Educazione sessuale, i giovani la vogliono a scuola e ne parlano su TikTok

Chi vuole parlare di educazione sessuale? I giovani, innanzitutto. Per un adolescente su due, internet è la principale fonte di informazione per dubbi e domande sul sesso e la sessualità. Il 12% si rivolge ad amici e coetanei, mentre il 48,8% risponde che dovrebbe essere la scuola a occuparsi di educazione sessuale. Questi i dati condivisi durante il 5° Congresso regionale di Siru Lazio. Un altro campione di 15.000 giovani tra gli 11 e 24 anni, analizzato invece dall’Osservatorio Giovani e Sessualità 2023 di Durex, conferma questa preferenza con un 94%. 

Se oggi l’educazione sessuale non è obbligatoria nelle scuole, ma anzi gestita regionalmente o dai singoli enti e istituti, dalle ricerche emerge invece la richiesta di strutturare sistemi complessi in rottura con una società che vede ancora la sessualità come un tabù o un bisogno secondario. Lì dove l’educazione sessuale non è voluta, fallisce un possibile sistema di formazione e prevenzione per intere generazioni. 

L’educazione sessuale inclusiva su TikTok

Se a scuola non se ne parla, sui social lo spazio c’è ed è molto utilizzato: l’educazione sessuale è molto presente su TikTok, piattaforma dove numerosi creators si espongono come sex educators, anche per esempio su tematiche legate al mondo LGBTQIA+. L’87% dei partecipanti alla survey inglese Youth Trends Report 2023, ritiene che l’educazione sessuale nelle scuole non sia abbastanza inclusiva, con un approccio non empatico o assente per temi come l’Hiv, l’Hpv e il mondo LGBTQ+. Molti queer creators si allontanano dal modello di educazione sessuale tradizionale, che prende in esame principalmente relazioni tra persone eterosessuali cisgender mancando di intersezionalità. 

I contenuti di educazione sessuale su TikTok vengono verificati?

Uno dei primi paper sul tema, Sex Education on Tik Tok: A Content Analysis of Themes (University of Houston Law Center), già metteva in guardia sulla scientificità dei contenuti su TikTok: “Mentre alcuni ostetrici, ginecologi e altri professionisti della salute si sono impegnati attivamente su TikTok come creatori di contenuti basati sulla scienza – si legge – la quantità sempre crescente rende impossibile garantire che un utente si imbatta in contenuti informativi sempre scientifici”.  Il linguaggio cambia e si evolve, e si adatta per evitare le restrizioni dei contenuti: alla parola “sex” si sovrappone “seggs”, oppure si sostituisce un numero a una lettera come per “cond0m”. 

Esistono però anche altri casi in cui è proprio TikTok a voler creare una rete di contenuti verificati, e quindi realizzati da professionisti. “Sono stata personalmente contattata da TikTok, cercavano professioniste che potessero creare dei contenuti scientificamente attendibili ma anche amichevoli ed accoglienti, non avevo un profilo sulla piattaforma e ho dovuto crearlo per caricare i miei contenuti ” spiega Chiara Gregori (ginecologa e sessuologa di Milano, e autrice di libri sulla sessualità) che ha raccontato la sua esperienza online e offline ad Alley Oop. 

La sessualità ci riguarda sin dalla prima infanzia

Quante persone hanno partecipato a incontri di educazione sessuale a scuola da bambini? La scarsa presenza di programmi formativi ha portato intere generazioni a considerarne la presenza come un episodio isolato, erroneamente associato ad incontri che devono, per pudore, avvenire solo in età adolescenziale. Abbiamo bisogno di cominciare fin dalla prima infanzia con un’educazione che porti alla conoscenza del proprio corpo, una cura del proprio corpo; dobbiamo promuovere un dialogo che tenga la consapevolezza delle emozioni sempre a mente, come conditio sine qua non per poter riconoscere quelle degli altri” commenta Chiara Gregori.

