Boom di adozioni di cani e gatti da Nord a Sud Italia nel 2020, il 15% in più rispetto all’anno precedente. Il 2020, anno di record negativi, in cui il mondo ha dovuto far fronte alla pandemia, chiuso fra le mura domestiche, registra finalmente una notizia positiva. Difficile individuare un solo motivo alla base di quello che la presidente dell’Enpa Carla Rocchi ha definito “un piccolo miracolo della pandemia” (certo, si potrebbe ironizzare dicendo che è stato solo per avere un motivo per uscire quando i provvedimenti del governo non lo permettevano, ne avevamo scritto qui, ma sarebbe solo ironia), ma è più probabile che si tratti di un mix. Dal maggior tempo in casa, da dedicare alla cura di un nuovo arrivato, dalla solitudine profonda che molti hanno sperimentato, dal desiderio di tornare alle cose che ci fanno felici, provocato dalla crisi pandemica. Che sia uno di questo, un mix o ancora un altro il motivo, è comunque una buona notizia per tutte quelle migliaia di animali senza casa e di buone notizie in questo periodo c’è un gran bisogno.
Nel 2020 l’Ente Nazionale Protezione Animali ha trovato casa a 8100 cani e 9500 gatti, oltre il 15% in più rispetto al 2019, per un totale di 17.600 animali domestici. «Questo forse – ha commentato Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – è il piccolo miracolo di questa pandemia. Un miracolo che ha visto protagonisti gli animali presenti nelle nostre case che con il loro affetto ed amore incondizionato ci hanno aiutato in questo momento difficile, ma va evidenziato anche l’insostituibile ruolo dei volontari i quali in pieno lockdown hanno incrementato il loro impegno a favore degli animali. Uno scambio che ha dato tanto a noi e che ha riconosciuto a loro un ruolo fondamentale nelle nostre famiglie. Questi dati raccontano il desiderio e la riscoperta di condividere con loro la nostra vita, le nostre emozioni e i nostri momenti più difficili».
Qualcuno un anno fa profetizzava che ne saremmo usciti migliori. Per ora non possiamo saperlo con certezza, ma si può constatare una maggiore sensibilità nei confronti dei nostri amici a quattro zampe. A Treviso, ad esempio, su 147 cani in cerca di una famiglia ne sono stati adottati 100. A Perugia hanno trovato famiglia 96 cani (diversi dei quali disabili ed anziani), e 70 gatti. Il caso di Monza, poi, ha quasi dell’eccezionale poiché il rifugio Enpa è rimasto a dicembre addirittura privo di cani da adottare: «Con il lockdown c’è stata una maggiore consapevolezza sulla gestione degli animali, probabilmente accelerando un’intenzione che già c’era – spiega il presidente di Enpa Monza e Brianza Giorgio Riva – la privazione, la solitudine hanno spinto verso la ricerca di un conforto, in fondo anche questa è pet therapy, ovvero prendersi cura di un animale, andare al parco, interagire con la natura, rigenerarsi». «Subito dopo la chiusura del lockdown abbiamo riaperto solo su appuntamento e questa è stata un’ottima opportunità perché ha permesso, in un certo senso, di filtrare gli ingressi, non si viene al canile per fare “un giro turistico”, ma solo se si hanno reali intenzioni di adottare. I successi li possiamo misurare non solo in termini di animali che abbiamo potuto salvare o aiutare, spesso grazie alla sensibilità di privati cittadini, ma anche dell’impegno per promuovere la cultura zoofila e sensibilizzare la gente nonostante i lunghi periodi di lockdown» conclude Riva.
Decisivo, inoltre, è stato il supporto di internet e dei Social network dove venivano pubblicate le foto e le schede degli animali e ciò ha permesso una rapida diffusione delle disponibilità presenti, e successivamente della collocazione in famiglia. Come nel caso di “nonno” Ciro, 17 anni, rimasto solo dopo che è morta la sua proprietaria, recuperato tre anni fa in una cantina. La sezione Enpa di Val della Torre lo aveva accolto e nonno Ciro, con ben tre anni trascorsi presso il rifugio e tre tumori, operati con successo, è stato adottato nello scorso dicembre, dopo che una famiglia ha visto il suo appello su Facebook e si è innamorata di lui. Non si aggira più per gli uffici del rifugio come un “anziano boss”, ma vive nella sua nuova casa con una coppia giovane, una maremmana e un bimbo di due anni. Un’altra buona notizia è che non vi sono rientri, come si poteva temere in un primo momento.
