Schmid e Progetto Quid insieme, per aiutare donne con un passato di fragilità

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Che cosa succede quando due aziende credono in un progetto etico e socialmente utile?  Nascono cose belle che danno vita a risultati incoraggianti. È il caso delle recente collaborazione tra Schmid e Progetto Quid che si è concretizzata in una capsule collection composta da tre accessori (uno zaino e due astucci) confezionati dalle mani sapienti delle lavoratrici con un passato di fragilità, da poche settimane in vendita. Schmid, azienda milanese produttrice di tessuti e materiali per le scarpe e gli accessori dei maggiori marchi italiani e internazionali, ha donato quasi 2.300 metri di tessuti di cui la maggior parte velluto e glitter, unici per qualità e colori.

paolo-ciccarelli«Siamo da sempre attenti sia alla qualità e alla tracciabilità dei prodotti sia  alla possibilità di generare esternalità positive sulla società che ci circonda – ha dichiarato Paolo Ciccarelli, Presidente e AD Schmid, azienda fondata nel 1942 a Milano da Walter Schmid a cui fa capo oggi una rete di 100 artigiani  questa collaborazione, così come le altre che sosteniamo attivamente, ha come obiettivo quello di ridurre lo spreco dei materiali e di sostenere un importante progetto sociale mettendo così le basi per una collaborazione duratura che allunga e arricchisce la vita dei nostri prodotti e dona loro utilità e futuro».

Le parole chiave per Schmid che innescano questo circuito virtuoso destinato a ripetersi e – si spera – anche a contagiare con il suo buon esempio altre aziende e contesti imprenditoriali sono qualità, stile e sostenibilità sociale, attraverso il recupero «di tessuti di qualità, superati dal vorticoso evolversi della moda ma che non hanno ancora concluso il loro ciclo vitale e la loro utilità. Questi i concetti chiave a cui si ispira la filosofia di Schmid, perfettamente in linea con i valori di Progetto Quid. E non andremo avanti solo con le eccedenze, daremo continuità all’approvvigionamento con forniture a prezzi competitivi» aggiunge Ciccarelli.

mac18418Progetto Quid è ormai una realtà solida e che si sta facendo largo con il suo approccio innovativo di moda etica, made in Italy, limited edition: proprio nei giorni scorsi, nel corso della serata degli Oscar della moda sostenibile, Green Carpet Fashion Awards Italia, durante la Settimana della Moda di Milano, la conduttrice televisiva Caterina Balivo ha indossato un abito confezionato dalle donne cui la cooperativa dà lavoro, persone vulnerabili che hanno combattuto e superato situazioni difficili a livello personale o sociale: «Siamo sinceramente grati per il sostegno ricevuto da Schmid – ha dichiarato Anna Fiscale, fondatrice e presidente della cooperativa sociale – l’impresa sociale Quid ha creduto di poter dare delle risposte sociali attraverso un nuovo modo di fare moda che passa anche attraverso il recupero di eccedenze di produzione, per la creazione della propria linea moda, Progetto Quid. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il supporto di realtà aziendali che condividono i nostri stessi valori e che collaborano con noi al fine di generare nuove opportunità d’integrazione sociale».

«È importante perseguire nell’intento di produrre utilità nell’ambiente in cui vivi e lavori – aggiunge Ciccarelli – con Progetto Quid portiamo avanti un percorso che già da qualche anno abbiamo intrapreso, sia in ambito abientale, per ottenere certificazioni e standard qualitativi di altissimo livello, e al tempo stesso stiamo cercando produttori che filano da prodotti riciclati o che provengano da un processo di riutilizzo, sia in ambito sociale».

eb45351e-cc93-4bc8-ac1c-55e8c428caf9Lo scorso anno, infatti, gli scarti e le giacenze di produzione avevano trovato una nuova vita in una collezione di “Barbie vintage”, firmata dalla designer emergente Elena Ronchetti, con una ricostruzione accurata dalla moda del ‘700 fino ai ruggenti anni ’30 di Hollywood e gli anni ’50 del boom economico italiano, lanciando il messaggio del riuso creativo di tessuti destinati al macero. Nello stesso solco è nata anche la collaborazione con la Cooperativa Sociale Alice, senza scopo di lucro, che opera all’interno del carcere di Sanvittore, a Bollate e a Opera, con l’obiettivo di  “costruire una società inclusiva, che abiliti le persone e sostenga lo sviluppo sostenibile, attraverso l’artigianato e l’etica”, donando un primo stock di materiali (rasi, pizzi, velluti e tessuti in microfibra) con cui sono stati confezionati diversi capi e accessori (cappotti, camicie, borse).