Jawline è la linea che demarca la mascella, e pare che sia una componente di attrazione fondamentale per le teenager americane. Tanto che pullulano i video di youtuber più o meno famosi che danno consigli su come definire e scolpire la propria jawline.
Ecco perchè la regista americana Lisa Mandelup ha scelto il titolo Jawline per il film con cui è stata premiata al Sundance 2019 con lo US Documentary Special Jury Award for Emerging FilmMaker. Il documentario segue il sedicenne Austyn Tester, stella nascente dei social media, che cerca di tirarsi fuori da un’esistenza monotona nel Tennessee, ed è uno dei lungometraggi più attesi per il festival Sguardi altrove International Women’s Film Festival.
La rassegna milanese, giunta alla sua ventiseiesima edizione, offre spazio allo sguardo femminile nel cinema e nei linguaggi artistici in generale, per una lettura della realtà che, come nel caso di Mandelup, si addentra con coraggio e non-giudizio in un’osservazione che si discosti da quella del pensiero dominante. “Bellezza e coraggio: plurale femminile contemporaneo” è la tematica di questa edizione 2019. Un filo conduttore che si dipanerà lungo un calendario di attività che prevede oltre 60 film, tra lungometraggi e cortometraggi, provenienti da 5 continenti, e un ampio programma di eventi paralleli, dislocati su 8 location, tra cui spicca il Teatro Franco Parenti.
Ma il cuore della manifestazione saranno due competizioni: Nuovi Sguardi è il concorso internazionale di regia femminile dedicato a lungometraggi di finzione e documentari che competono per il premio Cinema Donna 2019. Sguardi (S)confinati è invece il concorso dedicato ai cortometraggi, sempre a regia femminile, tutti in anteprima italiana, che concorrono per il premio Talent Under 35. Mentre per la sezione non competitiva #FrameItalia dedicata ai lungometraggi, documentari e cortometraggi italiani, lo sguardo femminile incontrerà la regia maschile, per arricchire la vetrina del festival senza rinchiudersi nell’autocelebrazione.
Tra le anteprime proposte dal festival, vanno segnalate “Becoming Astrid”, della regista danese Pernille Fischer Christensen, ispirato alla storia dell’autrice di Pippi Calzelunghe, “Blue my mind – il segreto dei miei anni” della regista svizzera Lisa Brühlmann, “Bad Bad winter”, esordio della regista kazaka Olga Korotko, dai tempi rarefatti e gelidi proprio come un inverno inaspettato, “Las Ninas Bien” della regista messicana Alejandra Marquez Abella, adattamento dell’omonimo libro di Guadalupe Loaeza sulle vicende di un gruppo di donne appartenenti alla borghesia messicana degli anni ’80, “The Port” della regista russa Alexandra Strelyanaya, infine “Virgins” della regista israeliana Keren Ben Rafael, storia di un’adolescente insofferente che si ribella alla vita deprimente della sua piccola città.
Dal 13 al 21 giugno, alle anteprime si accompagneranno due focus: uno dedicato alle pioniere, le prime registe della storia del cinema italiano ed europeo, con l’omaggio a Elvira Notari. Il secondo focus sarà invece dedicato al tema “Donne e tecnologie. Donne in codice”, con incontri che vedranno ospiti come Gianna Martinengo, Presidente di Didael Kts e ideatrice di Women & Technologies.
Infine, assolutamente da segnalare, è l’omaggio ad Agnès Varda, previsto per il 20 giugno. A pochi mesi dalla scomparsa di questa straordinaria regista, il programma di questo festival è decisamente un luogo opportuno per rinnovarne il ricordo, non foss’altro che per il fatto di esser stata l’unica donna della nouvelle vague, un gruppo decisamente maschile, in senso lato.
Nel contesto di questo festival viene naturale ripensare alla jeune fille del suo “Le 3 boutons”, che insegue i suoi desideri rincorrendo dei bottoni smarriti. Sono tre, come i desideri del genio della lampada. E uno di questi è forse il mantra che si ripete ogni donna che si confronti con un ambito lavorativo in cui deve farsi spazio tra logiche ancora troppo maschili, come può essere il cinema: «Mi batterò, voglio studiare, voglio sceglier la mia vita». Ecco spiegata la scelta della tematica del festival, ecco perchè servono bellezza e coraggio. La bellezza è nell’arte, il coraggio è nel fare.