Mondiali di calcio, le azzurre non si qualifica per gli ottavi

Adesso diventa difficile dire “usciamo a testa alta”. Non era questo l’obiettivo di una Nazionale che aveva l’obbligo di raggiungere gli ottavi in questo Mondiale dopo il fallimento all’Europeo dello scorso anno. Il girone era decisamente abbordabile con Argentina e Sudafrica che ci avrebbero dovuto garantire 6 punti. E invece.

Dopo la sonora sconfitta contro la Svezia, batosta che comunque poteva anche essere preventivata contro una delle potenze del calcio femminile mondiale (terza nel ranking Fifa), le azzurre non riescono a reagire nel modo migliore, mostrando serie lacune soprattutto a livello mentale.

L’ultima partita contro il Sud Africa

E così il primo meritato successo del Sudafrica in un Mondiale ci condanna a un’uscita prematura dal torneo. Nessuno, davvero, se lo sarebbe aspettato. Soprattutto dopo un inizio confortante con il calcio di rigore che si conquista Chiara Beccari e che non sbaglia Arianna Caruso. Al 12esimo minuto l’Italia è avanti uno a zero.

A quel punto sarebbe servita una gestione del match da squadra esperta: prolifico possesso palla per abbassare il ritmo della partita e delle avversarie. Ma purtroppo questa Italia va in affanno se attaccata e commette errori grossolani. Ed è così che il più grave diventa il pareggio per le Banyana Banyana: retropassaggio alla cieca di Benedetta Orsi con Francesca Durante che non aveva ripreso il suo posto al centro della porta e autogol dei più clamorosi. Concorso di colpe per le due azzurre: un difensore non dovrebbe mai effettuare un retropassaggio nello specchio della porta (e magari in una partita così importante di un Mondiale sarebbe stato bene anche non giocarla senza prima aver dato un’occhiata dietro) con il portiere che dovrebbe cercare sempre di ritornare in posizione nel minor tempo possibile.

Nel frattempo, in contemporanea, si gioca Argentina-Svezia con Gerhardsson, già sicuro del primato nel girone, che schiera le seconde linee. Le albicelestes sono pericolose ma all’intervallo è ancora zero e zero, punteggio che garantisce alle azzurre con il pareggio di Wellington di accedere agli ottavi.

Un secondo tempo da dimenticare

E’ nella ripresa, però, che si concretizza il disastro. Al 67esimo una splendida azione del Sudafrica porta al tiro Magaia che con il sinistro trafigge un’incolpevole Durante. Per l’Italia è notte fonda. Iniziano a materializzarsi i fantasmi dello scorso Europeo in Inghilterra dove la Nazionale non era riuscita a superare il girone con Francia, Belgio e Islanda. Ma ancora una volta sembra che Cristiana Girelli viva per regalare gioie azzurre: su calcio d’angolo colpisce di testa indirizzando sul secondo palo, in traiettoria c’è Arianna Caruso che segna la sua prima doppietta con la maglia “maggiore”. E’ 2 a 2 che significa passaggio del turno.

Intanto la Svezia passa avanti con Blomqvist (aveva segnato il 5 a 0 sabato scorso), risultato che dovrebbe aiutare l’Italia a gestire al meglio le energie e la tensione. Si arriva al 90esimo con tante speranze, ormai sembra fatta anche quando la cilena Maria Belen Carvajal, arbitro del match, decide di assegnare 11 minuti di recupero. Sembra una follia lì per lì. Poco dopo sembreranno pochi a tutto il popolo italiano.

Al 92esimo, infatti, un’altra brutta disattenzione difensiva permette ancora a Magaia di presentarsi in area di rigore. La numero 8 non tira ma la gioca per Kgatlana meglio posizionata al centro dell’area di rigore: il Sudafrica va avanti 3 a 2. Le azzurre si guardano in faccia stravolte, incredule, giustamente preoccupate. Ma le più esperte, come Girelli e Bartoli, provano a caricare le compagne per il lunghissimo recupero che sarebbe potuto diventare una risorsa.

La più grande occasione è sui piedi di Valentina Giacinti che si libera magnificamente in area ma, in precario equilibrio, calcia leggermente a lato. Su quel pallone ognuno di noi ha buttato una preghierina, ma non è servita, perché è proprio in quel lento e inesorabile pallone a lato che spirano le nostre aspettative di una rivincita contro l’Olanda agli ottavi. Quell’Olanda che quattro anni fa avevano incontrato ai quarti del fantastico Mondiale in Francia, dove l’Italia aveva stupito tutti facendo gioire un popolo, vedovo degli azzurri non qualificati.

Il Mondiale finisce così

Dopo più di 16 minuti di recupero arriva il triplice fischio con le sudafricane (54esime nel ranking) che piangono di gioia per un meritato passaggio storico agli ottavi. Le lacrime delle azzurre fanno invece molto male, ma è da qui che ora è fondamentale ripartite. Ci vuole un cambiamento che porti a una crescita, come del resto sta accadendo in tutti gli altri paesi. Non dobbiamo restare indietro.

Ringraziamo la ct Milena Bertolini per averci fatto sognare in Francia, ma questo secondo fallimento dovrebbe portarla lontana dalla panchina azzurra. Tra Europeo e Mondiale sono state sei le partite giocate: una vittoria, un pareggio e quattro sconfitte; 5 gol fatti e 15 subiti. La Federazione adesso ha il dovere di sostenere un’evoluzione che è in atto già da qualche anno, ma che non può permettersi di bloccarsi proprio ora. Sul più bello. Un bello che vogliamo tornare a vivere con le ragazze mondiali.

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