Violenza sulle donne: la ministra Elena Bonetti apre a modifiche del Codice Rosso

bonetti

Avanti sul piano strategico triennale anti violenza del 2017, su cui “non c’è nessun intento demolitorio” con “l’impegno di volgere lo sguardo e lavorare sin da ora alla strategia programmatica del triennio 2021-2023”. Sono le parole della ministra Elena Bonetti che, in un’intervista ad Alley Oop-Il Sole 24 Ore conferma, nella giornata internazionale del 25 novembre, l’impegno programmatico e strutturale per combattere la violenza maschile contro le donne.  Sul fronte normativo la ministra afferma che c’è spazio per fare “di più e meglio”. E apre anche ad alcune modifiche del recente “Codice Rosso” nel “comune intento di tutelare le donne vittime di violenza”. Sul nodo delle risorse ai centri anti violenza, uno dei punti dolenti dell’attuazione del piano triennale che si fonda su protezione delle vittime, punizione dei colpevoli, e politiche di prevenzione, Bonetti annuncia che ci sarà “un monitoraggio sull’utilizzo delle risorse, sia a livello centrale, sia supportando le  Regioni”, immaginando, per esempio, “l’attivazione di un tavolo di monitoraggio per ciascuna Regione, al quale parteciperà anche il dipartimento per le Pari opportunità”. Confermati i 30 milioni per il 2019 destinati ai centri anti violenza attraverso le Regioni. A questa cifra vanno “aggiunti oltre 7 milioni, sempre stanziati sul bilancio 2019,  per azioni gestite a livello centrale”.

 Che cosa ne pensa dell’attuale quadro normativo sulla violenza contro le donne? È sufficiente o ci vorrebbero integrazioni e/o modifiche?

Tutto, sempre, è perfettibile e c’è la costruzione di una cultura di protezione delle donne che non possiamo mai dire conclusa. Il passo più recente è la nuova legge “Codice rosso”, che ha il merito di aver inasprito le pene e aver inserito, tra gli altri, il reato di revenge porn. C’è ancora una lunga strada da fare, è evidente, e c’è quindi spazio per fare di più e meglio. L’obiettivo, non bisogna dimenticarlo, è proteggere le vittime di violenza, assicurare un percorso di giustizia  efficace e aprire a  prospettive realmente sostenute da tutta la comunità. Solo così possiamo non far sentire sole le donne e dare loro una concreta speranza di nuova vita”.

Proprio in merito al Codice Rosso cominciano a farsi i primi bilanci, sono state rilevate criticità legate ad esempio all’obbligo del pm di sentire la vittima entro 3 giorni che ha finito per ingolfare alcune procure. Pensa che ci sia bisogno di correttivi? 

“I rilievi che lei cita, i tre giorni, ad esempio, e anche gli altri emersi in questi mesi, appartengono all’esperienza di chi quotidianamente lavora con le vittime di violenza o di chi è stata vittima. Credo che queste voci siano un valore importante per il legislatore e debbano essere ascoltate seriamente, nel comune intento di tutelare le donne vittime di violenza.  Mi auguro che su questi temi ci sia unanimità e che tutti insieme si vada nella stessa direzione, al di là delle appartenenze politiche, per fare sempre meglio. Per tutte le donne di questo Paese”.

A che punto è l’attuazione del piano anti violenza varato nel 2017? Da più parti si lamenta che, anche a causa dei vari cambi di Esecutivo, in realtà sia rimasto impantanato, aspettando ancora l’avvio dell’esecuzione.

