettacolo ‘Cambiamo camicia’ alcune ragazze che hanno assistito alla rappresentazione ci hanno poi chiamato per raccontare storie accadute nella propria casa, storie di violenze. Il teatro può aiutare a riconoscere la violenza e a parlarne”. Ora M.a.s.c. è impegnata nel rifacimento di ‘Secondo atto’ , la storia di tre donne vittime di violenza che il pubblico è chiamato a riscrivere successivamente, in una sorta di ‘secondo atto’ per far vedere come queste storie sarebbero dovute andare se le vittime fossero state aiutate e supportate dalle istituzioni e dalla società. Di due storie si può riscrivere il finale; della terza, finita con un femminicidio, con un evento tragico e ineluttabile,  non si può più cambiare nulla.

Necessario un supporto nelle scuole per le richieste d’aiuto

‘Secondo atto’ è uno spettacolo nato nell’ambito di un progetto europeo, Never Again, sulla vittimizzazione secondaria di cui anche il Sole 24 Ore  e Alleyoop sono stati partner assieme all’università Vanvitelli di Napoli, D.iRe-Donne in rete contro la violenza, Maschile plurale. “In genere, i ragazzi seguono lo spettacolo con molta attenzione, in un silenzio assordante. Non credo che non siano pronti o adatti ad assistere alle storie di violenza rappresentate, D’altronde di fronte a immagini violente ci stanno già tantissimo e nei modi sbagliati. Grazie allo spettacolo, invece, si sono scoperchiati tanti vasi di Pandora, sono venute fuori anche tante storie di violenza assistita. I ragazzi si fanno molto coinvolgere, non abbiamo bisogno di spingere molto per vivacizzare il dibattito successivo”.  ‘Secondo atto’ è già stato rappresentato in Umbria, poi arriverà anche a Ferrara e Ancona. “In genere i ragazzi – spiega Corradi – sono già formati dalle scuole, ma sarebbe necessario avere anche personale formato all’interno degli istituti per gestire eventuali richieste di aiuto che potrebbero pervenire dopo gli spettacoli”.

Prima dello spettacolo, M.a.s.c. propone a studentesse e studenti un modulo da compilare dal quale emerge un dato significativo: il 50% di chi lo compila ha assistito ad almeno un caso di violenza, percentuale che probabilmente in realtà è più alta se si considera il sommerso e quello che non viene neanche riconosciuto come violenza.

Pirandello riletto in chiave moderna 

Di violenza sulle donne, attraverso un’originale messa in scena di due atti unici di Pirandello, parla anche lo spettacolo ‘Apparenze’ interpretato da Oriana Celentano, Ivan Moretti e Francesco Chiarello, per la regia di Francesco Carrassi. “Lo spettacolo somma due atti unici di Pirandello, ‘La Morsa’ e ‘All’uscita’. In scena – racconta Celentano – siamo in tre, apparentemente si tratta un classico triangolo amoroso, ma c’è molto di più. Nella Morsa la donna si invaghisce di un collega del marito e diventano amanti. ‘All’Uscita’ è un testo ambientato nell’al di là, ma tratta sempre del tema del tradimento, ed  è come se personaggi della Morsa si trascinassero nell’al di là”.

La morsa pirandelliana della pressione psicologica

Con Pirandello, racconta Celentano, la compagnia è andata in scena proprio poco dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin: “la protagonista si chiama Giulia, lei muore non per mano del marito, ma a causa della pressione psicologica che il marito le provoca, la morsa che finisce per fare confessare la donna. Il marito attua una forma di possesso,  le toglie in pratica la sua vita, e lei, conseguentemente, si spara. Il testo della Morsa è del 1892 ma la situazione che descrive non è molto lontana da quello che succede oggi nei casi di violenza psicologica”

I ragazzi, racconta Oriana Celentano, attrice ma anche autrice di un monologo proprio sulla violenza, “fanno domande molto tenere, innocenti, che però a volte nascondono situazioni pesanti. Pirandello ha scritto testi molto profondi per quanto riguarda la psicologia dei personaggi, il nostro approccio alla recitazione è  tipico del teatro contemporaneo. Le parole, anche se rimangono quelle originarie, arrivano facilmente, il modo di recitare è molto fresco, il linguaggio della messa in scena è attuale”.

‘Apparenze’, intanto, continua il tour nelle scuole: “avremo uno spettacolo in una scuola di Testaccio, a Roma, in un plesso quasi completamente maschile. Il regista farà l’introduzione e poi tutto il cast si fermerà a parlare dopo lo spettacolo con i ragazzi. Il 20 aprile, invece, lo spettacolo sarà rappresentato in teatro”, spiega Celentano.

Il concerto reading sulla storia di Pippa Bacca

Un altro esperimento riuscito è quello della trasformazione in un concerto reading del libro “Sono innamorata di Pippa Bacca, chiedimi perché!” di Giulia Morello, la prima artista in Italia a fare un’opera di recupero della storia di Pippa Bacca, da cui è nato il libro, autorizzato dalla famiglia. Il concerto reading è un racconto a più voci, di Assia Fiorillo e Giulia Morello, per raccontare una storia unica, quella di Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca, uccisa in Turchia il 31 marzo del 2008 durante la performance artistica sulla pace tra i popoli “Brides on Tour – Spose in viaggio”. Dopo la tragedia, i media si concentrarono sul caso di cronaca, non raccontando chi fosse Pippa Bacca e perché avesse scelto di viaggiare in autostop e vestita da sposa fino a Gerusalemme. “La sua – dice Giulia Morello –  è una storia di passione, di ideali e poesia. Una storia necessaria, oggi più che mai”.

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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.

Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.

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