Basket, la regia della Nazionale U20 racconta 2 ori europei

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La sua voce è una risata unica. Alessandra Orsili è una forza della natura mentre descrive il suo ruolo da playmaker: “ogni ruolo ha una sua responsabilità. Il play-making è un grosso affare: è l’azione di direzione, organizzazione e ordine che la giocatrice intraprende deliberatamente tenendo conto delle considerazioni degli allenatori. La predisposizione caratteriale è funzionale e i fatti parlano chiaro: i migliori non sono stati timidoni!”

orsili3Il playmaker della nazionale femminile U20 non ha tracce di timidezza nel DNA, forse perché ha cominciato a giocare a basket a 5 anni sempre in mezzo ai maschi e solo a 15 anni è poi passata al femminile. Il passaggio si è rivelato una vera e propria sorpresa: “ero paradossalmente a disagio nel ritrovarmi in un ambiente giudicato inferiore. Alla fine, però, non sono servite nemmeno tante settimane di allenamento che già mi pentivo di non essermi spostata prima. Nel femminile rispetto al maschile l’intensità è indirizzata quasi totalmente allo sviluppo della tecnica. Il gesto sportivo è rallentato ma si raffina. L’attenzione ai particolari è fondamentale e rigidamente applicata dalla maggior parte degli allenatori”.

orsili4Il playmaker è un ruolo strategico nel basket, veloce e scattante, è fondamentale il modo in cui fa la regia del gioco, intercetta e passa palloni. Per anni Alessandra ha militato nella FE.BA Civitanova e solo di recente è passata a Lucca alla Basket Gesam Gas e Luce Le Mura Lucca in A1, dove si divide tra lo studio al liceo scientifico sportivo e lo sport. Scelta che non rinnegherebbe mai, nonostante l’evidente difficoltà nell’incastrare tutto e nel poter vivere la sua adolescenza: “Ho rinunciato a tante cose che molti giovani della mia età sono soliti fare. Tante amicizie terminate per via della differenza di interesse e poche possibilità di cambiare la quotidianità. Ma questa limitazione della libertà è una mia decisione che supporto tuttora poiché i miei ideali sono sintetizzati nello sport che pratico”.

La fatica è tanta e Alessandra con parole più mature della sua età, la sintetizza bene: “La fatica più grande durante il periodo agonistico è quella di conciliare un discreto rendimento scolastico con una più che ambiziosa prestazione sportiva”. L’ambizione è tuttavia più che legittima considerate le medaglie d’oro vinte durante gli ultimi Europei Under 18 e Under 20 la scorsa estate. L’under 20 è ora pronta a prepararsi per gli Europei a Sopron nelle prime settimane di agosto.

orsili2La sua vita gira intorno alla pallacanestro, che è la sua seconda famiglia e contesto educativo e di crescita importante: “Prima che a giocare mi ha insegnato come comportarmi, in relazione agli adulti e in relazione ai miei coetanei, sviluppando una maturità che se ora mi vanto tanto avere è per merito delle insistenti correzioni che tanto mi infastidivano allora. Mi ritengo fortunata di essere stata parte di una società come la FE.BA Civitanova che coniuga lo sviluppo tecnico con quello personale. Nello sport si acquisisce quasi piacevolmente e altrettanto inconsciamente una mentalità lavorativa che poi frutterà nel futuro.Inoltre c’è un’ulteriore propensione alla comprensione dell’altro in una prospettiva armonica di confronto e condivisione”.

Se il play-making è l’azione di direzione, organizzazione e ordine, Alessandra è anche playmaker nella sua vita, sa che direzione prendere: “i miei obiettivi cestistici si fondono con quelli personali: diventare la migliore Alessandra Orsili che io possa essere”.