Secondo l’ultimo Studio Nazionale Fertilità, promosso dal ministero della Salute, solo il 22% degli adolescenti vorrebbe ricevere informazioni dai propri docenti, mentre il 62% vorrebbe personale esperto esterno alla scuola.

Un adolescente può cercare su internet, invece un bambino può solo fare domande, quindi da dove cominciare? Gregori, che ha recentemente tenuto un incontro di sex positivity presso il liceo classico Carducci di Milano, spiega: “Sto incontrando giovani dalla scuola primaria alle scuole superiori fino anche agli istituti penali minorili, tutti hanno un elemento in comune: una grande curiosità. Se non siamo noi adulti a dare le risposte alle domande che si pongono, le cercheranno online rischiando di intercettare siti poco seri o pornografia. Generalmente l’educazione sessuale è indirizzata alla prevenzione delle gravidanze indesiderate e delle malattie sessualmente trasmissibili, ma concepirla solo così rischia di creare un approccio freddo e asettico”.

L’educazione sessuale è obbligatoria in Europa?

Nell’ultimo report dell’UNESCO “Comprehensive sexuality education (CSE) country profiles” all’interno del Global Education Monitoring, risultano solo 10 Paesi europei con un approccio all’educazione sessuale a scuola che può essere considerato completo. L’Italia non prevede obbligatorietà insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia a Romania.

La Svezia viene presa come esempio essendo stato il primo paese a renderla obbligatoria nel 1955, ma non solo, viene citata infatti per aver adattato argomenti ed approcci alla contemporaneità e all’inclusività: “Nel 2022 sono state approvate revisioni ai programmi di studio introducendo il concetto di consenso e relazioni negli istituti di istruzione obbligatoria, secondaria superiore e per l’età adulta”, citando il documento.

Educazione sessuale, prevenzione e Papilloma Virus

Nell’ultimo Atlas europeo 2023, si evidenzia una totale mancanza di copertura per i contraccettivi da parte del sistema sanitario in Italia. La contraccezione è sì un metodo di prevenzione per una gravidanza indesiderata, ma ancor prima è uno strumento contro le Ist (Infezioni sessualmente trasmissibili) in continuo aumento. Dal report di Durex prima citato, il 39% pensa che il coito interrotto sia un metodo efficace per evitare malattie sessualmente trasmissibili. 

Il 4 marzo ricorre la giornata internazionale contro l’Hpv (Papilloma Virus), l’unica infezione ad oggi riconosciuta responsabile del tumore alla cervice uterina. Abbiamo chiesto alla ginecologa Gregori di commentare la reazione dei suoi follower su TikTok a un video dal titolo pap test: Non c’è ancora abbastanza informazione e purtroppo quella che c’è punta molto sulla paura. Da quando ho pubblicato il video su TikTok sono stata tempestata di messaggi di donne angosciate per risultati incomprensibili, o parole ancor meno chiare di colleghi che continuano a dimenticare che il prendersi cura passa attraverso il rispetto profondo delle persone e delle loro emozioni”. 

Molte delle domande che vengono fatte online sulle malattia sessualmente trasmissibili, evidenziando come le strutture pertinenti e gli enti preposti debbano ancora lavorare per colmare il gravissimo gap di informazione sulla prevenzione. L’educazione sessuale è la portavoce di questi temi, e come tale non può essere considerata solo un’opzione.

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Per maggiori informazioni sul’Hpv consulta il sito del ministero della Salute. Per ulteriori informazioni sull’infezione da HIV, sull’AIDS e sulle Infezioni Sessualmente Trasmesse chiama il numero verde 800861061.

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  • Gloria |

    Siamo alle soglie del 2030 e ancora c’è il dilemma educazione sessuale a scuola ,si o no.la società ha subito un notevole ed intenso cambiamento culturale.Anche i ragazzini non sono più con gli occhi chiusi.Perchè ancora questo forte atteggiamento retrogrado invece di parlarne con un esperto nelle scuole evitando fonti di informazioni confuse e sbagliate???

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