Il bullismo ai tempi della scuola si può battere scoprendo e coltivando i propri talenti. Potrebbe essere riassunta così la lezione di vita di Adriano Ottaviani, 33 anni di Roma. Con una voce allegra e una simpatia dirompente mi racconta che grazie all’incontro con Special Olympics ha vinto due medaglie sul podio del bowling. Adriano ha trascorso negli anni scolastici momenti estremamente complicati: la sua fatica a scuola l’ha reso ingiustamente bersaglio di bullismo, facendo crescere in lui tanta rabbia e frustrazione. Il fortuito e provvidenziale incontro con alcuni educatori ha segnato l’inizio della fine di queste fatiche e la crescita di una maggiore fiducia in sé stesso e nelle sue capacità.
Nel 2012 Adriano approda a VITA ONLUS un’associazione parte di Special Olympics. “Special Olympics pone l’accento sulle capacità di tutti, non sui livelli di performance individuali. Ai giochi di Abu Dhabi, dove Adriano ha vinto, c’erano vari livelli di competizione per far sì che tutti potessero partecipare”, così tratteggia Giampiero Casale, responsabile ufficio stampa di Special Olympics, le caratteristiche di quest’associazione, nata dal volere di Eunice Kennedy Shriver nel 1968 negli Stati Uniti.
Proprio questa spinta motivazionale data dallo sport, dagli allenatori e dai compagni di squadra ha insegnato ad Adriano che, facendo del proprio meglio, ognuno può arrivare a dei risultati, concetto chiaramente espresso dal motto degli Special Olympics: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”.
“Sono migliorato in tante cose” racconta Adriano, “lo sport mi ha insegnato a credere in me stesso. Sognavo infatti di entrare in nazionale e il sogno si è avverato, ho conosciuto altre nazioni, altre etnie e avevo tanta voglia di giocare e stare insieme agli altri”. Il momento più bello che ha vissuto Adriano è stato proprio ricevere la medaglia d’oro, come racconta ad Alley Oop: “Il podio mi ha dato grandi emozioni, mi ha fatto quasi scoppiare in lacrime. Fisicamente ero lì, ma mentalmente ero già in viaggio”.
Proprio da Abu Dhabi Adriano è tornato con due medaglie grazie a Mitsubishi Electric, che l’ha adottato. Quella tra Special Olympics e l’azienda è una collaborazione nata nel 2010. “Vogliamo che i nostri dipendenti condividano gli obiettivi aziendali per favorire la divulgazione sui temi delle associazioni che sosteniamo” spiega Elena Tagliani, responsabile attività CSR di Mitsubishi Electric, “è importante che tutti capiamo cosa sia l’inclusione, perché venga divulgata alle famiglie dei nostri dipendenti, fino alle scuole dei loro figli. Perché magari qualcuno dell’azienda partecipi come volontario ai prossimi eventi sportivi”.
Il 18 Novembre Mitsubishi Electric ha invitato Adriano e altri atleti adottati, a Roma, in azienda. Insieme dipendenti e atleti si sono divisi in squadre e hanno costruito un puzzle che raffigurava Adriano sul podio di Abu Dhabi: una sorpresa inaspettata per tutti.
Adriano, con la contagiosa simpatia che lo caratterizza accentuata dall’accento romano, racconta: “Mia madre m’ha detto la macchinina mo te la devi fa’ dare! Ho dovuto spiegare a mamma che è la Mitsubishi Electric che mi ha adottato, al massimo me danno un condizionatore, che me rinfresca le idee”. A Roma Adriano ha portato senz’altro una ventata di allegria e leggerezza, che forse porterà alcuni dipendenti a partecipare come volontari ai giochi invernali di Sappada e a quelli estivi di Varese, per sostenere e aiutare concretamente Adriano e gli altri atleti così speciali.