Il cane è l’unico mammifero in grado di vivere realmente con noi, e non semplicemente accanto a noi. Ha scritto l’etologo austriaco Irenaus Eibl-Eibesfeld. Nella mia vita i cani sono stati tanti. Il primo si chiamava Husky ed era il pastore tedesco dei miei nonni. Aggressivo con gli uomini e protettivo con le donne e con me, che a sei anni tentavo di salirgli in groppa, come fosse un cavallo. Poi è arrivata Briciola, nata in un bosco e addomesticata da mio nonno paterno con infinita pazienza. Sebbene addomesticata davvero non lo sia mai stata. Insieme a lei, poco dopo, Beethoven, con il suo sguardo acuto e penetrante, che era in grado di capire comandi che nessuno gli aveva mai insegnato. Dopo di loro, è stato il turno di Boh e tutto si è fermato e ha ricominciato a scorrere diversamente. Il primo cane che ha vissuto realmente con me e che mi ha attraversato il cuore. Nonostante i suoi dispetti, la sua prepotenza e il suo essere permaloso. O forse, proprio per questo. E oggi c’è Molli (in foto), con la quale ci siamo scelte in un giorno di pioggia. Entrambe disilluse e ferite.
Gli animali sono un impegno enorme, cadenzano il tuo tempo, coinvolgono la tua famiglia, ti ancorano a impegni e attività di cura. Eppure ti restituiscono qualcosa che nessun sacrificio potrà mai toglierti. A tal proposito, qualcuno diceva che non c’è migliore psichiatria di un cucciolo che ti lecca la faccia.
I benefici del vivere con un animale
Diversi studi hanno dimostrato una lunga lista di vantaggi nel vivere con animali domestici. In primis, riducono pressione sanguigna, stress e ansia, dal momento che giocare con loro o coccolarli attiva il rilascio di ossitocina, un’endorfina che migliora l’umore e induce una sensazione di benessere.
Vi sono poi benefici a livello relazionale: prendersi cura di un cane o un gatto non solo garantisce compagnia, ma promuove anche senso di responsabilità, aiuta a socializzare – specialmente nel caso del cane – e sostiene lo sviluppo emotivo nell’infanzia. Per bambini e bambine, inoltre, un animale domestico contribuisce a rafforzare il sistema immunitario.
Non è un caso se in psicologia si sta sempre più affermando la terapia assistita con gli animali – in origine chiamata Pet Therapy – che fa parte del più ampio insieme di interventi assistiti con gli animali. Ossia interventi che hanno “valenza terapeutica, riabilitativa, educativa e ludico-ricreativa e prevedono l’impiego di animali domestici”.
Alla luce dei benefici che la compagnia animale può portare, sorge una domanda: come mai gli ambienti di lavoro sono per lo più refrattari alla loro presenza?
Animali a lavoro
Il 28% di chi in Italia lavora in ufficio ha un cane. E 2 persone su 3 vorrebbe portarlo con sé al lavoro. Sono tuttavia poche le aziende “pet friendly”. Le ragioni sono spesso riconducibili a questioni di igiene e rispetto reciproco, nell’ottica di tutelare soggetti allergici o chi ha paura. Eppure, alla luce dei molteplici benefici, sarebbe possibile ripensare il loro ingresso nei contesti lavorativi. Stabilendo regole di condotta e giornate e spazi ad hoc, è infatti possibile offrire l’opportunità di portare con sé il proprio cane, nel riguardo di colleghi e colleghe.
Alcune realtà si stanno muovendo in tal senso: ad esempio, Gruppo Mars, Purina e Boehringer Ingelheim. Quest’ultima azienda, ha avviato l’iniziativa “Dogs@Work” nei nuovi uffici di Milano, che si fonda sull’idea – come si legge sul loro sito – che il cane in ufficio possa far vivere meglio le ore di lavoro. Secondo Antonio Barge, HR Director di Boehringer Ingelheim:
“la presenza dei cani in ufficio innesca una maggiore disponibilità, abbatte le barriere di comunicazione, migliora i sentimenti di comunità e incoraggia l’interazione tra i collaboratori”.
Tutti effetti positivi mappati anche da Purina: il 93% delle loro persone percepisce un miglioramento dell’equilibrio vita professionale e privata e il 91% sente un aumento dell’attaccamento all’azienda.
In un mondo del lavoro che è – giustamente – sempre più attento al benessere psicologico delle sue persone e ai loro bisogni di vita, appare evidente che gli animali da compagnia non possono che entrare a far parte dell’equazione. Se servisse, garantiamo Molli ed io.
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