La violenza più denunciata è quella di tipo psicologico, seguita a stretto giro da quella fisica. In genere gli episodi di violenza si perpetrano per mesi, se non anni. E quindi la vittima, prima di rivolgersi al numero verde 1522, subisce per molto tempo in silenzio. Spesso le donne finiscono per ritirare la denuncia, e ci sono ancora casi in cui sono le stesse forze dell’ordine che invitano a farlo. Alla maggior parte degli episodi di violenza assistono anche i figli, con le conseguenze negative che ne derivano. E’ la fotografia sulla violenza di genere scattata dalla relazione trimestrale del 1522, il numero verde attivato dal dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio, riferita agli scorsi mesi di dicembre, gennaio e febbraio scorso. In media si registrano circa 100 chiamate al giorno.
Secondo gli ultimi dati Istat (risalenti ormai al 2014), in Italia il 31,5% delle 16-70enni (6,7 milioni) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% è stata vittima di violenza fisica, il 21% di violenza sessuale, il 5,4% ha conosciuto le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
La relazione del numero verde completa il quadro della violenza in Italia, contribuendo a colmare il gap informativo tra i dati ufficiali e il fenomeno sommerso. Spesso infatti, grazie alle telefonate, le vittime, confidando nell’anonimato e nella tutela assicurati dal servizio, si sentono più libere di chiedere aiuto e denunciare.
La maggior parte degli episodi tra le mura domestiche, le reazioni dei figli
Gli atti violenti avvengono soprattutto tra le mura domestiche. Spesso le vittime che si rivolgono al 1522 ha figli (nel 69% dei casi) e di questi il 60,9% sono minorenni. Inoltre nella maggior parte degli episodi i figli diventano essi stessi vittime, essendo presenti nei momenti di violenza, se non addirittura subendoli. E, come tutta la letteratura dell’argomento ha evidenziato, l’aver assistito ad atti di violenza nel corso dell’infanzia o dell’adolescenza, aumenta la probabilità di ripetere e imitare in futuro tali comportamenti. Guardando ai dati provenienti dall’osservazione dei propri figli da parte della vittima, si nota che la maggior parte (38,6%) manifesta inquietudine, il 7,3% aggressività, l’11,6% comportamenti adultizzati di accudimento verso i familiari. Non mancano le difficoltà nel comportamento alimentare (0,6%), i disturbi del sonno (2,1%), l’iper maturità (4,8%).
Ancora casi in cui le forze dell’ordine invitano a non denunciare
Il nodo della competenza delle persone con cui la vittima si relaziona nel momento della denuncia si evidenzia anche dalla relazione del 1522. Sono ben 202 i casi delle vittime che dichiarano di non aver denunciato perché invitate dalla forze dell’ordine a non farlo a cui si aggiungono altre 14 persone che dichiarano di non aver fiducia in queste ultime. Ben 67 vittime non denunciano perché non hanno un posto sicuro dove andare, altre 265 perché semplicemente hanno paura. In 338 casi la vittima è tornata dal maltrattante, in 631 non vuole compromettere la famiglia o teme il giudizio dei propri familiari (76).
Identikit del maltrattante
C’è una fetta di lettori dei post sulla violenza di genere che si lamenta del fatto che si parli molto spesso delle donne vittime di violenza, e di rado di quella sugli uomini. Per rispondere basta leggere i dati che incrociano il profilo della vittima con quello dell’autore. Nella stragrande maggioranza è l’uomo a esercitare violenza nei confronti della donna (1970 casi), in 24 casi si tratta di violenza di un uomo su un altro uomo, in 98 di una donna su un’altra donna, in 24 sono casi di violenza esercitata da una donna su un uomo.
Le violenze poi si riscontrano soprattutto nelle classi di età centrali della popolazione, cioè tra i 35 e i 54 anni, ma persistono anche in età più avanzate e in quelle più giovani. Anche la fascia d’età tra i 55 e i 64 anni desta preoccupazione. La presenza di violenza anche nelle fasce 25-34 anni e oltre i 65 anni testimonia che siamo di fronte a un fenomeno trasversale. Elemento in comune anche nei più rari casi in cui le vittime sono di genere maschile.
Spropositato numero di scherzi e molestatori è segnale di intolleranza
Purtroppo il numero verde, utile alle vittime e alla maggiore conoscenza del fenomeno, è preso d’assalto anche dai molestatori. La costante crescita che si nota delle telefonate non si deve, infatti, solo alle richieste di aiuto (con 1.737 richieste da parte delle vittime di violenza e 230 chiamate da vittime di stalking) o alla volontà di accedere a informazioni utili sui centri anti violenza (1.169 chiamate) o sullo stesso 1522 (1.378 chiamate), ma anche, purtroppo, per motivi di scherzo (ben 3.962 chiamate). Non sono assenti neanche i molestatori (734). Ci sono poi le chiamate effettuate per errore (altre 421). “Se le chiamate errate, insieme alle chiamate classificate come numeri utile per chiamate fuori target (che rappresentano ben 620 casi) possono rientrare tra i costi che un servizio pubblico come il 1522 riveste, lo spropositato numero di scherzi e di molestatori può dare un segnale dell’intolleranza con cui questo fenomeno venga trattato nel nostro Paese. Si consideri – sottolinea la relazione -che proprio gli errori e le chiamate da parte dei molestatori sono cresciuti nel tempo”.