“Il piano operativo che porta la firma del mio predecessore e che definisce le modalità di utilizzo delle risorse stanziate nel 2019, è stato varato alla fine del mese di luglio. Appena mi sono insediata ho voluto confrontarmi con le associazioni, con le parti sociali e con i colleghi della Cabina di Regia proprio per capire come evitare ulteriori ritardi. A breve, nel corso della prossima riunione della Cabina di Regia, stabiliremo se vi siano correttivi da apportare. Ciò che mi preme sottolineare è che non vi è alcun intento demolitorio del Piano e che, anzi, puntiamo ad arricchimenti e integrazioni anche attraverso interventi e risorse nel 2020. E’ vero che i passaggi di testimone possono creare rallentamenti in tutte le amministrazioni, ma la violenza contro le donne non consente inerzie e, anzi, ci impone un’azione sinergica. Anche per questo motivo il Piano operativo che ho trovato non sarà stravolto, ma attuato. Con l’impegno di volgere lo sguardo e lavorare sin da ora alla strategia programmatica antiviolenza del triennio 2021-2023”.

E’ vero che ci sono ancora da distribuire fondi per il 2018 destinati ai centri anti violenza?

“I fondi del 2018 sono stati erogati in favore di tutte le Regioni, ad eccezione di una che ancora non ha completato l’invio della documentazione necessaria”.

Come farete a garantire che i 30 milioni del 2019 non vadano dispersi a centri con requisiti scarsi o, peggio, si blocchino a livello regionale o comunale? 

“Il tema dell’effettivo utilizzo delle risorse esiste e mi è stato rappresentato anche dalle associazioni. Tanto è vero che nel corso della riunione della Cabina di Regia nazionale antiviolenza, lo scorso 30 ottobre, abbiamo convenuto sulla necessità di potenziare il  monitoraggio sull’utilizzo delle risorse, sia a livello centrale, sia supportando le  Regioni. Immaginando, per esempio, l’attivazione di un tavolo di monitoraggio per ciascuna Regione, al quale parteciperà anche il Dipartimento per le pari opportunità.

E’ iniziata la distribuzione dei fondi per il 2019 e, in caso contrario, quali passaggi servono?

“I fondi ci sono e ho confermato l’importo di 30 milioni di euro da distribuire alle Regioni per i Centri antiviolenza, le Case Rifugio e per gli altri interventi di competenza regionale che diano piena attuazione al Piano strategico Nazionale antiviolenza 2017-2020. A questi vanno aggiunti oltre 7 milioni, sempre stanziati sul bilancio 2019,  per azioni gestite a livello centrale. Gli uffici stanno lavorando in queste ore al decreto per la ripartizione dei 30 milioni di euro che contiamo di sottoporre alla Conferenza Stato-Regioni entro la fine del mese. Una volta firmato il decreto, cosa che avverrà immediatamente dopo la Conferenza Stato-Regioni, puntiamo anche ad accelerare la tempistica del consueto iter di distribuzione delle risorse”.


Di piano nazionale, fondi, norme e  azioni concrete nella lotta a un fenomeno radicato nella società come la violenza sulle donne si parlerà al convegno nella sede del Sole 24 Ore organizzato da Alley Oop-Il Sole 24 Ore dal titolo  #NONSEISOLA – #SEMPRE25NOVEMBRE

Per registrarsi basta cliccare qui

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  • Simona Rossitto |

    Non abbiamo opuscoli, si può rivolgere al 1522 oppure a un centro anti violenza come ad esempio quelli della rete Di.re- Donne in rete contro la violenza

  • Lara |

    Troppi fondi ad associazioni che non aiutano proprio nesduno, ascoltano, poi lasciano le cose cone stanno, e i soldi che recuperano in mille modi andandoli a chiedere a chiunque, senza produrre risultsti. Conosco molto bene queste associazioni, è avvilente vedere donne che organizzano mercatini, fanno festini, dipingono muri con farfalle da asilo, con le solite scritte vintage, sguazzano dappertutto sentendosi utili e finalmente attive! Alla ricerca di soldi facili che se li spendono come meglio credono… È umiliante, offensivo, discriminante!
    Non organizzano incontri, conferenze, con le donne e gli uomini pervefucare, far conoscere in cosa consiste

  • MARIA PAOLA DANIELE |

    avrei bisogno se e’ possibile avere degli opuscoli sulla violenza verso le donne essendo anche io vittima grazie daniele maria paola

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