Disabilità, la golfista Alessandra Donati promuove lo sport per l’inclusione

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Il golf le ha cambiato la vita facendole scoprire una passione forte e regalandole una missione: aiutare persone disabili ad avvicinarsi allo sport per mezzo di palline, ferri e legni. La storia di Alessandra Donati, bolognese doc, è quella comune a tante donne, sportive e non, che combattono ogni giorno per avere le stesse opportunità degli uomini. Oltre a questo, c’è anche la disabilità, che per la sportiva non è mai stata un’ostacolo ma una straordinaria occasione per rimettersi in gioco e trasformare la sua passione in una vera vocazione, aiutando a vincere la paura del “non potercela fare” tutti coloro che desiderano avvicinarsi allo sport tramite una pratica sempre più inclusiva come il golf.

La vita di Alessandra con la Charcot-Marie-Tooth (CMT)

alessandra_donati_edga_advocate2I ritmi della vita di Alessandra Donati sono scanditi dalla Charcot-Marie-Tooth (CMT), una patologia genetica rara di natura ereditaria che progredisce lentamente indebolendo i nervi motori. “Ogni anno la mia debolezza aumenta – racconta Alessandra – ma giocando a golf tutto questo scompare magicamente, perché il green mi aiuta ad avere il controllo del mio corpo. Posso muovere le gambe senza fare molti sforzi e quando gioco mi sento come un fiore di campo in un giorno di sole. La patologia migliora se mi muovo e questo contribuisce a mantenere attiva la mia mobilità”.

Ma per l’atleta non è stato sempre tutto “a cuor leggero”. Con il passare degli anni è diventato più complicato tentare di nascondere agli altri la sua patologia, fino al punto di svolta dei 30 anni: “Mi vergognavo un po’ e tentavo in tutti i modi di nascondere le mie difficoltà. Ho iniziato a nuotare ma ero timida. Non volevo che gli altri mi vedessero. Spesso mi capitava di incrociare gli occhi degli altri e percepire di essere osservata come un’estranea. Ho smesso di fare molte cose e mi sono dedicata solo al lavoro, anche se ogni tanto riuscivo ad andare al cinema o al ristorante.”

Liberarsi dalla gabbia mentale della patologia per spiccare il volo

La seconda vita di Alessandra Donati comincia quando incontra il golf, uno sport oggi non più elitario ma inclusivo, dove può capitare che professionisti ed amatori giochino insieme. “Prima di iniziare a giocare a golf – racconta Alessandra – pensavo di non essere all’altezza di praticare alcuno sport e fare molte delle cose che faccio oggi. Poi mi sono resa conto che la vera gabbia per la mia mente era la mia patologia. E non volevo permetterle di limitarmi ancora di più. E’ scattato qualcosa che mi ha dato il via per cominciare, e da allora non ho più smesso.”

alessandra_donati_edga_advocate4Giocare a golf ha rappresenta una sfida continua: ogni nuovo passo fatto in avanti l’ha liberata da quella gabbia. Prima non poteva camminare sull’erba, oggi accarezza il green come una professionista muovendosi agevolmente tra gli insidiosi bunker. Tutto questo la rende più felice e realizzata, perché il golf – come ogni sport outdoor – ha il potere di agire in maniera positiva non solo sul corpo ma anche sulla mente.

E i risultati non hanno tardato ad arrivare: diversi podi di categoria all’Italian Open for Disabled tra Italia ed Europa e partecipazioni internazionali in Scozia, Spagna e Portogallo. E non è tutto, perché Donati può vantare anche partecipazioni ai tornei ProAm, gare a squadre composte da un Professionista e due o tre amatori. Tra le esperienze in queste competizioni ci sono quelle del 2018 al Rolex ProAm nel team del britannico Danny Willett (già vincitore del Masters di Augusta nel 2016), del 2019 nel team di Matteo Manassero (il più giovane vincitore dello European Tour e dal 2013 anche il più giovane vincitore del BMW PGA Championship), e del 2020 all’Italian Challenge Open a Castelconturbia Golf Club nel team di Luca Cianchetti, tra le giovani promesse del golf professionistico italiano.