L’incremento delle adozioni è avvenuto anche in diverse zone del Sud Italia, dove il randagismo è un purtroppo un fenomeno più diffuso, quasi endemico. In Sicilia, Puglia e Campania è stato registrato un significativo + 40%, ad esempio. A San Severo (Fg) le adozioni sono passate dai 106 cani del 2019 ai 161 del 2020. «E’ stato un grande lavoro che ci ha dato tanta soddisfazione – dichiara Martina Mucci, referente del canile – soprattutto grazie ai social network abbiamo fatto conoscere i nostri animali. Abbiamo anche iniziato a conoscere le famiglie o le persone che avrebbero adottato anche per sapere se c’erano le condizioni idonee per accogliere l’animale. È sicuramente aumentata la disponibilità e la sensibilità anche verso cani malati, e in generale verso cani più maturi perché apprendono più velocemente e hanno bisogno di uscire meno volte di un cucciolo e fanno meno danni. Anche se naturalmente i cuccioli sono sempre i più richiesti».
Anche il caso di Imma, un meticcio molosso di quattro mesi, si è concluso con un lieto fine. E chissà che cosa le sarebbe successo se alcuni automobilisti che percorrevano la SS 16 tra San Severo e Foggia non si fossero fermati a soccorrerla. Era stata ritrovata lo scorso dicembre, in una cunetta. La SS 16 è una strada ad altissimo scorrimento, spesso pericolosa, ma si sono fermati lo stesso a raccoglierlo. Era in uno stato terribile. Magra, pancia gonfia, sempre abbattuta, non rispondeva correttamente alla terapia a cui era stata sottoposta. Imma rimase in canile per molto tempo a causa delle sue pessime condizioni. Sebbene fosse il periodo di Natale, un tempo tradizionalmente propizio per le adozioni, Imma non veniva scelta. Poi, finalmente, l’attesa svolta grazie a Facebook e ad un efficace passaparola Imma è stata adottata da una poliziotta. Anche il cambio di terapia aveva dato i suoi frutti.
Da registrare, però, anche il dato delle cessioni di animali per cause economiche in aumento tra settembre e ottobre del +20%, e per fortuna calate tra novembre e dicembre. Questo è il rovescio della medaglia della pandemia: difficoltà economiche o i decessi dei proprietari hanno fatto sì che questi animali rimanessero soli, anche perché, in alcuni casi, i figli dei proprietari degli animali non hanno voluto prendersi cura degli animali domestici dei genitori. L’Enpa fa sapere, infatti, di aver ricevuto a questo proposito moltissime richieste di aiuto: attraverso il programma “rete solidale” sono stati donati oltre 200 mila euro di cibo, 100 mila euro per le spese veterinarie e 200 mila euro di medicinali alle famiglie che si sono rivolte all’associazione.
Con questi presupposti l’Enpa proprio in questi giorni festeggia i suoi 150 anni di fondazione: nacque nel 1871 grazie ad un’iniziativa del generale Giuseppe Garibaldi “Mio caro Riboli, V’invio una lettera della Signora Winter. Vi prego d’istituire tale Società annoverando la Signora come Presidente ed io come socio. Vostro, G. Garibaldi”. La missiva partì il 1° aprile 1871 da Caprera. Da mesi Garibaldi intratteneva una fitta corrispondenza con Anna Winter, traduttrice inglese e grande sostenitrice dei diritti degli animali che da tempo gli chiedeva di favorire la fondazione di una società per la protezione degli animali in Italia, spesso oggetto di maltrattamenti. L’eroe dei due mondi era molto sensibile al tema: amava gli animali al punto da vivere a Caprera con un gran numero di animali da cortile, con la sua cavalla bianca di nome Marsala (morirà il 5 settembre 1876 all’età di trent’anni). Nacque così la Società protettrice degli animali, “promossa dalla signora Anna Winter, dal Generale Garibaldi e dal Dottore Timoteo Riboli”, con sede provvisoria a Torino in Via Accademia Albertina 29, primo piano. L’attrice Lucia Ocone ha prestato la voce alla cavalla del fondatore Garibaldi nel video che racconta la nascita di Enpa.
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