P&G, per la prima volta 2 donne alla guida degli stabilimenti italiani

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Per la prima volta nella storia, alla guida dei 2 stabilimenti produttivi di Procter&Gamble in Italia, sono state nominate due donne. Giuliana Farbo, una laurea in matematica e una carriera partita dall’It, è la nuova direttrice del sito di Pomezia (Roma) dove si produce il Dash e si coordina la distribuzione per il Centro-Sud Italia, e Silvia Saliani, classe 1976 e una laurea in ingegneria meccanica, ha assunto lo stesso incarico per lo stabilimento di Gattatico (Reggio Emilia), hub europeo per i detergenti per la casa, dove si producono i prodotti Viakal e Mastrolindo.

Per P&G, presente nel nostro Paese dal 1956, si tratta di un «grandissimo orgoglio» e della dimostrazione di come la multinazionale «creda fermamente che non ci siano ruoli per uomini e ruoli per donne». Si tratta di due esempi virtuosi, di due donne con una formazione universitaria Stem, che hanno fatto carriera all’interno dell’azienda con crescenti responsabilità ed esperienze all’estero. La nomina è stata l’occasione per una lunga chiacchierata con Alley Oop, dalla quale è emersa tutta l’importanza nel nostro Paese di parlare di casi come il loro, per dimostrare che la diversità è un valore e soprattutto sottolineare quanto siano fondamentali modelli “di donne di successo” per le nuove generazioni.

«Una cosa che ha mi colpito recentemente è il numero di donne che ha perso il lavoro a causa del Covid (secondo i dati Istat, nel mese di dicembre 2020 gli occupati sono diminuiti di 101mila unità, di cui 99mila donne, ndr). Quando mi confronto con gli amici, con persone al di fuori dell’azienda mi rendo conto della difficoltà che hanno molte donne a dire di volere un figlio, a dire di volere una famiglia, perché hanno paura di essere discriminate per queste scelte», nota Giuliana Farbo, spiegando che di fronte a questa situazione, si deve «continuare a essere visibili esternamente. A volte sembra volersi vendere, mentre è importante metterci la faccia per testimoniare l’importanza di essere orgogliosi di questi traguardi».

Giuliana Farbo 15 anni fa ha ottenuto una promozione proprio durante la gravidanza. «Tenevo un corso con i migliori 24 studenti europei nell’It e una studentessa venne da me e mi chiese “ma ti permettono di viaggiare con il pancione, ti permettono di andare avanti con la tua carriera?”», ricorda Farbo, sottolineando quanto sia importante «dare dei modelli» per dimostrare che «si può fare tutto, che le donne possono fare tutto». Infatti, P&G è partner di Valore D e del progetto “inspiring girls” e le manager del gruppo vanno nelle scuole medie per parlare delle loro esperienze e lanciare il messaggio che le donne, al pari degli uomini, possono seguire le loro passioni e realizzarsi anche nel lavoro.

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Silvia Saliani e Giuliana Farbo

«Nel mio corso all’università a Roma eravamo 5 ragazze su 200 e a quel tempo la percentuale delle ragazze anche disponibili a iniziare uno stage in fabbrica era veramente basso», continua Silvia Saliani, partendo dalla sua esperienza alla facoltà di Ingegneria meccanica e passata proprio dallo stabilimento di Pomezia oggi diretto da Farbo. «Anche se il numero di ragazze che si approcciano a queste carriere resta ancora più basso rispetto ad altri Paesi europei, oggi noi stiamo festeggiando il fatto che siamo diventate capo di stabilimento ed è una cosa da festeggiare. Io oggi ho una percentuale di manager nello stabilimento che è al 40% femminile ed è una cosa fantastica e anche quando dobbiamo selezionare gli stage abbiamo una abbondanza di ragazze che hanno intrapreso gli studi tecnici», aggiunge Saliani, indicando che «siamo molto contenti di essere arrivati a questo punto in questo momento ma bisogna ancora fare tanto, perché non tutte le realtà sono al nostro livello culturale e quindi è molto importante per il nostro ruolo di citizenship cercare di andare al di là della nostra società e cercare di portare questa sana cultura in realtà esterne».

Dal mondo esterno in Italia, infatti, arrivano forse le note più dolenti. «Quando mi presento con la mia carica, il mio ruolo, la prima reazione al di fuori di P&G è di shock, le persone non si aspettano che una donna giovane possa guidare uno stabilimento produttivo. Si creano anche situazione divertenti», racconta Saliani. «Un certo tipo di reazioni della società esterna le ho iniziate a vedere come madre di una ragazza di 15 anni. Mio marito è stato più presente nella gestione familiare, perché fa un lavoro più locale, è avvocato. Vedevo gli sguardi delle altre mamme, della maestra, mi dicevano “tu viaggi sempre, non ci sei…” senti un po’ un senso di ostilità, di non apprezzamento della donna-lavoratrice rispetto alla donna-madre», aggiunge Farbo. «Un po’ all’inizio mi ha fatto soffrire ma poi accetti ed educhi anche le persone di fronte a te nel vedere la tua soddisfazione lavorativa», dichiara ancora, sottolineando di aver voluto «dare a mia figlia un esempio di come non compromettere i propri sogni dal punto di vista lavorativo solo perché la società ha dei cassetti in cui ti devi andare a inserire. Per me combattere è stato importante, perché non mi sarei mai rinchiusa in dei box, rinunciando a quello che volevo diventare».

Per fare in modo che sempre più donne possano perseguire le proprie carriere e che nella società italiana si inneschi un cambiamento positivo, secondo Saliani sono soprattutto due i punti chiave, il primo è che «all’interno delle imprese bisogna porsi degli obiettivi sulla diversità e l’inclusione, come se fossero degli obiettivi di business e tracciarli. Noi facciamo degli incontri per parlare di carriere, promozioni e controlliamo le percentuali delle ragazze che vengono assunte, controlliamo le percentuali della diversity che c’è negli uffici e nei vari settori e questo è un obiettivo che prendono tutti i leader, uomini e donne, e veniamo misurati anche su quello. Noi non facciamo sconti riguardo alle capacità riguardo ai candidati che entrano in azienda e qui parlo in maniera neutra. Però quando vediamo che in un panel di stagisti c’è una prevalenza maschile non va bene e dobbiamo spingere il più possibile per rinfoltire la base delle persone che osserviamo sul campo, per poter avere fin da subito una base paritaria. Tracciare la crescita delle donne in tutti i campi come se fosse una misura di business è fondamentale, perché se non misuri non puoi risolvere».

La seconda questione è «non mettere barriere a un certo punto della carriera delle donne, non costringerle a scegliere tra maternità e carriera. In P&G, oltre a Giuliana, ci sono altri casi di promozioni in gravidanza e quando accade è una cosa fantastica. È una soddisfazione incredibile», dice Saliani, con Farbo che conclude sottolineando quanto la «diversità a 360 gradi sia importante», avere team «bilanciati» da ogni punto di vista, non solo per genere.