Parità e contrasto alla violenza sulle donne, tutte le novità della manovra

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Il passaggio parlamentare della legge di Bilancio ha arricchito il capitolo della manovra dedicato alla parità di genere e al contrasto alla violenza contro le donne. E’ di oltre 20 milioni di euro la dote aggiuntiva introdotta dal Parlamento che rafforza il “pacchetto donna” della manovra 2022 con novità che riguardano sia il fronte della parità nel lavoro sia il contrasto alla violenza, come l’obiettivo di esportare il Protocollo Zeus in tutta Italia.

Abbiamo fatto un deciso passo avanti” afferma Donatella Conzatti (Iv) senatrice segretaria della commissione Bilancio e della commissione Femminicidio. “Al di là delle intenzioni esplicitate in norme di principio, trattati e convegni, finalmente si scrivono le leggi e si stanziano le risorse per affrontare il problema. Servono le risorse e questa legge di Bilancio fa molto. Certo si può sempre dire che serve di più ma rispetto a quanto previsto in precedenza tramite bandi annuali, lo stanziamento è quasi raddoppiato. La ministra Bonetti e anche noi a livello parlamentare abbiamo fatto un buon lavoro”.

Per quanto riguarda la parità, la legge di Bilancio ha previsto un incremento di 50 milioni dal 2023 della dotazione del Fondo per il sostegno alla parità salariale di genere e l’adozione di un Piano strategico nazionale. Una delle misure ulteriori introdotte durante l’esame a Palazzo Madama, punta a rendere effettivo il meccanismo della certificazione della parità di genere tramite l’istituzione, presso il ministero del Lavoro, di un fondo di 3 milioni per il 2022 per le attività di formazione per le aziende. Come ricorda Conzatti, la certificazione di parità è prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dovrebbe essere un requisito premiante per le aziende ma non è ancora chiaro come ottenerla: in questo modo dovrebbe essere garantita la formazione e la consulenza propedeutica al suo ottenimento da parte delle imprese.

Diverse le novità sul fronte del contrasto alla violenza: la manovra prevede una modifica del Piano nazionale per il contrasto della violenza di genere e una “stabilizzazione” dei finanziamenti di 5 milioni di euro dal 2022. Il Parlamento ha aggiunto un incremento di 5 milioni nel 2022 dei fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio. Viene poi rifinanziato, sempre nel 2022, il reddito di libertà: una misura di accompagnamento nel percorso verso l’autonomia, a partire da quella economica, per le donne che escono da situazioni di violenza domestica. E’ stato deciso inoltre uno stanziamento di 200mila euro nel 2022 a favore dell’associazione DonneXstrada per favorire la sicurezza “per strada” delle donne.

C’è poi il capitolo che riguarda le azioni per il recupero degli uomini maltrattanti. Nella manovra è stato inserito un finanziamento complessivo di 9 milioni nel 2022: 6 milioni, introdotti con due diversi emendamenti, destinati alla istituzione e al potenziamento dei centri per il recupero e la riabilitazione degli uomini maltrattanti a cui si aggiunge 1 milione per attività di monitoraggio e raccolta dei dati e 2 milioni per i percorsi di trattamento psicologico per il reinserimento sociale dei condannati per reati sessuali. Su questo tema sarà votata una relazione della commissione Femminicidio di Palazzo Madama nell’ambito dell’attività di monitoraggio del livello di attuazione della convenzione di Istanbul, nello specifico degli articoli 12 e 16 della Convenzione. Il voto, riferisce Conzatti che ne è relatrice insieme ad Alessandra Maiorino (M5S), dovrebbe arrivare entro gennaio dopo un articolato e approfondito lavoro di redazione. Si tratta inoltre di misure già tratteggiate nella Strategia nazionale contro la violenza sulle donne approvata a novembre. I fondi per il recupero di chi ha subito una condanna andranno al ministero della Giustizia che li assegnerà ai centri accreditati.

Un percorso già previsto dal Codice rosso che resterà a pagamento anche per ragioni “motivazionali“, spiega la senatrice, ma il finanziamento servirà a coprire le spese di background. I centri per il recupero degli uomini maltrattanti si inseriscono invece nella fase della prevenzione e i soggetti interessati vi si possono rivolgere autonomamente oppure possono esservi inviati dai servizi sociali o anche dalla Questura come avviene in progetti pilota a Milano e a Trento. A Milano, ricorda Conzatti, c’è il progetto pilota Zeus che si attiva a seguito di una ammonizione e i cui risultati, a livello di riduzione di recidive, sono “rassicuranti”. I finanziamenti sono assegnati tramite il dipartimento Pari opportunità alle Regioni. “Con l’emendamento approvato – spiega – vorremmo provare ad esportare il protocollo Zeus al resto d’Italia”. Il fondo si aggiunge a 1 milione di stanziamento a regime già previsto dal 2020 dal decreto Agosto. “Oggi – riferisce Conzatti – ci sono centri nel Centro e nel Nord Italia mentre al Sud sono poco sviluppati”.

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  • Stella |

    E i bambini vittime di violenza assistita perché non vengono mai visti…il trauma vissuto e non elaborato può portare a una ripetizione da adulti.il vero contrasto alla violenza di genere nasce anche da qui

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