Che fine hanno fatto i nuovi padri?

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Ho cominciato a scrivere di paternità qualche anno fa. Sembrava rivoluzionario, a me pareva che lo fosse. C’era molto fermento. Da fuori arrivavano immagini e racconti di padri che scoprivano la gioia della cura per i figli, la famiglia, la casa. Alcuni adottavano semplicemente uno stile di vita, altri facevano scelte radicali, ma assieme gli uni e gli altri parevano essere un’onda di piena.

Io allora ero ancora un neo papà, sbalordito dalla bellezza, addolorato dalla perdita della quotidianità con mia figlia. Mi sentivo parte di un rinnovamento: della figura del padre e del maschio. Credevo che la mia piccola storia potesse avere valore, se raccontata, come testimonianza. Padre e separato.

Nel tempo le cose sono rapidamente cambiate, per fortuna e purtroppo. Senza nessun  avanzamento concreto, i padri si sono comunque fatti strada nella quotidianità, hanno trovato una ribalta che spero non vada sprecata. Di converso, la nuova paternità ha avuto derive inaspettate. In alcuni casi è confluita in movimenti d’opinione molto vicini a quello che ho sempre detestato: il maschilismo, la sopraffazione di genere, il vittimismo.

Sono state più le volte che mi sono sentito a disagio come padre separato che quelle che ho provato soddisfazione nel credermi un padre evoluto. Scrivevo qualche mese fa che i padri, per quanto visibili, ancora siano impalpabili nella vita pubblica e nel contributo alla cura familiare. Lo penso ancora e sono convinto che la mascolinità debba essere riformata e non imitata. Il mondo che vorrei per mia figlia non è quello dove le donne competono in un terreno da gioco secondo regole scritte da altri, gli uomini.

Nella mia vita privata ho smesso di essere intimorito e rancoroso, ho ricominciato ad avere fiducia senza contare i giorni. Ora sto meglio e tutto sembra più semplice. Forse anche per questo credo di aver esaurito la scorta delle storie da raccontare. Forse non mi sento più speciale come ritenevo un tempo. Forse non mi piace più essere parte di una retorica paterna ormai odiosa.

Ho fatto quello che ho potuto, l’ho raccontato per come ne sono stato capace. Non è servito poi a molto.