“La circonferenza di una nuvola”, i bachi dell’adolescenza delle ragazze

capria

«State portando vostra figlia in manutenzione per vedere se è possibile aggiustarla» è quello che Lisa pensa quando i genitori la portano a Villa Erica, un tentativo colmo di speranza. Il luogo in cui guarire, in cui semplicemente rifiorire.

Lisa ha sedici anni e non vorrebbe più esistere, per questo ha smesso di mangiare. Ha i denti cariati, le ossa fragili e pochi capelli. È piena di rabbia quando vede dal finestrino dell’auto che la sta portando alla residenza dove è diretta, l’istituto in cui si curano i disturbi alimentari, un cartello con una scritta: “Tutti i passi che hai fatto nella tua vita ti hanno portato qui!”. Quali sono i passi, uno dopo l’altro, come una triste danza, che l’hanno portata a non sentirsi più parte del mondo, a pesare 36 chili e a imparare a vomitare con un colpo di tosse?

È da qui che si muove il libro “La circonferenza di una nuvola” scritto da Carolina Capria, scrittrice e autrice della seguitissima pagina facebook “L’ha scritto una femmina”. Un romanzo che parla di fragilità e ferite, ma anche di un’incredibile forza.

Nella grande casa immersa nel verde dove non ci sono specchi Lisa non è sola. Ci sono con lei altre adolescenti. «Susi, che di anni ne ha quindici, e non ricorda un giorno nel quale qualcuno non l’abbia chiamata Cicciona, né uno in cui il mangiare fino a sentirsi male non sia stato l’unico modo per sedare l’infelicità. Reda, dodici anni e i passi leggeri, ha iniziato a rifiutare il cibo per compiacere l’insegnante di danza classica e ha continuato fino a quasi scomparire in un maglione troppo grande per lei. Mat ha deciso che voleva essere una ragazza spavalda, sicura e sempre pronta a mettere in difficoltà gli altri, e lo è diventata, nascondendo in un ricordo ciò che era veramente» le descrive Capria. Ci sono quelle che vorrebbero essere ovunque ma non lì e quelle che invece sperano di rimanere a Villa Erica il più a lungo possibile perché hanno paura di ritornare in balia di loro stesse e del mondo.

Sono diverse e in fondo uguali. Soffrono di anoressia, autolesionismo, binge heating, bulimia. Sono giovani donne che feriscono il loro corpo e puniscono il loro spirito.
Stanno attraversando quel momento della vita in cui le ragazze cominciamo a sentire il peso di tutte le aspettative che spingono a inseguire una perfezione che in realtà non esiste. Ognuna di loro sta sperimentando il proprio personalissimo modo di non essere abbastanza. Si sentono come una possibilità non realizzata, un fallimento, una persona che poteva essere e non è stata. Ragazze interrotte, frantumate e spezzettate.

«Ho raccontato una storia che parlasse di come crescere per una ragazza sia difficile e di quanto la strada sia spesso accidentata. Ho provato a descrivere il dolore che può causare sentirsi osservate, costrette, criticate, e rendersi conto, a un certo punto della vita, che il proprio corpo sarà sempre un po’ anche degli altri che lo guarderanno, lo giudicheranno indipendentemente dalla nostra volontà» dice Capria che ha condensato nei sentimenti di queste ragazze che abitano il suo romanzo percezioni personali, esperienze delle sue amiche, sensazioni che accomunano un po’ tutte le donne.
Quei piccoli passi che scavano cicatrici profondissime. Una parola sbagliata, i commenti sul corpo, i giudizi, le offese, i condizionamenti. “Sorridi che sei più carina”, “non essere così arrabbiata”, “non vestirti in quel modo”.

«L’inquietudine delle protagoniste del mio libro la conosco bene, penso che in tante l’abbiamo provata. Io non ho sofferto di disturbi alimentari, ma anche il mio corpo è stato giudicato. Ho ascoltato tante ragazze e ho provato capire perché a volte non riusciamo ad avere un buon rapporto con il cibo e con i nostri corpi e arriviamo a punirci» racconta Capria che è rimasta colpita da un documentario su Palazzo Francisci a Todi, è questa struttura, un punto di riferimento in Italia per la cura dei disturbi alimentari, che ha ispirato l’istituto in cui Lisa e le altre sono ricoverate.

In realtà “La circonferenza di una nuvola” è soprattutto la storia di una rinascita che avviene grazie al potere della sorellanza e dell’amicizia tra donne. Tutto cambia quando Lisa urta per sbaglio uno dei quadri appesi nel corridoio di Villa Erica. Dietro un groviglio di fili è nascosto un messaggio firmato da una ragazza misteriosa. Non è il solo. Ce ne sono altri nascosti e raccontano di una giovane donna che desiderava sentirsi normale, che voleva con tutta se stessa sentirsi parte del mondo.

Lisa inizia una caccia al tesoro che coinvolgerà poi tutte le altre ragazze ricoverate nella casa di cura. Si riconosceranno l’una con l’altra e sbocceranno, si apriranno di nuovo alla vita. «Si riscoprono forti insieme. Per me questo è molto importante – dice Capria – Le ragazze del mio libro riescono a sfondare quelle barriere che a volte dividono le donne, capiscono che devono stare dalla stessa parte. Smettono di puntarsi il dito a vicenda e scoprono la forza del gruppo. Si uniscono per fare qualcosa insieme».

Questo libro è come un abbraccio che parla a tutte. Alle ragazze, a chi è già adulta. Spiega come perdonarsi, come ritrovare la strada per combattere insieme. Perché ognuna di noi almeno una volta nella vita si è sentita inadeguata, ha percepito quella sensazione pungente e dolorosa di non essere sufficiente, di non valere niente, di essere troppo e mai abbastanza.

Fra le pagine del libro c’è una frase potentissima: “Hai tutto ciò che serve”. Le donne dovrebbero ripeterlo spesso. Sono persone intere, piene a cui non manca nulla. Sono in grado di salvarsi da sole per ricominciare e rivendicare la loro vera essenza. Libere da prigioni e catene senza accontentarsi di un piccolo spazio o del silenzio.
Lisa lo capisce guardando il cielo azzurro in cui le nuvole leggere, bianche e spensierate si rincorrono. Sono tutte diverse e senza una forma definita. Ognuna di loro è unica, per questo sono tutte bellissime.


Titolo: La circonferenza di una nuvola

Autrice: Carolina Capria

Editore: Harper Collins

Prezzo: 16€

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