L’amore per il golf, l’incontro con EDGA e il progetto Advocate

Oggi Alessandra Donati è una Edga Advocate, tra le golfiste più rappresentative della Edga, la European Disabled Golfers Association, ente che si occupa di promuovere il golf tra i disabili e organizzare lo European Tour per golfisti disabili. “Purtroppo da quest’anno tutto è molto rallentato dalla pandemia – sottolinea – ed è per questo che è partita una campagna per promuovere il golf tra le donne disabili che ancora sono pochissime. Il mio compito come Edga Advocate non è soltanto quello di essere testimonial del golf per i disabili ma soprattutto cercare di coinvolgere altre donne, che come me condividono un percorso comune, nella bellissima avventura del golf, e offrire ad Edga il mio contributo volontario.

Un golf ancora più inclusivo e paritario

alessandra_donati_edga_advocate3Il mare è fatto di tante gocce e nella vita ognuno di noi può contribuire in modo decisivo al cambiamento. Per questo, il sogno di Alessandra Donati è quello di rendere il suo sport ancora più inclusivo e paritario per donne e uomini disabili.  “Secondo un rapporto WEST (Welfare Società Territorio) del 2017 – racconta – i disabili in Italia sono 3,2 milioni, di cui 2,5 milioni di anziani. E la quota tra le donne è più alta rispetto a quella tra gli uomini: 7,1% contro 3,8%.”

Se nello sport in generale il divario tra presenze maschili e femminili è netto, questo gap si avverte anche nel golf. Le donne e le ragazze con disabilità, poi, sono sempre state invisibili e spesso subiscono una “doppia discriminazione”, di genere e di abilità. Di norma si è abituati a pensare che i disabili siano maggiormente rappresentati dal genere maschile, in parte a causa della guerra, degli infortuni sul lavoro e/o sportivi, o per via di patologie. E sebbene possa essere vero che più uomini che donne acquisiscono disabilità in queste aree, la maggiore aspettativa di vita delle donne annulla tale squilibrio.

premiazioneLa disabilità in quanto tale ha una natura indiscriminata che va riconosciuta, perché questo è il primo passo per un mondo di eguali diritti. EDGA sta facendo molto in questo senso, riconoscendo i benefici del golf per la salute dal punto di vista dell’attività fisica, della salute mentale e dell’inclusione sociale. Il golf può aiutare a ridurre le malattie non trasmissibili, soprattutto tra le persone con uno stile di vita più sedentario. Secondo una review pubblicata nel 2017 da alcuni ricercatori del Regno Unito, il golf si conferma sport in grado di dare benefici per la salute fisica e il benessere mentale, fornendo un contributo all’aumento dell’aspettativa di vita.

EDGA, organizzazione di volontariato no profit, è attiva in più di 35 paesi e fornisce consulenza a 31 Federazioni Nazionali di golf. Alessandra Donati si allena presso il Golf Club Le Fonti di Castel San Pietro in provincia di Bologna, uno dei circoli con il maggior numero di donne iscritte in tutta l’Emilia Romagna. Dal mese di maggio, pandemia permettendo, partirà il “progetto 3-5-9” (supportato da EDGA), il cui nome prende spunto dai tre step del mini-corso: nel primo incontro si farà un percorso con 3 buche, nel secondo con 5 e nel terzo con 9. Per due pomeriggi al mese, Donati sarà a disposizione gratuitamente di donne e uomini disabili (e delle loro famiglie) che vorranno provare l’esperienza del golf. Un’occasione per tante persone di uscire da quella “gabbia” creata dal pregiudizio e dall’isolamento, e cominciare a vivere una vita a colori, quelli dei prati di un campo da golf.

Per informazioni potete scrivere a: ale.donati@edgagolf.com